a cura di Francesco Ferrua

 

Narrazione biografica su The Alan Parsons Project,
Alan Parsons ed Eric Woolfson dagli albori sino ad oggi.

 

Per tracciare la storia de The Alan Parsons Project occorre per prima cosa parlare dei due uomini ai quali il Project deve l'esistenza: Alan Parsons ed Eric Woolfson.
Le biografie di Alan ed Eric verranno esposte in maniera separata per quanto riguarda il periodo pre-Project, dopo di che saranno trattare di pari passo.

Per informazioni esaustive sull'apporto dato da Alan Parsons agli album di altri artisti, citati in questa narrazione, rimandiamo alla pagina AP Works.

Per maggiori informazioni su Andrew Powell, altra importantissima componente del Project, rimandiamo alla pagina dedicata.

 

Alan Parsons nasce a Londra il 20 dicembre 1948 da Jean e Denys Parsons. Durante gli anni della scuola studia dapprima pianoforte e flauto, mentre all'eà di 12 anni imbraccia per la prima volta la chitarra. A 14 anni forma a Westminster la sua prima band, un gruppo che suona cover di artisti quali The Shadows e Chuck Berry, nella quale Alan riveste il ruolo di bassista, per poi prendere parte a varie band giovanili locali, una delle quali assumerà il nome Steps.

Appassionato di elettronica oltre che di musica, terminata la scuola, all'età di 16 anni Alan trova lavoro in un laboratorio di ricerche in campo televisivo presso la EMI, ad Hayes, nel Middlesex, passando però presto al reparto duplicazione nastri. Il crescente interesse per le tecniche di registrazione e la ferma volontà di scoprire come sia stato possibile per i Beatles mettere insieme un album come "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" lo portano a chiedere un trasferimento presso gli Abbey Road Studios.

E' il 1967 quando Alan Parsons riesce finalmente ad ottenere il trasferimento presso il prestigioso studio di registrazione. La sua prima occupazione riguarda l'archiviazione dei nastri, ma presto ottiene la possibilità di passare al banco di registrazione. Il licenziamento di un tecnico del suono e la conseguente necessità di colmare quel vuoto nel personale, regala ad Alan la possibiltà di essere messo alla prova e guadagnarsi il posto. All'inizio le sue mansioni da apprendista sono quelle modeste di assistente e aiutante tuttofare, ma permettono ad Alan di farsi le ossa ed apprendere il mestiere. Durante questo periodo lo vediamo lavorare per sessions di svariati artisti, tra i quali Joe Loss, The Gods, Manuel And The Music Of The Mountains, Pinky And Perky, Third Ear Band, Brian Fahey And His Orchestra, Cilla Black, The Goons e The Zombies, toccando molteplici generi musicali, dalle registrazioni di rock band a quelle orchestrali.

Nel frattempo, la passione per la musica suonata aveva portato Alan ad unirsi assieme agli amici Barry Mitchell, Ian Harris, Alan Owes e Phil Brockton nel formare una soul band chiamata Conviction, con la quale nel 1967 aveva registrato anche un 45 giri (realizzato in soli cinque esemplari) nei panni di chitarrista e corista. Negli anni a seguire la band aveva assunto connotati più blues ed Alan era diventato chitarrista solista. I Conviction riescono a farsi notare e viene loro addirittura proposta la realizzazione di un intero album, registrato nell'arco di una sola giornata, per il quale la band decide di cambiare il nome in The Earth, nonostante il produttore Douglas Mews spinga per rinominarli London. L'album viene realizzato soltanto in esemplare unico acetato e di quelle registrazioni pare si siano completamente perse le tracce.

Nello stesso periodo, un giorno Alan viene mandato agli Apple Studios per sistemare apparecchiature mal funzionanti ed arriva lì proprio mentre i Beatles stanno registrando l'album "Let It Be". La sua attività alle lavorazioni per l'album va presto aumentando ed Alan viene coinvolto come assistente di studio: i registri degli Studios datano 23 gennaio 1969 quando Alan Parsons viene annotato per la prima volta come second engineer per i Beatles. Poter stare in studio con la sua band dei sogni ed apportare il proprio contributo tecnico è per Alan raggiungere l'apice delle sue aspettative, ma ancora non sa che di lì a poco il suo ruolo di tecnico del suono sarebbe andato aumentando. A pochi giorni di distanza dal suo ingresso ufficiale a fianco dei Beatles, il 30 gennaio Alan presta il suo lavoro di tecnico ad un evento destinato a rimanere nella storia: l'ultimo concerto della band, sul tetto degli Apple Studios al n°3 di Savile Row. E alcuni mesi dopo, Parsons viene riconfermato a fianco della band come operatore ai nastri/assistente ingegnere del suono e tuttofare per l'album "Abbey Road".

"Abbey Road" è l'ultimo album dei Beatles ad essere registrato (anche se il penultimo in ordine di pubblicazione) ed Alan non ha più occasione di lavorare su un lavoro del quartetto di Liverpool. Ma quei primi ingaggi aprono ad Alan la strada per i lavori successivi ed in qualità di assistente di studio lo troviamo impegnato agli Abbey Road Studios per l'album "Resurrection" degli Aerovons (registrato nel 1969, ma pubblicato solamente nel 2003), nonchè per l'album di debutto della carriera solista di Paul Mc Cartney, "Mc Cartney"(1970) e per alcune sessions dell'album di un altro ex-Beatles, "All Things Must Pass" di George Harrison (1970). L'anno seguente è la volta di "Ram" nella versione targata Percy Thrillington (pseudonimo di Paul McCartney, versione strumentale dell'omonimo album dell'ex Beatles, pubblicata però soltanto nel 1977), nonché di "Wildlife", il terzo album di Paul Mc Cartney & Wings, ora nel ruolo più impegnativo di tecnico del suono in prima persona anziché di semplice assistente (la canzone "Tomorrow" lo vede anche impegnato in un cammeo corale), e di "Stormcock" per Roy Harper, mentre è col successivo "Red Rose Speedway" di McCartney (1973), incluso il singolo di successo "Hi Hi Hi", che Alan Parsons comincia realmente a mettersi in luce.

