INTERVISTA A CHRIS RAINBOW

 

In occasione dell'uscita di "The Chris Rainbow Anthology 1974-1981"
e in attesa di "In a Perfect World"
La nostra intervista a Chris Rainbow
Dai lavori solisti, alle collaborazioni con i Camel, a quelle con il Project
Passato, presente e futuro di un artista straordinario

Domande e traduzioni: Francesco Ferrua, Dario Pompili e Giorgio Rizzarelli
Direzione e introduzione: Francesco Ferrua


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Ai fans di The Alan Parsons Project il nome di Chris Rainbow è noto soprattutto per le indimenticabili contribuzioni vocali con il duo Parsons-Woolfson: la voce cristallina di Chris compare come lead vocal su canzoni come The Turn Of A Friendly Card, Gemini e Days Are Numbers, e, in molti altri brani del Project, in infiniti strati di backing vocal. Ma Chris è un grande artista che ha collaborato anche con molte altre realtà come ad esempio i Camel. E, non ultima, ha una produzione artistica solista caratterizzata da melodie affascinanti accompagnate da arrangiamenti vocali di complessità ineguagliata.

Quale miglior occasione per intervistare un grande artista se non all'uscita del suo nuovo album? Abbiamo intervistato Chris proprio nei giorni dell'uscita del suo nuovo e definitivo The Chris Rainbow Anthology 1974-1981. Nuovo, perché contiene a fianco dei migliori vecchi brani (comunque rimasterizzati) molti brani finora mai pubblicati, e definitivo, perché secondo le intenzioni di Rainbow si tratta, almeno per un po' di anni, del suo ultimo Best Of. L'album, infatti, va ad affiancarsi ai già esistenti Best Of e Unreleased & Demo Tracks tutt'ora disponibili sul mercato giapponese.

The Chris Rainbow Anthology 1974-1981 - doppio CD accompagnato da un esauriente booklet - è stato pubblicato in Occidente esclusivamente dalla Vital Spark, l'etichetta discografica di Rainbow, in edizione speciale limitata. Il doppio CD è ordinabile direttamente da Chris (e in questo caso autografato con dedica!), tramite e-mail all'indirizzo chris@vitalspark.demon.co.uk , al costo di 25 sterline inglesi (tramite vaglia internazionale o contanti - le spese di spedizione sono incluse). In alternativa è possibile ordinare il doppio CD da http://www.theavenueonline.info oppure, tramite carta di credito, dalla Townsend Records, raggiungibile dal sito ufficiale di Chris www.surf.to/chrisrainbow . Consigliamo agli interessati di affrettarsi, perché questo doppio CD, essendo un'edizione speciale limitata, non sarà disponibile per molto tempo!

I ricavati delle vendite di questa compilation contribuiranno a finanziare un più grande progetto che Chris ha intenzione di pubblicare quest'Estate: In A Perfect World, un nuovo attesissimo album, che uscirà a distanza di oltre 21 anni dall'ultimo lavoro solista.

Abbiamo diviso l'intervista in tre parti: la carriera solista, le collaborazioni coi Camel e, soprattutto, le collaborazioni con il Project e gli Alan ed Eric solisti.

(NdT: Nelle sue risposte Chris ha usato spesso la terminologia "harmony vocal", che significa un insieme di parti vocali arrangiate in modo da formare un'armonia cioè degli accordi. Noi useremo la terminologia più breve e consueta di "backing vocals", che letteralmente significa "voci di sottofondo". In gergo colloquiale italiano si userebbe il termine "coretti").

 


I LAVORI SOLISTI DI CHRIS E LE COLLABORAZIONI IN GENERALE

PIPELINE: Nella tua carriera musicale ti sei alternato come cantante, tastierista, compositore e produttore. Quale di queste attività ti ha dato maggior soddisfazione?

CHRIS RAINBOW: Penso che le ultime due attività mi abbiano dato la maggior soddisfazione a lungo termine ma, avendo detto questo, la soddisfazione immediata di fare in studio una sessione di backing vocals multitraccia è esaltante! Direi che ogni attività musicale mi dà estrema soddisfazione se comporta una certa libertà di creatività da parte mia.

