René Magritte e Storm Thorgerson
Le influenze del pittore belga sull'autore delle più belle copertine parsonian

Intervista di Giorgio Rizzarelli ad Alessandro Palmigiani
Fotocomposizioni: Alessandro Palmigiani, Giorgio Rizzarelli, Francesco Ferrua

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Al Parsons Day 5, a Roma, abbiamo visitato la mostra "Magritte, La storia centrale": oltre 70 dipinti del grande pittore belga, che abbiamo ammirato sia per conoscere meglio l'artista, sia perchè quest'ultimo è il principale ispiratore di Storm Thorgerson, il grafico che, da solo o nello studio Hipgnosis, ha curato le più belle copertine di The Alan Parsons Project, di Alan Parsons e dei Pink Floyd. Questa pagina contiene una piccola intervista sull'argomento ad Alessandro Palmigiani che, oltre ad essere un grafico di professione, proveniente dall'Accademia delle Belle Arti di Roma con una tesi su Magritte, è anche un apprezzatore delle opere di Parsons e Thorgerson. Nella pagina abbiamo anche introdotto varie immagini che evidenziano i riferimenti magrittiani introdotti da Thorgerson in alcune copertine parsoniane.



Il quadro di Magritte La catapulta del deserto (immagine grande), al confronto con l'artwork della copertina della versione originale di
Tales Of Mistery And Imagination - Edgar Allan Poe di The Alan Parsons Project.

 


L'ami intime (immagine grande), a confronto con vari elementi dell'artwork del libretto di Tales.

 

GR: Le prime fotocomposizioni di questa pagina mostrano varie influenze di opere magrittiane sull'artwork di Tales Of Mistery And Imagination - Edgar Allan Poe, il primo album di The Alan Parsons Project. C'è un legame diretto fra Magritte e Poe?
AP: Magritte è stato un grande appassionato di Poe, specie in gioventù. C'è un racconto di Poe in particolare che l'ha influenzato: L'uomo della folla. In molti quadri magrittiani, infatti, è presente un uomo di spalle, con tanto di cappello. A Magritte interessa il mistero di quest'uomo anonimo, che segue la sua strada verso una destinazione ignota, e che si nasconde in una folla che si ripara dalla pioggia, sotto un mondo di ombrelli. Quasi alla fine del suo racconto, Poe conclude: "E' l'uomo della folla. Seguirlo sarebbe inutile, poichè non apprenderei nulla di più, nè di lui, nè delle sue azioni".

GR: L'essenza dello stile magrittiano sembra essere la dimostrazione che le rappresentazioni di oggetti reali possono avere un significato molto diverso da quello che hanno gli oggetti in realtà. E' uno stile surrealista ma, come per ogni grande artista, si colloca al di fuori della corrente principale, proiettato verso il futuro, tant'è che Magritte ha influenzato il linguaggio pubblicitario del Novecento. In quale misura pensi che Magritte abbia influenzato Thorgerson?
AP: Thorgerson è forse l'artista che più di ogni altro ha assorbito con uno stile personale e raffinato le intuizioni magrittiane. Anche se non ama ammetterlo: nel 1998, il giornalista Steven Cerio domanda a Thorgerson: "Magritte influenza il tuo lavoro. Sei influenzato da altri dei primi Surrealisti?" e Thorgerson risponde: "Veramente non saprei. Il nostro primo libro, che è del 1978, venne chiamato Walk Away René perchè pensavamo di esserci lasciati quell'influenza alle spalle, ma la gente diceva che eravamo comunque Surrealisti. Credo che le nostre opere non siano così strane come le sue. Non credo che la mucca (NdE: Thorgerson si riferisce ad Atom Heart Mother), Ummagumma o Division Bell siano lontanamente come Magritte". Ma a mio avviso le influenze di Magritte ci sono, almeno nelle copertine di album parsoniani.
Mentre la pubblicità ha spesso "saccheggiato" elementi di Magritte senza citarlo, Thorgerson lo riconosce in maniera più onesta, perché lo cita in modo abbastanza esplicito, sia in alcune sue opere, che nello stesso titolo del suo libro sopra citato.

GR: Se da una parte è proiettato al futuro, dall'altra, in una certa misura, Magritte è influenzato dal passato: trae inizialmente ispirazione da de Chirico, e nel quadro La notte di Pisa, in cui rappresenta la celebre torre sostenuta da una piuma, ha una vaga influenza classica. Pensi che ci siano echi del passato anche nell'opera di Thorgerson?
AP: Vi sono molti film e libri che hanno influenzato le opere di Storm Thorgerson. Per esempio in una copertina dei Led Zeppelin si è ispirato al libro Childhood's End di Arthur C. Clarke.

GR: Perchè Magritte rappresenta molto spesso le donne con il volto coperto, spesso da un panno?
AP: Magritte non ha mai fatto mistero sulla tragica morte suicida della madre, che fu ritrovata in un fiume con un panno sul volto. Ma ha anche criticato chi vedeva assiduamente in ogni suo quadro uno stretto rapporto con la sua vita personale.

 


Particolare dell'interno copertina di Pyramid (sopra), a confronto con Il genere notturno.