La Londra di quegli anni è una vera fucina di nuovi talenti musicali e gli Abbey Road ne sono il fulcro. Il sodalizio di Parsons con gli Studios londinesi lo porta, così, a lavorare per una marea di altri progetti in parallelo ai già citati, talvolta venendo accreditato, altre volte no: i singoli "Sorry Suzanne" (1969), "He Ain't Heavy, He's My Brother" (1969) e "Gasoline Alley Bred" (1970) degli Hollies, nonchè i loro abum "Hollies Sing Dylan" (1969), "Hollies Sing Hollies" (1969) e "Confessions Of The Mind" (1970); gli album "Ummagumma" (1969), "Atom Heart Mother" (1970) e "Meddle" (1971) dei Pink Floyd; "The Madcap Laughs" e "Barrett" di Syd Barrett (1970); "Mayfield's Mule" della band omonima (1970), "Oliver In The Overworld" (1970) di Freddie And The Dreamers, "Gimme Dat Ding!" dei Pipkins (1970), "Backwood Progression" (1970) di Chris Spedding; svariati lavori dei Barclay James Harvest tra cui un brano per "Once Again" (1971), "Second Opinion" di Marvin/Welch/Farrar (1971), l'album di debutto eponimo di Olivia Newton-John (1971), "Spindrift" della Harry Roche Constellation (1971), il disco dimostrativo in quadrifonia "This Is Quadraphonic Sound" (1971), nuovamente per gli Hollies con "Romany" (1972), "In Side Out" della Edgar Broughton Band (1972) incluso il singolo "Someone", "Only Lick I Know" nuovamente per Chris Spedding (1972), il cast-disc del musical "Gone With The Wind" nella versione allestita presso il Drury Lane Theatre di Londra (1972), "See See The Sun" dei Kayak (1973), "Boulders" e "Wizzard Brew" di Roy Wood (1973), "Taggett" (1973) della omonima band, "Spiral/Wach/Spiral/Japan/Pole" (composizioni di Karlheinz Stockhausen eseguite da Péter Eotvos, Harald Bojé e Christoph Caskel - 1973), "Makin' Tracks" e "Songs We Like To Sing" dei Fivepenny Piece (1973), la versione musicata della nota fiaba "Rumplestiltskin" (conosciuta in italiano come Tremotino) facente parte della serie di album promossa dal noto presentatore britannico David Frost (1973), "Bad News" di Joe Jammer (1973) ed altri album ancora, incluse alcune sessions per The Shadows, Colin Blunstone, Argent, Jeff Beck, Monti De Lyle, Clare Torry e Procol Harum.

Entrato ormai nel giro ed avendo dimostrato chiaramente le proprie alte qualità di tecnico del suono, i lavori si susseguono ed Alan ottiene un ennesimo incarico, inconsapevole del fatto che questa volta si sarebbe trattato dell'album destinato a consacrarlo come straordinario sound engineer: "The Dark Side Of The Moon" dei Pink Floyd (1973). Il successo dell'album è strepitoso ed Alan ottiene anche la prima di molte nomination al Grammy Award come miglior ingegnere del suono. All'inizio dello stesso anno, terminate le registrazioni per l'album, Alan si unisce alla band anche nei loro spettacoli live in qualità di tecnico del suono per un periodo di circa un anno, inclusi due tour in America. Dopo il grande successo di "The Dark Side Of The Moon" la band decide di realizzare un album rinunciando totalmente all'impiego di strumenti convenzionali, bensì utilizzando svariati oggetti, come elastici e bottiglie, al posto dei classici strumenti, e per questo esperimento continuano ad avvalersi di Alan come ingegnere del suono. Ma il progetto viene presto abbandonato quando dopo sei settimane si giunge ad ottenere soltanto un minuto e mezzo di musica; ma quella sorta di effetti sonori fino ad allora registrati non vengono gettati via, bensì utilizzati per l'album seguente, "Wish You Were Here" (udibili, infatti, all'inizio del brano "Shine On You Crazy Diamond"), pubblicato nel 1975.

A questo punto, Alan Parsons comincia a ricevere offerte non solo come ingegnere del suono, ma anche come produttore. Uno dei suo primi lavori di produzione è per una band americana chiamata The Buckeye Politicians, ma il nastro è destinato a sparire in circostanze misteriose costringendo all'abbandono del progetto. La sola cosa che si salva da quelle registrazioni è il singolo "Dreams/Syster Rose", pubblicato nel 1974. E' Steve Harley coi suoi Cockney Rebel uno dei primi artisti a rivolgersi ad Alan per la produzione ed è in quello stesso 1974 che il singolo "Judy Teen/Spaced Out" dei Cockney Rebel, prodotto e registrato da Parsons, raggiunge i vertici delle classifiche. Pochi mesi dopo i Cockney Rebel pubblicano l'album "The Psychomodo", prodotto anch'esso da Alan. Nello stesso anno Parsons svolge la funzione di produttore ed ingegnere del suono per l'album di debutto di una band che lo avrebbe accompagnato per molti anni, "From The Album Of The Same Name" dei Pilot, così come per il singolo "Ra-Ta-Ta/Pamela" firmato Scotch Mist, nome dietro al quale si nascondono gli stessi Pilot, mentre un anno più tardi è la volta del successivo "Second Flight", inclusi i singoli "Just Let Me Be", "Are You In Love" e "Lady Luck". Continuano anche le collaborazioni con gli Hollies, che vedono Alan impegnato con gli album "Hollies" (1974), che include anche una delle loro più classiche canzoni "The Air That I Breathe", e "Another Night" (1975). Nello stesso 1974 Alan è impegnato come co-ingegnere del suono anche per un brano di Peggy Lee ("Let's Love", sotto la produzione di Paul McCartney) e per l'album "Four Systems/Music For Amplified Toy Pianos/Music For Carillon/Edges" dei Gentle Fire, un ensemble di sperimentatori delle cosiddetta musica concreta, nonché per l'album omonimo di Terry Sylvester e con Samatha Jones per l'album "Sing It Again Sam".