P: Nei tuoi album vi sono molti arrangiamenti vocali, piuttosto complessi. Li scrivi su carta, li sviluppi su nastro, oppure li elabori nella mente?

CR: Per quanto riguarda le mie canzoni, gli arrangiamenti vocali mi vengono spontaneamente quando la canzone in sé è finita – tutte le mie canzoni sono prima composte e i backing vocals vengono dopo, in studio. Niente viene scritto, mi siedo al pianoforte ed elaboro ogni sfumatura che necessita di essere inserita in dettaglio, ma nel complesso lavoro molto velocemente nella prima session di backing vocals, e in seguito porto i nastri a casa per realizzare ulteriori arrangiamenti che potrebbero migliorare la traccia.
Comunque sulle sessions di altri artisti (come APP), mi viene presentata la traccia, ed io elaboro tutti i backing vocals nella scala di tempo di quella session – penso che questo sia uno dei motivi per cui sono stato chiamato così tante volte per le sessions; sono in grado di comporre i backing vocals molto velocemente, e sono anche capace di eseguire molto efficientemente in studio.

P: Il tuo stile musicale è stato influenzato prevalentemente da artisti quali Beach Boys, Brian Wilson, Isley Brothers, Pat Metheny e Donald Fagen, ma hai collaborato su album di generi piuttosto vari, hai composto jingles radiofonici e ti sei avvicinato anche al folk, in veste di produttore. C’è ancora qualche campo musicale che ti piacerebbe esplorare, e come definiresti la tua musica?

CR: Sì, mi piacerebbe davvero fare musica da film. Una volta feci una colonna sonora intitolata The Lost Highway, addietro negli anni ’80, per la serie Play For Today dell'emittente scozzese BBCTV. In seguito provai ad ottenere una copia della mia colonna sonora, ma loro avevano perso i master dopo aver trasmesso il programma. Tipico.
Uno dei miei preferiti compositori di musica da film è Nino Rota. Ho gran parte dei suoi lavori per film, soprattutto su quelli di Fellini. Il mio preferito è Giulietta Degli Spiriti – questo, in particolare, mi ispira. Vidi il film per la prima volta quand’ero ragazzo a Glasgow, e sono riuscito a comprarlo in video piuttosto recentemente. Nino Rota è il più sottostimato compositore al mondo.
Definire la mia musica è molto difficile – lo lascerei fare agli altri. Direi soltanto che ho molto piacere nel fare musica per "calmare il sopracciglio corrugato".

P: Negli anni ’80 ti sei unito in tour coi Camel e, recentemente, ti sei esibito al fianco di Donnie Munro. In tutti gli anni della tua carriera, hai preso parte ad altri tour?

CR: Sì, ho fatto tour coi Camel, Jon Anderson, Runrig, Donnie Munro in varie occasioni.

P: Ti piace l’attività live o ti senti più a tuo agio in uno studio di registrazione?

CR: Mi piace l’attività "live", e non si può confrontarla con l’attività "studio" perché entrambe contengono differenti tipi di soddisfazione. Se avessi da scegliere, starei in studio.

P: In Giappone tutti i tuoi vecchi album sono stati pubblicati su CD. Ci sono piani per fare qualcosa di simile in Occidente?

CR: Sì, sto pubblicando l’ultima compilation in Febbraio, come sapete. Sarà un doppio CD con biografia completa e foto. Semplicemente scrivetemi all’indirizzo chris@vitalspark.demon.co.uk ed io farò il resto. Il costo è di 25 sterline inglesi, inclusi imballaggio e spedizione.

P: Fra pochi mesi uscirà il tuo nuovo lavoro, In A Perfect World. Chi suona con te in quest’album?

CR: I musicisti sul nuovo album saranno la maggior parte dei musicisti coi quali ho lavorato negli ultimi 30 anni – la lista è lunga. Lo registrerò qui nel mio piccolo studio, prevalentemente col mio assistente Allan Cuthbertson, e contattando tutti quei musicisti (ed anche i cantanti!) che compaiono in ogni album su cui sono stato coinvolto e che porta il mio nome!

