Il Parsons Day 4: "Watching The Time Machine"

autori vari - commenti raccolti da Dario Pompili


 

Raccontare cosa è stato realmente il quarto Parsons Day è una impresa davvero ardua; percui da stavolta in avanti affiderò il racconto dei meetings parsoniani a brevi stralci emozionali di tutti i partecipanti, limitandomi a dire cosa è stata per me questa ulteriore conferma dell'incredibile affiatamento umano e musicale.

Organizzato fino alla perfezione da Giorgio e Jin, il Pday triestino ha toccato realmente la vetta del fanatismo parsoniano. Il primo giorno, Venerdì 4 agosto 2000, è stato dedicato al turismo locale, soprattutto con la splendida visita della famosa Grotta Gigante, la più grande cavità d'Europa, spettacolare nella sua maestosità. Raggiungiamo in serata un ristorante triestino dove diamo vita, con un brindisi, al primo fan club italiano su Alan Parsons, "The Parsons Day Italian Fan Club"; emozionante, perché tutti noi grazie alla pazienza di Giorgio e Jin, abbiamo avuto modo di indossare le magliette del fan club e ritrarci assieme per questa formalizzazione tanto attesa, la quale dà privilegi notevoli ad ogni fan parsoniano che voglia iscriversi.

La serata è continuata da Giorgio, con un nutrito scambio di materiale discografico parsoniano tra fan e la visione di materiale video realmente incredibile, il cui contenuto è totalmente inedito.

La mattinata del giorno successivo è stata dedicata alla visione di ulteriore materiale video e allo scambio di idee; a ruota il pranzo parsoniano, spettacolare nella sua maestosità, con cibi tematici, quali tartine decorate con loghi parsoniani, ed addirittura bicchieri e tovaglioli con loghi degli album del Project (un particolare ringraziamento a Viviana per la realizzazione).

La parte più emozionante è avvenuta quando Giorgio ci ha regalato una stupenda emozione suonando in una chiesa locale brani del Project su un organo a canne: sensazioni da brivido, dovute ad una impeccabile esecuzione di brani come il tema di Ladyhawke o la I Robot Suite, e di molti altri lavori tra cui un toccante inedito dello stesso Giorgio.

Al rientro, Giorgio e Jin si sono superati organizzando, a mia insaputa, una premiazione extra per il mio compleanno: un Eye In The Sky in vinile verde trasparente, una rarità incredibile, omaggiato insieme ad una delizia gastronomica. Ci siamo poi dedicati a giochi tematici, con favolosi premi quali una maglietta del Time Machine Tour, una tazza Eye In The Sky, vinili ed altro ancora. Un musichiere parsoniano ottimamente organizzato ha dato vita ad una bellissima competizione. Finale serata da brivido con la realizzazione di una incredibile rappresentazione del brano The Tell Tale Heart di Jin e Giorgio, con una scenografia mozzafiato. A conclusione della serata, altro materiale, giochi e commenti.

La domenica è stata dedicata a foto "votive" stile Ammonia Avenue presso un centro industriale triestino, con tanto di camici; un vero delirio parsoniano, direi, a cui è seguito un picnic in uno stupendo scenario carsico.

Al rientro, un karaoke parsoniano in piena regola, coinvolgente ed emozionante, in parte acustico ed in parte elettronico, seguito da una caccia al tesoro parsoniana, con tanto di indizi, enigmi ed indovinelli tematici, incluso addirittura un "giallo" parsoniano, premiato con un CD parsoniano, come ogni altro gioco svolto in questi giorni.

Ci sarebbero milioni di cose da dire ed emozioni da raccontare, ma posso concludere dicendo che solo di persona un parsoniano può realmente sperimentare quanto sia coinvolgente e umanamente gratificante partecipare ad uno di questi meetings. Bene, prima che la commozione prenda il sopravvento, passo la parola agli altri partecipanti.

Alla prossima, dunque, anzi: Until The Next Time...