Il 1975 è per Parsons un anno molto importante perchè le offerte di lavoro che ora gli vengono proposte non provengono più soltanto dalla EMI, ma anche da altre case discografiche. In quest'anno, infatti, lavora alla produzione ed al mixaggio delll'album "Ambrosia" della band omonima, nonchè come ingegnere e produttore per l'album solista di Dean Ford dall'omonimo titolo (incluso il singolo "If The Time Is Right"), per un brano dell'album "21 Days In Soho" di Richard Myhill, per "The Best Years Of Our Lives" di Steve Harley And Cockney Rebel (inclusi i singolo "Another Journey" e "Sebastian-Live Version"), come ingegnere, produttore ed in un brano anche nella veste di arrangiatore per l'album "Modern Times" di Al Stewart e da vita assieme ad Eric Woolfson, da qualche tempo suo manager, al celebre Project. Altri lavori dello stesso anno lo vedono al fianco di Jack Harris e di Yvonne Keeley, rispettivamente per i singoli "Sail Away/Never Seen The Light" e "Tumbling Down/Loretta's Tale". Sempre nel 1975, Alan ha anche occasione di posare la propria mano di ingegnere del suono sulle tracce di "Tubular Bells" di Mike Oldfield, realizzando la versione dimostrativa in quadrifonia, non destinata al commercio, di alcune porzioni dell'album. In quell'anno lavora anche per l'ultima volta a fianco di Paul McCartney, per un remix del brano "Letting Go" destinato ad essere pubblicato come singolo.

Eric Woolfson nasce a Glasgow il 18 marzo 1945. Ragioniere di professione, ma pianista e compositore per diletto, presto si trasferisce a Londra in cerca di un lavoro che gli permetta di mettere in luce le proprie doti musicali. Giunto nella capitale nei primi anni '60 riesce a stipulare un contratto con Andrew Loog Oldham, l'allora produttore e manager dei Rolling Stones. Il lavoro di Eric per la compagnia Immediate Music di Oldham consiste nella partecipazione a session di registrazione come pianista e nel lavoro di compositore per altri artisti: Marianne Faithful, Frank Ifield, Chris Farlowe, The Tremeloes, The Poets, solo per citarne alcuni. La vena creativa di Woolfson, ormai in piena, lo porta a firmare contratti con molte altre etichette, come la Southern Music per la quale in quel periodo lavorano anche Andrew Lloyd Webber e Tim Rice.

Nel 1971 Eric fa un primo tentativo solista sotto lo pseudonimo di Eric Elder col singolo "San Tokay/Sunflower", nel quale oltre ad occuparsi della composizione suona piano e tastiere, presentandosi per la prima volta anche il veste di cantante. Altro tentativo di intraprendere una carriera musicale esponendosi non solo come autore, ma anche come artista in prima fila viene fatto l'anno seguente con la creazione di una band denominata The Shepherds Bush Comets, composta oltre che dallo stesso Eric da due membri dei The Tremeloes, Dave Munden (batteria) e Rick Westwood (chitarra e basso), gli stessi che di lì a breve aiuteranno Eric nella registrazione dei primi demo per quello che diverrà il primo album del Project. La band registra un intero album, ma soltanto quattro brani vengono pubblicati, grazie a due singoli, il primo in quello stesso 1972, il secondo nel 1973. Ma questi esperimenti sono destinati a rimanere episodi isolati e benchè le canzoni scritte da Eric vengono registrate da molti artisti in tutta l'Europa, vedendo che guadagnarsi da vivere col lavoro di scrittore non è cosa facile, Eric decide di tentare anche il lavoro di manager e produttore. Due dei primi artisti che si rivolgono a lui per il management sono Carl Douglas e, finalmente, Alan Parsons.

Alan Parsons ed Eric Woolfson si incontrano per la prima volta presso la mensa degli Abbey Road Studios nei primi anni '70 durante una delle tante pause di registrazione e di lì a poco Eric diventa il manager di Alan. I rapporti tra i due si fanno sempre più stretti e prolifici, finchè Woolfson propone a Parsons la realizzazione di un progetto che da tempo ha in mente e per il quale ha già realizzato alcune demo avvalendosi dei musicisti dei The Tremeloes: fare un album ispirato alle opere dello scrittore Edgar Allan Poe, di cui Eric è un grande appassionato. Woolfson, infatti, non ritiene di avere la credibilità necessaria né come produttore né come scrittore per portare a termine da solo un tale album e vede in Parsons la giusta persona con la quale poter sviluppare il suo progetto.

E' il 1976 quando il sodalizio Woolfson-Parsons da al mercato il primo album de The Alan Parsons Project, "Tales Of Mystery And Imagination - Edgar Allan Poe". L'album usce per l'etichetta 20th Century Records ed alla realizzazione prendono parte soprattutto artisti d'eccezione che in quegli stessi anni sono stati prodotti da Parsons, come le band Pilot e Ambrosia al completo, John Miles, Terry Sylvester ed altri ancora. Il ruolo di Parsons nella realizzazione dell'album è di scrittore assieme a Woolfson (almeno nei credits, in quanto si tratta di un accordo tra i due, mentre nella realtà la gran parte della composizione di base è opera del solo Woolfson), di produttore e ingegnere del suono, oltre ad alcuni interventi con chitarre, tastiere e voce. Woolfson, invece, si presenta anche come produttore esecutivo e tastierista. In qualità di arrangiatore orchestrale viene chiamato Andrew Powell che già ha avuto modo di mostrato le proprie alte qualità lavorando con artisti come Karlheinz Stockhausen, Gyorgi Ligeti, Boulez, Stomu Yamashta, The Hollies, Donovan, Leo Sayer, Pilot ed i Cockney Rebel, talvolta sotto la produzione dello stesso Alan. E Powell firma anche, assieme a Woolfson e Parsons, la lunga suite "The Fall Of The House Of Usher" che occupa gran parte del secondo lato dell'album.