P: Hai in programma un tour promozionale?

CR: Non ho ancora considerato un tour promozionale; questo richiederà MOLTO denaro, e non credo che l’album otterrà un profilo sufficientemente alto da giustificare un tour al livello tecnico che richiederei. Comunque, potrei proprio avere fortuna – non si sa mai!

P: Cosa legherà In A Perfect World con White Trails?

CR: Sono passati 21 anni da White Trails, e la sola cosa che il nuovo album avrà in comune con il vecchio materiale è il fatto che ci sarà da fare ancora maggior lavoro di backing vocals! Inoltre, le tracce ritmiche saranno molto migliori.

P: I tuoi primi tre album furono pubblicati per Polydor e EMI, due tra le più importanti etichette musicali mondiali. Recentemente, invece, hai creato la Vitalspark, la tua etichetta. Questa è una mossa che, come nel tuo caso, è stata presa da molti altri artisti, ed è chiaro che il mercato musicale di oggi sta cambiando rapidamente. Cosa pensi a questo riguardo, e come vedi il futuro della musica?

CR: Il mercato musicale di oggi permette all’artista ed ai suoi/sue "mecenati" di comunicare direttamente. Sono in grado di vendere i miei album direttamente alle persone che li vogliono comprare, senza dover passare attraverso casa discografica/fornitori/negozi. E’ per questo che ho inviato messaggi sulla mia pagina web ed agli altri link, per vendere il definitivo Best of and Unreleased Tracks of Chris Rainbow. Posso parlare direttamente ai fans e dare loro la mia attenzione personale. Questo è esattamente ciò che accadeva durante il Rinascimento Italiano, quando gli artisti erano finanziati direttamente dai loro "mecenati", e creavano la loro arte specificamente in base ai gusti dei loro mecenati – mi piace questa idea.
Il futuro di questo modo di creare e vendere musica sembra buono, ma come risultato vedremo cambiamenti significativi nell’industria musicale.


Chris nel suo home studio alla Isle of Skye, 2001


RAPPORTI CON I CAMEL

P: La bellissima The Cloak And Dagger Man è una vera perla vocale. L'intero album Stationary Traveller è da molti ritenuto il miglior lavoro dei Camel. Che importanza dai a quel magico 1984 nella tua carriera?

CR: Il 1984 fu un buon anno per me in quanto fui coinvolto in svariate e differenti session. Mi veniva chiesto di collaborare in molti differenti generi musicali e la maggior parte del tempo dovevo pensare rapidamente in studio, perché i clienti non volevano veramente spendere ore a costruire arrangiamenti di backing vocals o contrappunto vocale. Il "contrappunto" fu una delle importanti lezioni che imparai per osmosi ascoltando i lavori di Brian Wilson. All’epoca in cui stava costruendo l’album The Beach Boys Today!, stava sperimentando col contrappunto alla fine di ogni canzone, trasformando l’outro (NdT: la parte finale) in un pezzo di musica a sé. Le sessions coi Camel non richiedevano veramente molti contrappunti vocali, ma credo che si trattasse di un tipo di musica rock completamente differente rispetto a quello su cui avevo precedentemente lavorato. Concordo sul fatto che il ritornello in Cloak and Dagger Man era dinamico, ma quello era fin dove ero in grado di andare nel senso di contribuire al massimo col sound alla "Chris Rainbow" senza compromettere il lavoro di Andy (NdE: Latimer) e Susan (NdE: Hoover). Ciononostante ho trascorso molto bene il periodo Camel, ma penso che quando io mi unii la band aveva già fatto il suo corso in Inghilterra. Fui contento quando Andy ebbe la sua rinascita qualche anno dopo che avevamo fatto il nostro ultimo tour; ebbe ragione a trasferirsi in California.

P: A Heart's Desire e Long Goodbyes mostrano tutta la tua straordinaria bravura vocale. Entrambi i brani sono piuttosto melodici. Ritieni che la tua voce sia adatta particolarmente a questo stile musicale?