 

GR: Alla mostra, quando io e i miei amici parsoniani osservavamo il titolo di un'opera di Magritte, lo trovavamo sempre inaspettato: anche se talvolta alla fine realizzavamo che il titolo descrive il significato del quadro, avevamo l'impressione che Magritte volesse giocare con l'osservatore. Ci eravamo messi a fare il gioco di provare a indovinare i titoli dei quadri, e sbagliavamo sempre. Qual è il rapporto fra i quadri di Magritte e i loro titoli?
AP: Magritte afferma che i titoli dei quadri non sono spiegazioni e i quadri non sono illustrazioni dei titoli. Era sua consuetudine invitare al Sabato i suoi amici intellettuali per scegliere i titoli dei quadri: loro ne proponevano svariati, e poi lui ne faceva scegliere uno a caso da un ospite. In qualche modo alla fine il titolo poteva avere a che fare col quadro, ma c'era una certa libertà di scelta; questo processo aveva effettivamente, in qualche modo, a che fare col gioco.
Al contrario, Thorgerson non ha lo stesso tipo di libertà, perchè ovviamente deve fare i conti con il contenuto del disco. Ma, a mio avviso, si prende molte libertà tipicamente magrittiane, in quanto cerca di evocare, più che rappresentare, il messaggio musicale.

GR: Precisamente, fino a che punto l'osservatore è coinvolto attivamente quando guarda una copertina di Thorgerson?
AP: Molti artisti figurativi comunicano nelle loro opere un messaggio velato: ti forniscono degli indizi, tu segui un percorso e giungi al messaggio. Storm ci indica la strada da seguire e ci dà una miriade di indicazioni, ma proprio quando siamo convinti di essere arrivati a destinazione ci perdiamo o ci ritroviamo al punto di partenza. Mi viene in mente il serpente che si morde la coda nella copertina di Vulture Culture. Non c'è un punto di arrivo in un'opera di Thorgerson. Ciò che Storm vuole provocare nell'osservatore è dunque un vero e proprio corto circuito mentale. E c'è una sottile ironia in questo, un po' come l'ironia presente nei titoli magrittiani di cui parlavamo prima. L'esempio più tipico mi sembra essere la copertina di Try Anything Once: gli uomini con bombetta e le sfere citano Magritte, ma ci sono anche altri simboli che non hanno a che fare con Magritte (citano semplicemente alcune canzoni), e alla fine non c'è un vero messaggio finale.

GR: E si tratta di un paesaggio aperto. Ho notato che Thorgerson fotografa quasi sempre in paesaggi aperti. E il meraviglioso quadro magrittiano La corda sensibile, che hai incluso nelle tue fotocomposizioni, contiene uno splendido paesaggio aperto. Come differisce, fra questi due grandi artisti, l'uso dei paesaggi aperti, e in generale il rapporto con la Natura?
AP: I paesaggi aperti di Thorgerson presenti sui lavori di Parsons danno respiro e senso di libertà all'osservatore e quasi mai sono intaccati dalla mano dell'uomo. Un caso estremo è l'immagine che accompagna la strumentale rilassante Dreamscape nel libretto interno di Try Anything Once: un semplice paesaggio aperto senza elementi estranei. Nelle immagini che accompagnano gli altri brani, al contrario, abbiamo anche la presenza di elementi umani e talvolta pure paradossali. I paesaggi di Thorgerson sembrano riportarci ad uno stato primitivo e di assoluta tranquillità, ma quasi sempre è solo un espediente per formare un contrasto con gli altri elementi grafici.
Magritte, invece, con la Natura rappresenta la forza, il mistero. E, contrariamente a Storm, a volte la rappresenta in maniera alterata o filtrata.

GR: Già, come l'avvoltoio in giacca de Il Presente. E' una critica sulla società moderna? Com'era visto Magritte dai critici contemporanei?
AP: Magritte rappresenta un caso unico e anomalo per gli stessi surrealisti, figuriamoci per i critici. E' stato molto criticato, per il suo stile freddo e accademico, per le sua cosiddetta non-pittura. Le sue critiche erano rivolte alla borghesia, in quanto estranea all'impegno culturale dell'epoca.

 


Il Presente e, in angolo, particolare della copertina di Vulture Culture.

 

GR: In alcune opere Magritte ha usato una tecnica di collage, applicando sulla tela dei ritagli di spartiti musicali. Qual era il rapporto di Magritte con la musica?
AP: In realtà, a differenza di altri suoi colleghi, non credo che Magritte abbia approfondito particolarmente il discorso delle relazioni fra musica e arte, più che altro perchè probabilmente non ne era particolarmente interessato.

GR: E il rapporto di Magritte con l'irrazionale?
AP: Lo stesso rapporto che aveva con la vita.

GR: Grazie Alessandro, è stato un piacere.
AP: Anche per me.

 


La copertina dell'album Try Anything Once di Alan Parsons (immagine grande) cita almeno due elementi ricorrenti nelle opere magrittiane: l'uomo con bombetta e la sfera bianca, e il campanellino (presente sulla variazione della copertina per la musicassetta, qui rappresentata) potrebbe citare i sonagli ricorrenti nelle opere di Magritte, come per esempio il quadro precedente Il Presente. In alto, da sinistra a destra, le opere magrittiane La voce del sangue, La fata ignorante e Golconde. Gli oggetti sostenuti dagli altri uomini citano alcune canzoni, essendo associati a queste nel libretto interno.

 


L'uscita da scuola a confronto con la copertina USA di Live.

 


La corda sensibile e, in angolo, un elemento del libretto interno della versione europea di Live.

 


Gli abitanti del fiume e, in angolo, un particolare del libretto interno di Live (versioni europea e USA): in ambedue i casi gli esseri raffigurati hanno testa di manichino ma corpo umano (si notino le mani).

 


La copertina di On Air (in basso a sinistra) a confronto con varie influenze magrittiane: un disegno gigante di lampadina, insieme al quale Magritte si è fatto fotografare; in alto a destra, un disegno tratto da Les Poèmes, un libro di Mesens illustrato da Magritte; in basso a destra, particolare da Le manie di grandezza.

 

La mostra Magritte, La storia centrale è aperta fino all'8 Luglio 2001. Si trova nel Complesso del Vittoriano, vicino ai Fori Imperiali, a Roma.