Il disco ottiene immediatamente un buon successo sia commerciale che di critica ed Eric e Alan, oltre ogni loro più rosea aspettativa, sono spinti ad andare avanti coi loro progetti. In realtà The Alan Parsons Project non è stato pensato realisticamente come il nome di una vera band, bensì The Project è il termine col quale i due sono soliti identificare questo personale lavoro, ovvero il progetto di Alan Parsons. Quando l'album è pronto per andare in stampa si pensa di indicare in copertina soltanto il titolo, "Tales Of Mystery And Imagination - Edgar Allan Poe", destinando l'album ad essere classificato come una sorta di Various Artists, visto anche che per Parsons e Woolfson il progetto non avrebbe avuto seguito. Ma la casa discografica impone di indicare anche un nome identificativo dell'entità artistica e viene, così, utilizzato quell'appellativo "Il progetto di Alan Parsons", The Alan Parsons Project, per l'appunto, destinato a divenire in questo modo il nome artistico del sodalizio Woolfson-Parsons.

Il passo successivo è la stipulazione di un contratto per l'etichetta Arista Records, che avrebbe pubblicato negli anni a seguire tutti gli album del Project. Nella mente di Eric c'è un nuovo album ispirato a Poe, una sorta di Tales Volume 2, ma la nuova etichetta discografica, non possedendo i diritti del primo Tales, rifiuta l'idea. Il primo album per l'Arista esce nel 1977 e si intitola "I Robot", nome preso a prestito dal noto romanzo fantascientifico di Isaac Asimov (la virgola tra I e Robot, presente nel titolo del romanzo, è qui volutamente omessa per questioni di diritti d'autore). L'album vede una meglio definita line-up, con un nucleo centrale costituito da David Paton al basso, Stuart Tosh alla batteria, Ian Bairnson alle chitarre -tutti e tre membri dei Pilot-, Woolfson alle tastiere e Parsons per alcuni interventi con strumentazione varia (tra la quale il Projectron), oltre comunque ad alcuni session man come il tastierista Duncan Mackay. Il ruolo fondamentale di Parsons, come per il precedente album, resta quello di produttore ed ingegnere del suono. Woolfson è produttore esecutivo e principale compositore dei brani (anche se la dicitura Woolfson/Parsons con la quale i brani vengono firmati rimarrà per tutta la durata del Project), mentre Powell continua il suo lavoro in qualità di arrangiatore orchestrale. Ruoli che si vanno a consolidare nel corso degli anni, lasciando in gran parte nelle mani della restante band il compito di suonare e dei vari vocalist ospiti quello di cantare, eccezione fatta per Woolfson, impegnato sempre con pianoforte e tastiere, nonché destinato a divenire importante voce solista a partire dal 1980. Ed anche per quanto riguarda i vocalist, "I Robot" può vantare, tra l'altro, nomi come quello di Allan Clarke (degli Hollies), Steve Harley, Lenny Zakatek (dei Gonzalez) e Jack Harris. "I Robot" ottiene rapidamente un ottimo successo e raggiunge ben presto il disco di platino, attirando su The Alan Parsons Project gli occhi di critici e fan.

Il 1978 è l'anno di "Pyramid", terzo album del Project e affascinante concept sull'antico Egitto. Nell'album si possono trovare Parsons, Woolfson e Powell nei loro ormai consueti ruoli, così come per Paton, Bairnson e Mackay, mentre "Pyramid" segna la new entry del batterista Stuart Elliott, dei Cockney Rebel, in sostituzione di Stuart Tosh. Tra i cantanti spiccano nomi del calibro di Colin Blunstone (ex Zombies), John Miles e Lenny Zakatek. Con "Pyramid" il duo Woolfson/Parsons conferma le grandi qualità del Progetto, definendo per l'ennesima volta a chiare lettere le caratteristiche salienti del proprio lavoro: miscele di suoni elettronici ed acustici, orchestrazioni sinfoniche, elaborati e raffinati arrangiamenti, cori, testi surrealistici, vocalist d'eccezione, l'idea del concept-album e la presenza di brani strumentali.

L'anno seguente esce "Eve", il cui concept, per quanto più elusivo rispetto a quello degli album precedenti, è la donna. Con la line-up ormai stabilizzata, gli unici cambiamenti nella band rispetto al precedente "Pyramid" consistono come sempre nei vocalist: qui si trovano David Paton, Chris Rainbow, Lenny Zakatek, Clare Torry, Lesley Duncan e Dave Townsend. In parallelo alle lavorazioni per "Eve", il Project realizza anche un altro album, intitolato "The Sicilian Defense" e destinato a non essere mai pubblicato. Si tratta, infatti, di una mossa (il titolo la dice lunga) da parte di Parsons e Woolfson per adempiere agli obblighi contrattuali con la Arista, i quali richiedono la realizzazione di un certo numero di album in un certo periodo. Sentendosi schiacciati da questa pressante richiesta di produrre, i due realizzano questo album in tutta fretta, dedicandoci realmente pochissimo tempo, ben consapevoli della scarsità del risultato, al solo scopo di soddisfare gli obblighi contrattuali ed aprire nei confronti dell'Arista la possibilità di rivedere i termini del contratto. Come da programma, l'etichetta discografica bolla il prodotto come non commercializzabile, rifiutandosi di pubblicarlo, e "The Sicilian Defense" rimane ad oggi l'unico album inedito del Project.

"The Turn Of a Friendly Card" esce nel 1980 ed è il quinto album de The Alan Parsons Project. Questa volta il tema scelto attorno al quale costruire l'album è il gioco d'azzardo ed il rischio in generale. La grande novità è rappresentata dalla presenza di Eric Woolfson nel ruolo di cantante, oltre a quelli ormai consueti di produttore esecutivo, compositore e musicista. E' la prima volta che Woolfson si cimenta come lead vocalist, ma la sua voce è destinata a diventare d'ora in avanti un altro forte segno distintivo del Project. Tra gli altri vocalist figurano i nomi di Elmer Gantry (dei Velvet Opera) e degli ormai consueti Zakatek e Rainbow.