CR: Entrambe queste tracce erano perfette per il mio stile e, in particolare, Long Goodbyes è una delle migliori canzoni che io abbia mai cantato – sarebbe stata pure una grande traccia di APP. Sto scrivendo per il mio nuovo album, e sono sempre tentato di scrivere ballate di quel genere, ma è pericoloso andare troppo lontano in quella direzione quando sai che troppe ballate portano a un album noioso – ascoltato solo occasionalmente.

P: Abbiamo avuto modo di vedere la tua esaltante e splendida performance nel live Pressure Points dei Camel. Come sono stati i tuoi rapporti con Latimer e la sua band, nel passato e ai nostri giorni?

CR: In passato lavorammo assieme per due tour e album, e all’epoca funzionava bene, ma Andy andava continuamente ridefinendo i Camel e la musica, e suppongo che il mio tempo con la band, come per gli altri membri, era terminato alla fine dell’ultimo tour. Ora è da qualche anno che non comunico con Andy – non per qualche ragione negativa – semplicemente perché adesso stiamo entrambi facendo cose differenti. Certamente mi piacerebbe fare ancora qualcosa coi Camel prima che diventiamo troppo vecchi!! Forse sotto l'aspetto della produzione.......?

P: In tour coi Camel hai anche suonato le tastiere, mentre in studio sei sempre stato solo un vocalist. Perché non hai ottenuto un ruolo in più in studio come musicista (su tastiera o chitarra)?

CR: Non ho suonato le tastiere in studio coi Camel perché c’erano musicisti molto più grandi di me a fare quel lavoro. Kit Watkins e Ton (NdE: Scherpenzeel) erano fantastici.

P: Nelle ultime produzioni dei Camel non appari. Hai avuto modo di ascoltare l'ultimo lavoro dei Camel, Rajaz, e se sì cosa ne pensi?

CR: A essere onesto non ho ascoltato Rajaz – dovrò prenderne una copia in un modo o nell’altro! Non ho lavorato con Andy da quando mixammo il video live a Soho, Londra, addietro a metà degli anni ’80. Pensavo che a quel tempo la musica stesse prendendo una piega più triste sia nei testi che nella musica, e guardando addietro non mi sarebbe piaciuto lavorare in studio per la maggior parte del tempo; nella musica preferisco uno stato d'animo più allegro, e i Camel stavano cominciando a soffermarsi sugli aspetti più negativi della condizione umana.
Ciò che posso sinceramente dire sui Camel è questo: ho imparato molto da Andy circa il lavoro dal vivo, e a proposito della dedizione. E' uno dei più abili chitarristi inglesi che possa mai onorare il palcoscenico, ma è stato tralasciato dall’industria discografica per numerose ragioni, incluso il genere di materiale registrato. Divenne un vero amico durante il breve tempo in cui lavorai con lui, e solo durante le improvvisazioni delle prove dei concerti vedevamo il vero individuo – che musicista; e che rocker!! Ricordo che pensavo (durante il mio primo tour coi Camel) che il pubblico avrebbe dovuto vedere le prove. E’ un maestro. Mi ha anche diretto verso Pat Metheny, e di conseguenza verso Lyle Mays – per questo lo ringrazio.


Chris nello CBS London Studio, 1977


RAPPORTI CON IL PROJECT, ALAN PARSONS ED ERIC WOOLFSON

P: La tua prima collaborazione con Alan Parsons risale al 1979, quando il Project aveva già successo internazionale. Com'è stato per te essere chiamato a cantare per The Alan Parsons Project? Cosa pensavi della loro musica prima di entrare a far parte della band?

