Cibo prelibato e squisito degli dei omerici, cui si attribuiva il potere di rendere immortale chiunque lo gustasse, unguento destinato a risanare ferite. Non è certamente del reale significato del termine che si vuole parlare, ma è difficile negare come la definizione possa ben calzare anche alla musica della band californiana. Nel deprimente vuoto di fantasia che sembra governare gran parte della musica odierna, guidata dal guadagno facile e dalle leggi del mercato, gli Ambrosia si affiancano certamente a quella schiera di artisti, non molto numerosa, che ancora oggi hanno il potere di risanare le ferite e le cui prelibate melodie resteranno immortali. E poco importa se per tuffarsi in quest'oasi occorra fare un salto indietro di quasi trent'anni...
Primi anni '70, Baia Sud di Los
Angeles, California. David Pack, Joe Puerta, Christopher North
e Burleigh Drummond, futuri membri della band, cresciuti in ambiente
musicale, vengono sempre più influenzati da band quali
The Beatles, Yes e Pink Floyd, prendendone a prestito elementi
quali lo sperimentalismo e le elaborate armonie vocali. In particolare,
Pack sviluppa una certa predilezione per la musica classica,
mentre North si accosta al jazz ed al blues, e proprio una così
vasta influenza musicale sarà fondamentale nel determinare
quello che diverrà lo stile della nascente band. I rapporti tra Alan Parsons e
la band, particolarmente gratificanti soprattutto dal punto di
vista artistico, fanno sì che il secondo album targato
Ambrosia venga interamente prodotto e registrato dello stesso
Parsons. Somewhere I've Never Travelled esce nel 1976,
sempre per la 20th Century Records, e a detta di molti fan e
della stessa band segna il loro apice artistico. Se dal punto
di vista commerciale l'album non riesce a dare grandi risultati
(collocandosi alla 79a posizione nelle classifiche americane),
rappresenta però il momento in cui la band dà massimo
sfogo alla propria creatività ed al virtuosismo. La formazione
resta invariata rispetto all'album di debutto, anche se Pack
e Puerta cominciano a rivestire un ruolo primario nella composizione
dei brani, mentre gli arrangiamenti orchestrali vengono affidati
ad Andrew Powell (che da alcuni anni si era messo in luce nell'ambiente
musicale inglese come sapiente arrangiatore orchestrale e che
di li a poco sarebbe entrato in pianta stabile nel Progetto di
Alan Parsons, oltre a rivestire a sua volta il ruolo di produttore
per molti grandi artisti). Proprio la decisiva presenza dell'orchestra
è l'elemento caratterizzante dell'album, rivestendo ruoli
certamente decisivi nei brani Cowboy Star e Danse With
Me George. Ancora una volta l'album risulta molto vario e
colorato, con composizioni e arrangiamenti che coprono una gamma
musicale piuttosto ampia pur risultando perfettamente amalgamati
tra loro. Eterea e di stampo decisamente prog la title track,
più acustiche e distese Runnin' Away e Harvey,
con un maggiore sguardo alle classifiche I Wanna Know
e Can't Let A Woman (che non a caso vengono anche pubblicate
come singoli), inverosimilmente ironica e goliardica coi suoi
svariati effetti sonori The Brunt, complesse ed incredibilmente
sfaccettate le già citate Cowboy Star e Danse
With Me George. Ed è curioso notare come, ancora una
volta, siano proprio i brani scritti da tutti i membri della
band quelli ad essere più ricchi ed interessanti. Il nome Ambrosia comincia ad avere un certo richiamo ed i vari membri della band iniziano ad ottenere ingaggi per apparizioni su vari album. Nello stesso 1976, i quattro si riaffacciano sulle scene come session musician per Tales Of Mystery And Imagination, primo capitolo dell'Alan Parsons Project, e partecipano alla realizzazione della colonna sonora per il film All This And World War II interpretando Magical Mystery Tour dei Beatles. Ed a fianco di ingaggi come band, i vari membri iniziano a collezionare chiamate individuali, soprattutto grazie alle loro doti vocali. Stipulato
un contratto con la Warner Brothers, due anni più tardi
esce Life Beyond L.A., album che segna il momentaneo abbandono
da parte di Christopher North e la parziale perdita dell'impronta
progressive. North appare soltanto in un paio di brani, nella
semplice veste di guest musician, ed il nucleo degli Ambrosia
è ridotto a trio, attorno al quale, però, cominciano
a ruotare nuovi compagni d'avventura tra i quali David Cutler
Lewis e Joe Sample alle tastiere. Alla produzione ritorna Freddie
Piro, mentre le registrazioni sono affidate al consueto Trefethen,
coadiuvato da Stewart Whitmore. Life Beyond L.A., pur
segnando una notevole perdita in termini di sperimentazione con
un'inevitabile affievolirsi delle sonorità prog, è
un ottimo album che da un lato strizza l'occhio al jazz (con
brani come Art Beware e Apothecary) e dall'altro
si accosta maggiormente al pop (How Much I Feel, Heart
To Heart), trovando spazio anche per brani più elettrizzanti
quali la title-track. In sostanza ne risulta un album molto godibile
che conferma le grandi capacità tecniche della band, ma
che sicuramente si distacca dai grandi traguardi di originalità
e ricchezza compositiva raggiunti dai lavori precedenti. Forse
complice la nuova etichetta discografica, si fa sempre più
pressante la necessità di brani con maggior potenziale
commerciale, ed in quest'ottica la band riesce nell'intento:
How Much I Feel si colloca alla terza posizione delle
chart americane, la più alta raggiunta dagli Ambrosia. L'anno
seguente gli Ambrosia sono chiamati a collaborare per la colonna
sonora del film Arthur col brano Poor Rich Boy,
adattamento a forma di canzone della composizione di Burt Bacharach.