In questi ultimi anni, da parte sua Alan Parsons non ha smesso di lavorare come produttore/ingegnere del suono per altri artisti ed il suo nome, così, è presente su molti altri lavori: "Rebel" (1976, inclusi i singoli "There's A Man Behind The Guitar" e "Putting My New Song Together") e "More Miles Per Hour" (1979, incluso il singolo "Sweet Lorraine") di John Miles (album ripubblicato in America l'anno seguente col titolo "Sympathy"), tre brani per l'album "I Believe" (1976) di Terry Sylvester (oltre al B side "Obligations"), il singolo "Boulder To Birmingham" degli Hollies (1976), "Year Of The Cat" (1976) e "Time Passages" (1978) di Al Stewart, "Two's A Crowd" (1977) dei Pilot, "Refined Texas Crude" di vari artisti texani (1977), "Somewhere I've Never Travelled" (1976) degli Ambrosia, "Lenny Zakatek" (1979) di Zakatek e "Am I Stupid Or Am I Great?-It's All Mom's Fault" di Trefethen (1980, dove Alan semplicemente si occupa della narrazione di una breve frase). Nel 1975 Alan collabora nuovamente per Paul McCartney, rimixando il brano "Letting Go" (brano originariamente pubblicato nell'album "Venus And Mars") per la versione da pubblicare come singolo.

Il 1982 è l'album che vede la band all'apice del successo con l'album "Eye In The Sky", che raggiunge le vette di tutte le classifiche mondiali: in America l'album arriva presto alla settima posizione, mentre il singolo omonimo, cantato da Woolfson, raggiunge la terza. Nel resto del mondo è ancora meglio, perchè il brano arriva ad occupare in molte nazione la prima posizione, destinato a restare nel tempo uno degli evergreen degli anni ottanta. Sebbene il titolo viene preso a prestito dal romanzo di Philip K. Dick, l'album deve anche influenza a "1984" di George Orwell ed in parte risente ancora della tematica del precedente "The Turn Of A Friendly card". Tra le curiosità da segnalare, la partecipazione del saxofonista Mel Collins e l'uso per la prima volta del Fairlight, ad opera di Parsons. "Eye In The Sky" rimane in assoluto il più grande successo del Project e negli anni a venire il singolo omonimo troverà posto in innumerevoli raccolte antologiche.

All'album segue "The Best Of The Alan Parsons Project Vol.1", prima raccolta ufficiale della band. D'ora in avanti, comunque, saranno molti i best of di varia sorte dedicati all'ormai celeberrimo Project.

Nel 1984 esce l'ennesimo lavoro, intitolato "Ammonia Avenue". Il titolo fa riferimento al nome di una strada all'interno di un impianto petrol-chimico di Middlesborough, visitato di recente da Eric, ma nonostante questo riferimento diretto alla questione ambientale, questa volta si tratta di un album dal concept molto più nascosto ed aperto a più chiavi interpretative. Per "Ammonia Avenue", Mel Collins viene richiamato al sax nell'affiancarsi alla band, mentre come vocalist sono riconfermati Woolfson, Rainbow, Zakatek e Blunstone.

Nello stesso anno Eric Woolfson decide di dare maggior spazio alla band che ormai da anni segue lui ed Alan nei progetti, così il mercato vede la pubblicazione dell'album "Keats", primo ed unico album dell'omonima band. Dietro al nome Keats ci sono David Paton, Ian Bairnson, Stuart Elliott, Colin Blunstone e Peter Bardens (dei Camel). Nell'album suona anche per la prima volta a fianco di Parsons e Woolfson il tastierista Richard Cottle, che da questo momento entra come membro ufficiale nella band del Project. La sostanziale differenza tra "Keats" e gli album del Project sta nel fatto che questa volta i brani non sono firmati da Woolfson e Parsons, bensì da Blunstone, Elliott, Paton, Bairnson e Bardens, limitando così il ruolo di Parsons a produttore ed ingegnere del suono.

L'anno seguente usce "Vulture Culture", album che segna l'entrata definitiva di Richard Cottle ai synths ed al sax, e che si caratterizza anche in quanto unico album del Project senza la presenza di Andrew Powell e dell'orchestra. In questo stesso periodo, infatti, Powell è completamente impegnato nella realizzazione della colonna sonora del film "Ladyhawke", che vede anche la partecipazione di Parsons (produttore ed ingegnere del suono), nonchè della fidata Philharmonia Orchestra supportata dai musicisti Cottle, Bairnson, Paton ed Elliott. "Vulture Culture" è un concept album incentrato su una visione oppressiva della società moderna, nella quale i rapporti tra gli individui sono dettati da una "cultura da avvoltoio" mirata soltanto al proprio interesse.

Il ritorno di Powell avviene l'anno seguente per l'album "Stereotomy". Nonostante la parola Stereotomy sia stata ispirata ad Eric dalla lettura del racconto "Murders In The Rue Morgue" di Edgar Allan Poe e benchè all'interno del disco vi siano altri riferimenti al racconto, in questo caso il concept, se esiste, non è troppo palese. Per quanto riguarda i vocalist, "Stereotomy" segna il ritorno di John Miles, la presenza di Gary Brooker (dei Procol Harum) e dei fratelli Graham e Steve Dye, a fianco del consueto Rainbow. Come cantante, questa volta Woolfson si fa da parte, limitandosi soltanto ad una rapida comparsa.