CR: Fui lusingato di essere chiamato a collaborare sull’album Eve di APP. Non sapevo affatto della musica di Eric e Alan, e fu Ian Bairnson a proporre me per quel lavoro perché aveva lavorato con me quando c’erano ancora i Pilot, e suonò sul mio album White Trails.
Volai agli studi Superbear a Nizza, viaggiando in prima classe la quale includeva champagne gratuito – compresi già allora che sarebbe stato un buon ingaggio. Arrivai con monumentali postumi da sbornia a causa del lancio di un album la notte precedente, e senza passaporto, una situazione ulteriormente complicata dal fatto che stavo contrabbandando un pezzo d’attrezzatura tecnica su richiesta di Eric. Alla Dogana gesticolai ad Eric che mi stava aspettando e urlai "Qui c’è l’attrezzatura, Eric!!". I poliziotti della dogana si divertirono molto per questo e il passaporto mancante, il che non fece per niente bene ai miei postumi da sbornia.
Quando arrivai allo studio, sobrio e mortificato, Alan stava lottando con un macchinario di registrazione Ampex tutt’altro che efficiente, che si guastò più volte in mezzo alle registrazioni; fu in quell’occasione che conobbi i ragazzi coinvolti, ed anche la potente dinamica del Project.

P: Cosa intendi precisamente per "potente dinamica del Project"?

CR: Con "potente dinamica" mi riferisco al personale rapporto di lavoro tra Alan, Eric e i musicisti. Alan ed Eric non erano propensi a legarsi con la band come "membri della band", ma piuttosto come datori di lavoro (che senza dubbio era la situazione), sebbene sottolineo come noi stessimo diventando amici negli ultimi anni in cui ero coinvolto. Credo che loro stessero difendendo l’integrità dello stile del Project contro ogni effettiva influenza artistica esterna.

P: Fra le tante canzoni di The Alan Parsons Project su cui hai cantato come voce principale, ne hai una preferita?

CR: Gemini, Since The Last Goodbye, Days Are Numbers.

P: La tua voce sugli album di Parsons risulta molto cristallina. Sappiamo che ciò è dovuto in gran parte al tuo talento, ma ci chiediamo anche: fino a che punto Alan interviene con effetti per migliorarla?

CR: Alan Parsons è stato (è) il miglior ingegnere con il quale io abbia mai avuto il piacere di lavorare. Vorrei che avesse registrato anche i miei lavori solisti. Io ho ottenuto un buon sound vocale col mio proprio materiale, ma le sue registrazioni vocali erano perfette.

P: Le tue interpretazioni vocali sono così perfette eppure anche emotive. Pensiamo ad esempio a Snake Eyes. Quando registri una canzone a cosa pensi? Ti concentri sull'aspetto puramente tecnico o cerchi di immaginare ciò che viene descritto dal testo?

CR: Per APP penso che sia probabilmente 50% tecnico e 50% emotivo. I testi di Eric erano particolarmente buoni, ma le melodie erano impegnative – basta che ascolti TOAFC.

P: Quindi a differenza di noi fan che riteniamo TTOAFC una canzone molto visuale (intendiamo: le catene di plastica brillante cioè le carte da gioco, il cartello nel deserto che significa Las Vegas, etc.), tu non avevi delle particolari immagini mentre la cantavi?

CR: No, non avevo immagini nella mia testa; non accade per nessuna canzone che canto – nemmeno per le mie. Canto con lo scopo di cantare, cioè canto perché mi piace maggiormente la voce piuttosto che il messaggio.

P: Nel Project chi sviluppava gli arrangiamenti dei backing vocals? Alan, Eric, o tu? O era un lavoro di gruppo?

CR: Eric sapeva dove voleva i principali Backing Vocals, per esempio su un ritornello o durante una seconda strofa. Comunque in fase di registrazione davo ad entrambi i miei suggerimenti e loro sceglievano ciò che volevano. Io cercavo sempre di registrare più del necessario in modo che Alan avesse scelta quando mixava le tracce.

P: Le tue tracce di backing vocal su The Gold Bug sono molto particolari, specialmente, come dire, per il testo. Hai qualche aneddoto divertente da raccontarci a proposito?

CR: The Gold Bug è la prima traccia sul secondo lato di TOAFC - vero? Non ci sono testi o parole in quella traccia, soltanto dei "ba-ba-ba" e "du-du-dudu", ragazzi siete sotto effetto di qualche Marijuana Italiana di prima scelta??!

