MICHAEL JACKSON AND FRIENDS

Monaco, 27 giugno 1999

 

REPORTAGE DETTAGLIATO

a cura di Giorgio Rizzarelli e Francesco Ferrua

 


Ci siamo collegati al sito  http://www.mcy.com/munichwebcast/main.htm con largo anticipo rispetto all’ora prevista per la performance di Alan Parsons Band, in tempo per riuscire a scaricare l’applicazione Realplayer necessaria per poter seguire il concerto in diretta.

Uno di noi ha scaricato l’applicazione addirittura il giorno prima, approfittando del fatto che quel giorno il sito era meno consultato e quindi il download più veloce, e consigliamo di fare altrettanto a chi volesse seguire in futuro un evento analogo.

Dopo aver provato i vari server, ognuno di noi ha stabilito un’ottima connessione audio (chi possedeva un modem molto veloce avrebbe potuto seguire anche il video). La connessione è stata dunque molto simile a una trasmissione radiofonica.

All’ora prevista per la performance, cioè le 15:50, suonavano ancora altri artisti. Per ben mezz’ora, vari gruppi musicali si alternavano a prove tecniche. Una lunga attesa, ma immaginavamo che in un evento del genere dei ritardi fossero plausibili.

A un certo punto, circa alle 16:20, sentiamo delle prove del suono un po’ più lunghe e meticolose delle precedenti. Improvvisamente un tastierista effettua una prova, e si odono le note iniziali di "Games People Play". In quel momento qualsiasi projectologo all’ascolto è sobbalzato. Poco dopo si odono alcune note della tastiera principale di Sirius: ecco un altro segnale. Seguono delle prove della batteria e bizzarre prove del microfono (un tale dice anche "Alan! Alan!”). Poi ancora batteria, un breve assaggio di chitarra e poi silenzio. Vari e strani suoni di tastiera precedono quello che sembra il vero inizio di Sirius. Invece no: sulla tastiera di Sirius una voce agitata comincia a parlare e ricominciano le prove dei microfoni. La tastiera si interrompe e ritorna il silenzio. Siamo in fremente attesa per l’inizio dell’esecuzione, ma contemporaneamente ci godiamo la rara occasione di seguire dal vivo delle prove del suono di Alan, cercando di immaginare cosa stia accadendo sul palco. Nuove prove microfono, con il vocalist che emette strani vocalizzi. Poi una voce chiede  insistentemente una chitarra.

Finalmente parla il presentatore (e sono passati ben 10 minuti dall'inizio del sound check), e del suo discorso tedesco riusciamo a capire solo le parole "OK!" e “ALAN PARSONS!!!” mentre in sottofondo la band ha già attaccato l’introduzione di Sirius. Subito dopo Alan attacca. All’inizio il mixaggio è molto inferiore allo standard di Alan (il che è sicuramente dovuto al fatto che in questo caso Alan non ha avuto una giornata intera per effettuare le prove), ma poi migliora. E' una versione di Sirius un po' diversa dal solito: nella parte iniziale Stuart Elliott alla batteria aggiunge dei passaggi, e alla fine l’assolo di chitarra è assente, il che è dovuto al fatto che mancava l’insostituibile Ian Bairnson.

Come al solito, la fine di Sirius sfuma nell’inizio di Eye In The Sky, versione anche questa singolare, sia per l’esecuzione non fedele di John Beck delle note iniziali di tastiera, sia per l’assenza di Ian (sostituito da un altro chitarrista che ha usato uno stile e un suono diversi da quelli di Ian, ma comunque abbastanza adatti), sia per la presenza alla voce, per la prima volta, di Tony Hadley. La performance del grande Hadley è buona ma non ottima, probabilmente non a causa sua, ma perché non sente bene la band a causa di una cattiva regolazione degli altoparlanti “spia” sul palco. Buona l’esecuzione in generale, ma ciò che ha contemporaneamente dispiaciuto e stupito è il singolare assolo finale, solo vagamente ripreso dal chitarrista: Ian manca, e si sente.

Finita EITS Alan dice:"Wonderful, thank you!" e presenta il suo nuovo vocalist, Tony Hadley, ricordando che è un ex Spandau Ballet. Alan fa anche presente che sul suo nuovo album, che uscirà in Europa in Settembre (si riferisce naturalmente a The Time Machine), Hadley canterà un brano. Ne seguono grandi applausi, e Hadley ringrazia calorosamente il pubblico.

Viene la volta del successivo brano: Games People Play. I due vocalist (Hadley e Neil Lockwood) all’inizio non sono troppo perfetti e uniti, ma, conoscendo i loro talenti vocali, crediamo che anche in questo caso la causa fosse tecnica. Infatti poco dopo la loro resa migliora, come anche il mixaggio. La versione è differente da quella dell’album, avendo una carica rock maggiore, e una performance vocale un po’ diversa dall’originale. Come al solito, la parte centrale strumentale è molto bella. Qui il chitarrista esegue dei suoni per riempire il sottofondo, ma lo stile è diverso da quello di Ian, per quanto abbastanza adatto: più che di effetti speciali si tratta di glissati. Come in altre recenti esecuzioni dal vivo di questa canzone, il primo assolo di chitarra viene sostituito dal synth, mentre sul secondo resta la chitarra. Differente anche  il finale con uno stacco di batteria.

Le esecuzioni sono state dunque diverse dal solito, sia musicalmente che come resa sonora, ma sono state abbastanza buone.

Nuovamente applausi e ringraziamenti ed anche presentazione della band. Alan presenta Tony Hadley e Neil Lockwood (voci), Stuart Elliott (batteria) e John Beck (tastiera); nella formazione c’erano anche il nuovo bassista Richard Nolan e naturalmente lo stesso Alan Parsons alla chitarra e alla tastiera.

AP (&band) termina così questa sua performance di canzoni del Project, ma non scende dal palco: vi chiama l'ex Beatles Ringo Starr, ricordando che fu proprio una delle prime persone con cui lavorò ad Abbey Road, e proprio sull'omonimo album dei Beatles. In questo concerto AP band accompagna Ringo in due classici dei Beatles: Yellow Submarine e With A Little Help From My Friends, canzone che appare estremamente appropriata sia per il carattere di beneficenza del concerto, sia per il fatto che Ringo ha chiesto aiuto ad AP band, la quale ha reso le canzoni benissimo. Alan, grande fan dei Beatles, dev’essere stato molto commosso.