Il 1987 è l'anno di "Gaudi", disco ispirato alla vita ed alle opere dell'architetto catalano Antoni Gaudì ed ultimo album in contratto con l'etichetta Arista. L'album segna l'entrata in formazione del bassista Laurie Cottle (fratello di Richard) al posto di David Paton, mentre per il resto la band rimane quella di sempre, affiancata questa volta da Miles, Zakatek, Woolfson, Rainbow e Geoff Barradale (dei Vitamin Z) alle voci. Oltre alla pubblicazione di "The Best Of The Alan Parsons Project,Vol. 2", il 1987 è anche l'anno della riedizione del primo album, "Tales Of Mystery And Imagination", destinato ad essere l'ultimo "nuovo" album pubblicato sotto il nome di The Alan Parsons Project, quasi a marcare la fine di un ciclo con la riproposizione del primo capitolo. Questa nuova versione di "Tales", rimixata e rimasterizzata digitalmente, include anche due narrazioni di Orson Welles ed alcuni nuovi passaggi di chitarra, mentre il suono della batteria è reso generalmente più integrato nel contesto.

Eric Woolfson inizia presto a lavorare su un nuovo album, questa volta incentrato sulle opere di Sigmund Freud, che dovrebbe divenire l'ennesimo disco del Project. Ma durante le lavorazioni Eric decide di sviluppare questo progetto in un musical teatrale, cosa che non trova molto entusiasmo da parte di Alan Parsons. L'ottica di veduta dei due comincia a divergere e le lavorazioni all'album proseguono non senza difficoltà. Quando, finalmente, nel 1990 esce "Freudiana" per opera della EMI, tutti i brani (eccezione fatta per uno soltanto firmato da Parsons) risultano composti dal solo Woolfson, rompendo coì per la prima volta il sodalizio Woolfson/Parsons col quale i due erano soliti firmare i brani del Project. E l'album, infatti, non viene pubblicato sotto il nome The Alan Parsons Project; non c'è alcun nome in copertina che identifichi la band, lasciando intendere con "Freudiana" sia il titolo del disco che, eventualmente, anche il nome del gruppo, rilegando di fatto il disco alla categoria Various Artists. Solo un adesivo attaccato in copertina ricorda che si tratta di un album 'Conceived and written by Eric Woolfson, creator of The Alan Parsons Project - Produced and engineered by Alan Parsons'. "Freudiana" è un doppio album che vede Eric Woolfson dei ruoli di scrittore, cantante, tastierista e produttore esecutivo, Alan Parsons in quelli consueti di produttore ed ingegnere del suono ed Andrew Powell agli arrangiamenti. La band comprende, oltre ad Eric alle tastiere, Laurie Cottle al basso, Stuart Elliott alla batteria, Ian Bairnson alle chitarre, Richard Cottle ai sintetizzatori ed al sax, nonché Parsons in alcuni contributi con le tastiere. La direzione artistica è affidata a Brian Brolly, che col partner Andrew Lloyd Webber aveva già avuto molto a che fare col mondo dei musical. Un elemento, questo, che lascia chiaramente intendere la decisione di Eric di trasformare presto l'album in uno spettacolo teatrale. Molti gli ospiti d'eccezione tra i cantanti: Leo Sayer, Graham Dye, The Fliyng Pickets, Kiki Dee, Eric Stewart (dei 10CC), Frankie Howerd, Marti Webb, Gary Howard, Chris Rainbow, John Miles e, naturalmente, lo stesso Woolfson.

Seppur decisamente diminuiti rispetto ai due decenni precedenti, gli impegni extra Project continuano anche in questi ultimi anni ad occupare parte del tempo di Alan Parsons: "The Magic Flute Of Mozart" (1990) di Berdien Stenberg lo vede impegnato come ingegnere del suono per due brani, così come il bizzarro album intitolato "EMI Germany's unusual collection of Christmas songs" (1990), una disco di canzoni natalizie realizzato dallo staff della EMI tedesca, destinato quasi unicamente agli addetti ai lavori. Nella seconda metà degli anni ottanta, Alan lavora anche in studio a fianco dei Vitamin Z, per registrazioni che purtroppo sono destinate a non venire mai pubblicate (eccezione fatta per un brano che apparirà nell'album "Sharp Stone Rain", nel 1989).

Ben presto l'idea di portare "Freudiana" in teatro si concretizza e nel 1991 il musical omonimo, scritto dallo stesso Woolfson con l'aiuto di Brian Brolly e Lida Winiewicz, apre a Vienna con dialoghi e testi in lingua tedesca. Andrew Powell è incaricato degli arrangiamenti ed Alan Parsons è ancora coinvolto come ingegnere del suono, ma questa è realmente l'ultima collaborazione tra lui ed Eric. Nello stesso anno viene anche pubblicata la colonna sonora del musical.

Nel frattempo, nell'ottobre del 1990, l'Alan Parsons Project fa la sua prima ed unica apparizione live, al festival musicale denominato Night Of The Proms, ad Antwerp, in Belgio. Si tratta di un evento realmente unico, destinato ad oggi a non essere ripetuto: il Project dal vivo con tutti i membri originali della band, vocalist d'eccezione, l'orchestra diretta da Powell e la presenza dello stesso Parsons al mixer. Per tre serate, tra il 25 ed il 27 ottobre, il pubblico è deliziato con oltre mezz'ora di musica eseguita da una band d'eccezione composta da David Paton alla chitarra acustica ed alla voce, Ian Bairnson alle chitarre, Richard Cottle alle tastiere ed al sax, Laurie Cottle al basso, Lenny Zakatek e Gary Brooker alle voci, supportati sul finale dei Flying Pickets. Eric Woolfson, pur essendo presente dietro le quinte ed autorizzando l'utilizzo del marchio The Alan Parsons Project (resteranno gli unici tre concerti effettuati sotto questo nome), decide di non prendere parte attiva al concerto.

Woolfson è ormai sempre più attirato dal mondo dei musical e non si allontanerà più dal palcoscenico, mentre Parsons, vedendo il teatro come un luogo poco prolifico per il rock, decide di continuare per la propria strada lavorando nell'ambiente discografico.