P: No, siamo sotto effetto di Hashish Italiano, ne vuoi un po'? No, non siamo sotto droghe! :-)

CR: La traccia fu registrata prima che io arrivassi, e Alan voleva qualche backing vocal per completare il materiale di tastiere. Guardando indietro, penso che i "ba-ba-ba" non erano adatti – ritengo sia stata colpa mia.

P: Ma noi riteniamo che i tuoi cori per The Gold Bug siano realmente fantastici! Perché, ora li arrangeresti davvero in modo diverso? Guardando indietro, ci sono altri brani che hai cantato in passato per Alan e che ora, potendo, interpreteresti o arrangeresti vocalmente in modo diverso?

CR: Sì, sicuramente ora eseguirei differentemente molte parti; la traccia The Gold Bug che citate – la attribuisco a esuberanza giovanile! Avrebbe dovuto essere più raffinata. Alan mi ha sempre dato libertà con gli arrangiamenti vocali astratti perché era quello ciò per cui pagavano: Chris Rainbow.

P: Cosa pensi di aver appreso dal rapporto col duo Woolfson/Parsons e cosa pensi di aver insegnato loro?

CR: Dalla ricchezza materiale che Eric e Alan hanno ammucchiato negli anni ’80 ho imparato come la musica registrata in studio possa avere successo commerciale; ho imparato quanto Alan fosse un buon ingegnere; il suo apprendistato ad Abbey Road fu il migliore al mondo, e lui era della "vecchia scuola", visto che è un vero "balance engineer". La più importante lezione che Eric mi ha insegnato è stata di non giocare mai a carte con lui in studio, e come scrivere testi pertinenti senza apparire banale. Non penso che entrambi abbiano imparato molto da me a parte il fatto di come sia difficile trovare un backing vocalist buono e costante con l’energia per cantare per 8 ore non stop. Oh, e penso di aver dato ad Eric la fiducia affinchè cantasse le sue canzoni - a mie spese!

P: Dato il tuo grande talento come autore, hai mai avuto intenzione di proporre all'APP o all'Alan "solista" un tuo brano scritto, arrangiato e cantato da te?

CR: Sono lusingato del fatto che mi ponete questa domanda, ma non ho grande stima di me stesso come autore, ne ho di più come buon "artigiano delle melodie". No – lo scrivere per APP era assolutamente territorio di Eric, e sorvegliato da grossi e feroci cani neri. Nell'APP "solista" (quando Eric se ne andò) il compito di scrivere fu passato a Ian e Stuart, e credo che anche Alan abbia scritto del materiale. Io entrai nel giro troppo tardi per contribuire, anche se mi fosse stato chiesto.

P: Come dici lo scrivere per APP era territorio esclusivo di Eric. Ti riferisci anche ai brani strumentali? A noi risulta che le strumentali venivano composte da Alan (per essere precisi, con l'eccezione di quelle firmate o cofirmate Powell, e di Where's The Walrus? e la seconda metà di In The Lap Of The Gods che furono scritte da Eric). Quanto pensi che gli arrangiamenti orchestrali di Andrew abbiano influenzato le strumentali del Project?

CR: L’accordo di Alan con Eric era che lui avrebbe dovuto avere almeno un brano per ogni album del Project in modo che si sarebbe guadagnato i diritti d’autore. Gli arrangiamenti di Andrew non ebbero influenza perché le strumentali venivano registrate prima che lui arrivasse in studio per ascoltarle. Fu facile per Andrew creare gli arrangiamenti per quelle strumentali perché erano quasi tutte identiche negli accordi e nel "feeling" (tipo di tempo) su tutti gli album.

P: Come mai una band di successo come TAPP ha rinunciato fin dall’inizio all’idea di effettuare uno show live? Pensi ci sia qualcuno o qualcosa in particolare alla base di questa scelta?

