Il 1986: il Project nell'era digitale 

a cura di Dario Pompili

 

Album simmetrico, totalmente imperniato sull'era del digitale, freddo e tagliente per alcuni versi, concitato e passionale per altri, è l'album che ancora una volta denota la capacità ineguagliabile di Mr. Parsons di confezionare un prodotto nitidissimo dal punto di vista ingegnieristico con una connotazione stilistica di nuovo completa ed armoniosa.

La release su Compact Disc mette in evidenza il gusto della simmetria dell'opera: testi ed artwork riportati come riflessi su specchio sulle pagine opposte del booklet che lo accompagna; a proposito dell'artwork, vengono utilizzate le figure tipiche dell'analisi psicoanalitica, le cosiddette macchie di colore di Rorshach, casuali tracciati simmetrici che dovrebbero tendere a segnalare nella persona che li vede figure evocative. La versione limitata su LP con busta colorata, realizzata a cura di Colin Chambers ed Andrew Ellis, fu motivo di nomination come miglior package realizzato nel 1985.La copertina è stata oggetto di svariate interpretazioni; la più attendibile è quella della rappresentazione termografica della testa di un toro. Il termine Stereotomia, ovvero l'arte di tagliare in parti simmetriche una pietra, è ancora una volta un'equivocabile richiamo a Poe, onnipresente nei lavori del duo Woolfson/Parsons, che usò per la prima volta questo termine come chiave di soluzione nel racconto The Murders In The Rue Morgue.

Tacciato dalla critica per essere "l'episodio meno convincente della produzione del Project" Stereotomy è un concept con probabilità legato alla rappresentazione in stile autobiografico (di Woolfson) della altalenante e romantica vita di un artista che rivive, in tappe violente e contrapposte, lo spaccato della sua vita tra successi e disfatte. L'inaspettata e palpitante ascesa agli onori dei media con un brano che apre e chiude l'album (Stereotomy), tale da sconvolgere e far scendere nell'abisso onirico (Beaujolais), costellato dal delirio dell'onnipotenza e della velocità (Urbania), per poi risalire dal tunnel verso nuovi e acclamanti orizzonti che richiamano in gioco l'orgoglio ed il desiderio di apparire dell'artista (Limelight), fino alla viva ribellione dai compromessi che avvolgono il mondo dello spettacolo, proiettandosi verso valori inequivocabili quali forse la fede (In The Real World, Light Of The World).

A parte consideriamo Where's The Walrus, oltre sette minuti di pura energia in cui una grande carica emotiva si esprime attraverso l'eccellente resa del supporto digitale. Sintetico ed efficace, una perla digitale realizzata anche in versione ambisonica, Stereotomy è un passaggio necessario di maturazione del Project; non certo una rappresentazione di uno "stile senza troppe energie", ma al contrario un palpito di passionalità con una connotazione musicale aggressiva molto spiccata, quasi una risposta di Alan alle atmosfere maggiormente stucchevoli e indirizzate al mercato pop del precedente Vulture Culture di matrice decisamente più woolfsoniana. Nessuna "aurea mediocrità " ma una impennata tecnica e creativa che segue indubbiamente i fasti dei lavori precedenti tra i quali eccelle per l'indubbio e raffinatissimo impegno tecnico Con Stereotomy il Project compie dieci anni di attività, dimostrando di saper attraversare ogni fase evolutiva della musica portandosi dietro di se uno stile inconfondibile; uno stile che va oltre il tempo, e che ha saputo cavalcare l'era delle bobine fino a raggiungere la perfezione del digitale senza perdere smalto, anzi proiettandosi in un'ottica sempre nuova e dalle continue ed indubbie potenzialità evolutive.