Ma se in America il successo non sembra del tutto eluderli, in
Europa il nome Ambrosia non è mai sembrato avere un forte
richiamo, tanto meno ora che la band ha perso un proprio sound
caratterizzante, dedicandosi (pur sempre con ottimo gusto e buoni
risultati sonori) a generi musicali piuttosto vari. Ancora una
volta è interessante sentire ciò che Alan Parsons
dirà a tal proposito: "Hanno sofferto di crisi di
identità. Nessuno sapeva realmente se erano una band di
rock progressivo, di R&B, di pop o quant'altro. Questo è
sempre stato il loro problema". Non c'è da sorprendersi,
allora, se il successivo lavoro passa quasi inosservato. Road
Island è pubblicato nel 1982, quinto ed ultimo album
dell'avventura Ambrosia. Si
tratta di un album decisamente solido nel quale la band sembra
aver riacquistato maggior ricercatezza, forse anche grazie all'ondata
di freschezza portata dal nuovo produttore James Guthrie; sicuramente
un album più deciso e completo rispetto al precedente,
caratterizzato dalla presenza di brani molto più duri
e potenti (For Openers, Still Not Satisfied, Kid
No More) a fianco di altri molto delicati (Feeling Alive
Again, Fool Like Me). Pack, Puerta, Drummond e North si avviano verso strade differenti, principalmente in qualità di session men. Il più prolifico risulterà sicuramente David Pack, che oltre a dedicarsi a molti nuovi artisti in veste di produttore e arrangiatore (tra i quali Patti Austin, Kenny Loggin, Linda Rondstadt e James Ingram), tre anni più tardi si riaffaccia sul mercato con l'album solista Anywhere You Go, che però non riscuote particolare interesse nel pubblico. Per intravedere le prime avvisaglie della rinascita degli Ambrosia, invece, bisognerà attendere fino alla seconda metà degli anni ottanta. E' il 1989 quando i quattro si riuniscono per portare la loro musica on the road con decine di concerti nella loro amata California, riscoprendo un'alchimia che il tempo non aveva alterato. In parallelo, Pack è sempre più impegnato in qualità di direttore artistico per vari eventi musicali, il più prestigioso dei quali si presenta nel 1993 a Los Angeles: Children Under Siege, concerto multi-artistico in favore dei bambini della Bosnia-Herzegovina che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di Jon Anderson, Kenny Loggins, Simon Phillips, Steve Porcaro ed Alan Parsons. Un altro prestigioso progetto voluto e diretto da David vede la luce due anni più tardi sotto forma di album, dal titolo The Songs Of West Side Story - Tribute to Leonard Bernstein, un lavoro al quale hanno collaborato artisti del calibro di Phil Collins, Natalie Cole, Chick Corea, Aretha Franklin e TLC. Di li a poco anche Burleigh Drummond torna più attivamente in campo, formando i Tin Drum, band con la quale ha pubblicato a tuttora due album (Real World nel '96 ed il recentissimo Small Parade). Forse complici l'ottima riuscita dei numerosi concerti dei rinati Ambrosia ed i molteplici progetti solisti di Pack, la Warner Brothers riacquista interesse, pubblica su CD l'intero catalogo della band e apre le porte per la realizzazione della loro prima antologia. E' il 1997 quando viene pubblicato Anthology, album contenente 16 tracce, tra le quali tre nuove. Ma ancora una volta l'attenzione sembra posta maggiormente verso quei brani più di tendenza che permisero alla band di raggiungere le classifiche, piuttosto che verso quelle perle di originalità che avevano caratterizzato i primi album, dando purtroppo un'idea non completa delle molte sfaccettature che hanno reso grande la loro musica. Il nuovo millennio vede Pack collaborare con Michael McDonald, Vinnie Colaiuta, Kirk Whalum ed altri per la realizzazione di un nuovo album solista (provvisoriamente intitolato Working With The Light), e con gli Ambrosia in numerose apparizioni dal vivo, con concerti affascinanti e carichi di potenza, nonchè in due differenti progetti. Il primo riguarda la pubblicazione di un album live e relativa videocassetta per i primi mesi dell'anno prossimo, registrazione del concerto tenuto dalla band il 1° Settembre 2001 al Galaxy Theater di Santa Ana, California; il secondo è la realizzazione di un nuovo album che dovrebbe anch'esso vedere la luce nel 2002, a distanza di 20 anni dall'ultimo Road Island. Ma stando alle ultime notizie, David Pack non apparirà in entrambi i lavori visto che proprio in questi ultimi mesi i rapporti tra lui ed il resto della band si sono incrinati. Per motivi non troppo chiari Pack ha abbandonato la band a inizio anno, rinunciato persino ad apparire nei più recenti concerti. Rinuncia che gli ha permesso, però, di unirsi a A Walk Down Abbey Road, tour tributo ai Beatles diretto da Parsons che dopo aver girato gli Stati Uniti con decine di date è ora approdato in Giappone.
Molte grandi emozioni ci verranno ancora regalate, ma certamente gli Ambrosia hanno già scritto le loro pagine più preziose, pagine nelle quali si può cogliere quella straordinaria freschezza e quello spregiudicato entusiasmo che solo una giovane band smaliziata, lontana chilometri dal music business e con grandi colorate vibrazioni a cui dare sfogo poteva scrivere. NOVEMBRE 2001 |