CR: Credo che Alan ed Eric fossero timorosi di andare in concerto nel caso in cui non avrebbero potuto riprodurre il sound (anch’io ero preoccupato nel riprodurre il mio proprio sound in concerto). Alan era anche preoccupato del fatto che lui sarebbe sembrato strano apparendo soltanto al mixaggio, ed io penso che ebbe la sensazione che era troppo difficile dal punto di vista logistico mixare dal palco. Comunque Lenny, Ian e Stuart raccontarono una versione differente quando i tour cominciarono realmente; forse questa domanda dovrebbe essere indirizzata a loro?

P: Sarebbe spontaneo chiederti quale versione raccontarono Lenny, Ian e Stuart, ma possiamo pensare che tu non sia in grado di aggiungere altro.

CR: Non voglio approfondire ulteriormente questo argomento perché questi ragazzi sanno meglio di me com'era il primo tour.

P: OK, lo chiederemo a loro quando ne avremo occasione.
Sei stato cantante del Project dal 1979 (Eve) fino al suo scioglimento (Gaudi, 1987) ed anche nel successivo Freudiana (1990). In tutti questi anni, hai notato qualche cambiamento nei rapporti tra Alan ed Eric, o addirittura dei problemi tra Eric e Alan durante le registrazioni di Freudiana?

CR: Questa è una domanda personale ma suppongo che necessiti di una risposta: la relazione tra EW e AP era sempre come un rapporto d'affari, e mai come una stretta amicizia personale. Penso che sapessero che l’associazione funzionava davvero, e di conseguenza sopportavano ognuno le idiosincrasie verso l’altro per il tempo necessario a registrare un album. Noi (la band) eravamo sempre consci di un tono smorzato (è questa la parola giusta?) nell'armonia personale tra loro; e quando avevamo la possibilità di essere cordiali assieme, Eric era sempre in guardia e Alan teneva una discreta distanza, sebbene a giudicare dall’apparenza abbiamo avuto molti buoni sorrisi e buoni momenti assieme.
Avendo detto questo posso capire perché era così; questi ragazzi avevano molto successo, ed il successo si porta dietro un muro costruito per tenere fuori le fesserie e i cercatori d’oro. Il problema è che il muro deve esserci sempre, e, poiché noi vedevamo EW e AP soltanto quando un Project veniva registrato, noi non abbiamo mai avuto veramente il tempo per formare uno stretto legame personale. Infatti mi sentii più vicino a Eric dopo che si separarono, e ho goduto della compagnia di Alan molto di più quando era anche lui da solo.

P: Come ci risulta da un’intervista con Eric, egli aveva intenzione di averti come vocalist nel progetto mai realizzato della versione studio dell’album Gambler. Hai avuto contatti con Eric a proposito di questo o altri progetti solisti di Woolfson?

CR: Sì, cantai tutti i backing vocals in Gambler per lo spettacolo teatrale – non ho ancora sentito il risultato. Eric non mi ha fatto menzione circa la versione di studio, e l’ho incontrato a Londra alla fine dell’anno scorso quando stavo lavorando ad Abbey Road con un tipo Giapponese chiamato Hotei (il cui manager per l’Inghilterra è Lenny Zakatek). Ero con Haydn Bendall e incontrammo Eric per caso nel corridoio dello studio – fu una grossa sorpresa e andammo a mangiare insieme in relax perché questo non era business per APP o EW – semplicemente vecchi amici, e abbiamo deciso di tenerci in contatto – proprio come fate voi! Eric ha detto che stava lavorando su qualcosa – forse era la versione di studio di Gambler.

P: … o forse il musical Poe su cui, come sappiamo, sta lavorando. Ma, tornando a Gambler, dici di aver cantato tutti i backing vocals per lo spettacolo. Ora, l'unica edizione pubblicata (fin ora - e oltretutto come edizione altamente limitata) è il "cast disc" consistente nella base preregistrata (quella utilizzata anche nello spettacolo) con la sovrapposizione dei lead vocal registrati dal vivo in teatro. In questo CD tu non compari nei credits e non ci sembra di riconoscere la tua voce. Quindi ci sembra probabile che Eric abbia conservato le registrazioni dei tuoi cori per la versione studio (che sembrava dovesse essere pubblicata già entro il 2000, ma non fu mai pubblicata). Sai forse qualcos'altro che ci aiuti a chiarire il mistero?

