Gaudì: sospesi tra poesia e sogno 

a cura di Dario Pompili

 

Sulle ali della perfetta resa tutta digitale di Stereotomy, Parsons-Woolfson sfornano Gaudì, album dedicato ad Antonio Gaudì, architetto catalano ricordato dai posteri per la maestosa ed incompiuta cattedrale della Sagrada Familia; Antonio Gaudì è tornato recentemente alla ribalta, perché un suo progetto degli ultimi anni della sua vita, un maestoso albergo iperfuturistico, è arrivato tra le proposte più gettonate per costruire una nuova opera che andrà a colmare il vuoto architettonico di Ground Zero.


Il Gaudì album è da vedere nell'ottica di una nuova riaffermazione della volontà di Woolfson di lambire le problematiche ed i misticismi della fede cristiana, toccati in vari punti del suo percorso musicale, che sembra sempre più legato ad una lettura intimistica di Eric, connessa al suo abbraccio fideistico che si maturava proprio in quegli anni. Opera altamente cristallina, che si eleva leggera come le torri della Sagrada Familia, per raggiungere, chissà, il crisma della perfezione. Alcuni hanno pensato che anche Gaudì album sia "incompiuto" come l'opera del maestro catalano; un azzardo possibile, viste le luci ed ombre disseminate da Woolfson nell'opera del Project. In un'atmosfera rarefatta e sognante, Woolfson si immedesima in maniera evidente nell'animo dell'artista Gaudì, sognatore e poeta (Inside Looking Out, Closer To Heaven), fino a provare le emozioni violente della suo stesso capolavoro (La Sagrada Familia, Standing On Higher Ground). Gaudì è forse l'album tecnologicamente più puro dell'intera opera Project, forse superiore a Stereotomy in alcuni punti. La purezza e la leggerezza dell'opera è tuttavia solida come i marmi e gli alabastri usati dal maestro catalano, in un connubio riuscitissimo e fortunatamente ben apprezzato dalla critica: "il sound è magico ed arioso, la melodia è di pregio […] le magiche canzoni composte da Alan Parsons ed Eric Woolfson si sviluppano con dolcezza e lieve incanto… Ingiustamente sottovalutato dalla critica specializzata, Gaudì è il classico lavoro da rivalutare per la sua eleganza e straordinaria incisività"; altrove, purtroppo si legge "l'opera di Alan Parsons rappresenta nuovamente un effimero tentativo di sfoggiare una vuota impotenza con capacità tecniche superbe" (che vorrà mai dire, poi?).


Ricordiamoci che con Gaudì le opere del Project ufficialmente si concludono. Parsons e Woolfson iniziano a percorrere strade sensibilmente diverse, ma il filo rosso che ha legato tanti album assieme è con Gaudì forse più evidente: percorrere gli stati d'animo dell'uomo, tra ansie e passioni, per raggiungere soltanto alla fine la serenità e la salvezza del proprio spirito.