Ma la carriera solista di Eric subisce ben presto un duro colpo: i rapporti tra lui e Brian Brolly, che assieme hanno costituito la Freudiana Holdings Limited, si spezzano per via del desiderio di entrambi di rivendicare maggior controllo e paternità sul musical. Woolfson e Brolly si ritrovano, così, in tribunale e quando nel 1993 si arriva alla sentenza finale è Brolly ad avere la meglio. Eric dove pagare 2,5 milioni di Sterline, rinunciare ad ogni suo coinvolgimento nelle eventuali future rappresentazioni di Freudiana e, conseguentemente, si vede costretto a dichiarare bancarotta. Una diatriba, questa, che ha avuto come effetto anche quello di far sì che a tutt'oggi il musical "Freudiana" non è mai più stato rappresentato.

Da parte sua Alan Parsons comincia ad organizzarsi una carriera solista senza Eric, e ritorna alle cronache nel 1993 con nuovi progetti. Per prima cosa "Sound Check", un album per il testaggio audio professionale delle apparecchiature che Parsons realizza assieme a Stephen Court. L'album vede diverse edizioni nel corso degli anni e l'uscita nel 1996 di "Sound Check 2". Sempre nel 1993 Parsons si ripresenta al grande pubblico con "Try Anything Once", primo suo album a portare la dicitura Alan Parsons, anzichè The Alan Parsons Project. Con "Try Anything Once" Alan dimostra di voler portare avanti la formula musicale che fu del Project, portando con sé i musicisti che per tanti anni lo hanno accompagnato. Così, nell'album ritroviamo Ian Bairnson, Stuart Elliott, Andrew Powell, Richard Cottle, nonché David Pack degli Ambrosia. In aggiunta, la band viene affiancata anche da Chris Thompson (dei Manfred Mann Earth Band), Eric Stewart (dei 10CC), Jaqui Copland (ex Duran Duran) e Graham Preskett. "Try Anything Once" è un album che segna una maggior duttilità all'interno della band: Alan Parsons, per esempio, non è soltanto produttore, ingegnere e compositore di gran parte dei brani, ma si alterna anche tra tastiere, basso, chitarra, flauto e backing vocals.

Nel 1993 usce anche l'album "Symphonic Music Of Yes" della London Philharmonic Orchestra, per il quale Parsons lavora in veste di produttore ed ingegnere delle sessioni orchestrali.

Nello stesso anno Alan e la band partecipano al Concerto Per La Bosnia tenutosi in Ottobre a Los Angeles, dopo di che nel 1994 danno vita al primo vero tour della band in quasi 20 anni di attività discografica. Dal tour, che tocca Germania, Belgio ed Olanda, viene estratto l'album "The Very Best Live" (1994), che rappresenta in assoluto la prima registrazione dal vivo di Alan Parsons. L'anno seguente l'album usce anche negli Stati Uniti, con l'aggiunte di tre nuove canzoni registrate in studio.

Anche il 1995 è un anno molto impegnato, e vede la band occupata in una lunga serie di concerti. Per prima cosa, prima anche in ordine di importanza, Parsons viene incaricato della direzione artistica del World Liberty Concert, l'imponente concerto tenutosi l'8 maggio in Olanda per festeggiare il 50° anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Ed oltre al fondamentale ruolo organizzativo e direttivo, Alan è impegnato nell'evento anche come musicista, prendendo parte al concerto con la propria band eseguendo brani propri e costituendo in sostanza la band di supporto per gran parte degli artisti che prendono parte al concerto. Oltre a Parsons, infatti, partecipano altri grandi musicisti quali Joe Cocker, Cyndy Lauper, gli UB 40, i Wet Wet Wet, Art Garfunkel, Renè Froger e Candy Dulfer. L'evento richiama un pubblico di oltre 100.000 persone e viene trasmesso dalle maggiori televisioni di tutto il mondo.

Due mesi dopo questa grandiosa apparizione la band è nuovamente in tour, che questa volta interessa dapprima l'America del Nord (Canada, U.S.A. e Messico), poi l'Europa (Spagna, Svizzera ed Olanda) ed infine il Sud America (Cile e Brasile), tenendo la band on the road per tre mesi. Il concerto del 24 agosto a Cincinnati verrà in seguito anche trasmesso radiofonicamente e presto queste registrazioni diverranno reperibili anche all'acquisto (il cosiddetto Westwood One Concert). Tra gli impegni minori di Parsons in quello stesso 1995 vanno ricordati l'album "Real World" dei Tin Drum, per il quale Alan risulta produttore di un brano, e "Fly" di Sarah Brightman, dove Alan partecipa come ingegnere per alcune sessions.

Da parte sua Eric Woolfson, nonostante l'ingentissima pena inflittagli dal tribunale e la conseguente dichiarazione di bancarotta, riesce immediatamente a riprendersi e nello stesso 1993 fa riparlare di sé con un nuovo musical: "Gaudì", ispirato al famoso architetto catalano. Il musical, in lingua tedesca, apre in Germania, prima ad Aachen il 9 ottobre '93, poi ad Alsdorf il 26 maggio 1995 e più tardi anche a Cologne, e da esso viene dapprima tratto un album a diffusione limitata che vede John Cashmore, Dagmar Hellberg e Mark Lohse come vocalist. A pochi mesi di distanza l'album viene pubblicato a più vasta diffusione per l'etichetta Wea Records, questa volta nella versione cantata da Cashmore, Renée Knapp e Martin Moss. Il musical, così come gli album da esso tratti, include nuove versioni di tutti i brani dell'originale album "Gaudi" del Project (con la sola eccezione di "Paseo De Gracia"), con l'aggiunta di altre nuove canzoni scritte nei testi e nelle musiche dal solo Eric. Il ruolo di Woolfson è anche quello di produttore assieme a Haydn Bendall, quest'ultimo presente anche nella veste di ingegnere del suono, mentre gli arrangiamenti vengono affidati a Gavin Greenaway.