CR: Sì, è un mistero anche per me; non so cosa ne ha fatto Eric di quelle mie registrazioni. Chiederò al mio amico Haydn Bendall, che registrò tutte quelle sessions per Eric, e vi farò sapere.

P: Tu sei un musicista che ha collaborato con Parsons per lungo tempo. Hai riscontrato delle differenze tra lavorare con il Project, e lavorare con Alan, Ian e Stuart in The Time Machine?

CR: Dipende da cosa intendi per "differenza". Il cambiamento più evidente è stata la mancanza di (grande) successo che entrambi gli uomini hanno avuto dopo essersi divisi. La divisione delle band è un rischio del business musicale – lo sappiamo, ed Eric e Alan non fanno eccezione: grandi hit, grande successo, grande divorzio. Aldilà di tutto ciò, penso che Eric abbia voluto seguire forme di creatività più tradizionali, e credo sia stato stimolato dai successi di Lloyd-Webber, e dall’improvviso interesse che la Germania ha dimostrato per i musical di grande produzione. Suppongo che pure Alan stesse prendendo la "febbre da studio di registrazione". Quando portò in tour APP io fui sorpreso come tutti gli altri; tuttavia credo che la mossa arrivò troppo tardi per risvegliare le glorie passate. Secondo me dovrebbero tornare assieme per un "periodo di prova" proprio come le coppie sposate, e fare un altro APP – la vita è troppo breve. Dopo tutto, è ora ufficialmente una "leggenda", essendo stato menzionato nei Simpson.

P: Ti piacerebbe unirti ad Alan e alla sua band in un tour? Alan te l’ha mai proposto? Quali canzoni del Project, in particolare, ti piacerebbe eseguire dal vivo?

CR: Né Alan né Eric mi hanno mai chiesto di fare un tour, promozionale o altro che sia. Mi piacerebbe fare cose dal vivo se si presentasse l’occasione, e ricreare le canzoni su cui ho cantato come solista.

P: Da un'intervista con Alan, ci risulta che sarai nel suo nuovo album. Sai già se parteciperai come solista o solo come backing vocal? Sai per caso vagamente di cosa tratterà l'album?

CR: Bene, ne sapete più di me – Non ho sentito nulla da Alan in merito a un nuovo APP; forse ci sta pensando! Ho fatto alcune cose su The Time Machine, ma questo è stato nel 1999.

P: Allora forse riceverai presto una chiamata da Alan. Noi speriamo vivamente che ritornerai al suo fianco anche come lead vocal!

CR: Sì, sicuramente sarei felicissimo di unirmi a un'altra avventura in un album del Project; in questi giorni di manipolazioni digitali una delle ultime frontiere è quella della registrazione dal vivo di musicisti che suonano veramente.

P: Per il momento, non ci resta che ringraziarti caldamente per averci concesso questa lunga intervista e augurarti un futuro ricco di progetti di successo. Aspettiamo con ansia i tuoi due imminenti album, e sarebbe molto bello averti presto in Italia in tour, o magari, come nostro ospite speciale, a uno dei nostri meetings. Il prossimo si svolgerà questa primavera a Roma, la città di molti films di Fellini.

CR: Mi piacerebbe proprio venire al vostro meeting a ROMA, ritengo che gli Scozzesi e gli Italiani abbiano molto in comune, incluse grandi energie artistiche. Fellini e Nino Rota lo testimoniano. Se un numero sufficiente di persone acquistasse il mio album mi comprerei una Ferrari!! Grazie a tutti voi per le vostre gentili parole e l’apprezzamento del mio lavoro – significa molto per me.

P: Bene, allora come diciamo noi fans del Project… UNTIL THE NEXT TIME…

CR: In Scozia diciamo: "I'm no awa' tae bide awa' " (non starò lontano da voi per molto). CIAO!!