Nel 1996 Alan Parsons, ritornato in studio di registrazione, pubblica "On Air", nuovo concept album basato sulla storia del volo e sul comune desiderio umano di volare. Questa volta la band fissa, oltre che da Parsons, Bairnson, Elliott e Richard Cottle è composta anche dal tastierista Gary Sanctuary e dal bassista John Giblin (ex Simple Minds), mentre ancora una volta l'orchestra viene affidata ad Andrew Powell. "On Air" è un album nel quale Ian Bairnson gioca un ruolo fondamentale anche come compositore, mentre quello di Parsons come scrittore va attenuandosi. Infatti, seppur Alan rivesta il ruolo di produttore, ingegnere del suono e tastierista aggiuntivo, posa la sua mano di scrittore solo su alcuni brani lasciando così maggior spazio ai fidati collaboratori Bairnson ed Elliott. In qualità di vocalist vengono chiamati Eric Stewart, Neil Loockwood, Steve Overland, Christopher Cross e Graham Dye. L'album "On Air" viene accompagnato nella sua edizione originale da un interessante CD-Rom, nel quale oltre ad una dettagliata storia dell'aviazione ed a moltissime altre notizie e curiosità sul volo si trovano anche videoclip, testi, immagini, ed altro ancora sulla band. Infine, l'album si contraddistingue anche per l'esistenza della versione alternativa registrata in multicanale DTS 5.1.

Il 1° luglio 1997 Alan Parsons viene nominato vice presidente del prestigioso EMI Studios Group, incarico che però lo tiene occupato per alcuni mesi soltanto. A fronte dei già ingenti impegni per la propria carriera musicale, infatti, lo stesso Alan chiede di poter lasciare l'incarico di vice presidente e rivestire, invece, un incarico più flessibile. Ad Alan vengono affidati gli Special Projects della EMI.

Nel frattempo, alla pubblicazione dell'album "On Air" segue un lunghissimo tour che porta Alan e la band in giro per il mondo. Dapprima negli Stati Uniti ed in Canada, poi nel 1997 in Cile, Argentina, Brasile, Francia, Olanda, Inghilterra, Spagna e Giappone, partecipando anche al Night Of The Proms, con apparizioni in Belgio, Germania ed Austria. Nello stesso anno esce l'album "Anthology" degli Ambrosia, contenente anche due nuovi brani registrati e mixati da Parsons. Il lungo tour continua anche l'anno seguente, portando la band in Turchia, Olanda, Svizzera, Austria e finalmente anche in Italia, con tre date: a Trieste il 23 maggio, a Bolzano il 24 ed a Milano il 25. In giugno, luglio ed agosto Alan Parsons si unisce agli Yes come band d'apertura in un nuovo tour che interessa gli Stati Uniti e il Canada, dopo di che alcune apparizioni a festival musicali nel Lichtenstein ed in Germania pongono fine al lunghissimo "On Air" world tour.

Da segnalare nello stesso 1998 due curiosi progetti che hanno interessato Alan Parsons: la registrazione con Arthur Brown di un singolo contenente un remake del celebre brano "Fire", assieme ad un altro brano, nonchè il rifacimento di una traccia dei Scarlet Party (la band di Graham e Steve Dye) intitolata "101 Damn Nations" registrata con Phil Collins ed i fratelli Dye. Bizzarramente, ad oggi nessuno di questi tre brani è mai stato pubblicato.

Dal canto suo, nel 1996 Eric Woolfson presenta un nuovo musical intitolato "Gambler". Lo spettacolo, basato sul rischio del gioco d'azzardo ed ambientato in un casinò, include nuove canzoni nonché nuove versioni di vecchi brani del Project estratti per lo più dall'album "The Turn Of A Friendly Card". Il musical viene rappresentato a Monchengladbach, in Germania, e nel 1997 esce a diffusione limitata l'album della colonna sonora, registrata dal vivo in teatro. L'album è prodotto da Woolfson e Haydn Bendall, quest'ultimo anche ingegnere del suono, mentre gli arrangiamenti vengono affidati a Gavin Greenaway. I musical "Gaudì" e "Gambler" tengono alto il sipario per un certo periodo, ma nel 1998 il forte calo di presenze di pubblico costringe ad interrompere le rappresentazioni di entrambi i musical. Ma ciò non toglie che i due spettacoli, "Gaudì" in particolar modo, abbiano riscosso grande successo: un totale di 250.000 spettatori per "Gambler" e ben oltre un milione per "Gaudì".

E già l'anno seguente "Gambler" fa riparlare di sè alzando il sipario in Corea del Sud, rappresentato il lingua coreana dalla compagnia teatrale locale Seensee Musical. E nello stesso 1999 viene pubblicato a diffusione limitata il relativo cast disc coreano.

Intanto Alan Parsons, concluso l' "On Air" world tour, si ritira in studio per le registrazioni del nuovo album,"The Time Machine", pubblicato nel 1999. Il titolo è preso a prestito dal noto romanzo di H.G. Wells, ma l'album non è ispirato direttamente al romanzo, bensì all'argomento 'tempo' in generale. Nel ruolo di scrittori ritroviamo principalmente Ian Bairnson e Stuart Elliott, mentre la band è composta, oltre che dai due e da Parsons, da John Giblin, Richard Cottle e dalla new entry Robyn Smith (pianoforte e tastiere). Da segnalare la presenza di vocalist d'eccezione, quali Tony Hadley (ex Spandau Ballet), Maire Brennan (dei Clannad) e Beverley Craven, nonchè il gradito ritorno di Colin Blunstone e Chris Rainbow. L'album segna anche la riconferma di Neil Lockwood e Graham Dye come vocalist e di Powell come arrangiatore e direttore orchestrale. Dopo l'apparizione live in giugno al Michael Jackson & Friends a Monaco, Germania, nel settembre dello stesso anno ha inizio il "The Time Machine" world tour ed, inoltre, l'attività live di Parsons lo porta anche al Night Of The Proms '99.

 

Queste le vicende fino al 1999. Per informazioni dettagliate sugli anni a seguire vi rimandiamo alla sezione "Novità", nella quale è possibile trovare tutte le informazioni raggruppate per anno.

 

Da oltre trent'anni Parsons e Woolfson continuano a regalarci meravigliose avventure musicali e molti altri affascinanti progetti verranno sicuramente negli anni a venire.