Dario Pompili - Roma

 

Commento di Francesco Ferrua (Carcare - provincia di Savona)

Nel ripercorrere le giornata del Parsons Day 4 seguo il consiglio di Stuart Elliott: "Press rewind and let it go" …e durante questo rewind sono mille i momenti sui quali fare il fermo immagine per gustarli nuovamente.

Il PDAY4 si è svolto a Trieste nelle giornate dal Venerdì 4 alla Domenica 6 Agosto 2000, con Lunedì come giorno di partenza. Ritenere questo 4° incontro il migliore tra tutti quelli fin'ora avvenuti è, probabilmente, qualcosa di veritiero, merito della perfetta ed intensa preparazione degli organizzatori, Giorgio e Jin, di una serie di coincidenze favorevoli (la casa libera a nostra completa disposizione per tutte le 4 giornate e la perfetta coincidenza degli orari di arrivo e partenza di tutti i partecipanti) ed il numero dei partecipanti: 10 fan per tutta la durata dell'incontro, ed il numero è salito a 12 per la cena del Venerdì sera.

Come per ogni PDAY degno di questo nome, non è il caso, a mio avviso, di addentrarsi troppo nei dettagli delle mille cose fatte in queste giornate, perché ciò che più conta, come sempre, è l'incredibile affiatamento ed amicizia che si instaura immediatamente tra i pdaysti, quell'atmosfera di fratellanza che si respira nell'aria. E questa è una cosa che va apprezzata maggiormente proprio in questo quarto Pday, dato l'elevato numero di partecipanti, tra i quali molti alla loro prima esperienza pdaysta. Dal mio punto di vista nulla poteva andare meglio di così: amicizia, simpatia, ironia, armonia e dedizione parsoniana sono tutti importanti elementi che hanno caratterizzato anche questo meeting.

Per chi ama i dettagli, potrei citare alcune tra le molteplici iniziative che hanno riempito il PDAY4: il "karaoke" acustico, quello elettronico, il Parsonòpoli, il mitico pranzo tematico, i molteplici giochi a premi, la visione di incredibile materiale video e lo scambio di materiale audio, lo straordinario concerto d'organo nel quale Giorgio ha eseguito brani del Project e di Powell, vari numeri musicali a sorpresa, l'ascolto ed il commento degli album, nonché, per quanto riguarda il turismo, la visita allo splendido parco di Villa Revoltella e alla Grotta Gigante, il picnic "On Air", e molto altro ancora.

Ogni momento ha saputo dare forti emozioni ed è stato vissuto intensamente, ed è per questo che il tempo è volato. Tutte le iniziative sono state organizzate e pianificate da Giorgio e Jin nella maniera più perfetta, sobbarcandosi impegni di tempo ed oneri economici non indifferenti, il tutto per regalarci quattro magici giorni di vacanza parsoniana. E' per questo che ancora una volta voglio ringraziarli, questa volta pubblicamente, per tutta la loro dedizione parsoniana e umana, nonché ringraziare tutti i partecipanti per il tempo condiviso e le forti emozioni regalatemi.

I Parsons Day, giunti ormai alla 4a edizione, sono una realtà consolidata e ben sperimentata, un'iniziativa che non potrà far altro che continuare a dare ottimi risultati, a diffondere la cultura parsoniana, a far maturare le amicizie e farne nascere nuove. In poche parole, ogni PDAY è un'esperienza veramente indelebile.

 

Commento di Guido Montini (Bologna):

Celeberrimi soci onorari del Parsons Day,

Sono ancora sotto shock dopo questa esperienza parsoniana, vuoi per il materiale visionato, vuoi per i giochi a volte molto impegnativi, vuoi anche per le fatiche vedi grotta e scale casa di Giorgio, e ieri tornare a lavorare è stata dura. I miei colleghi di lavoro hanno apprezzato molto la maglietta, e spero di convincere qualcuno a diventare un po' fan e comunque a visitare il sito.

Tutto ebbe inizio sotto la pioggia, e subito ho pensato Pday bagnato Pday fortunato. L'organizzazione è stata molto parsoniana, e permettetemi di fare un elogio a Jin, veramente brava e simpatica in ogni circostanza.

Sono rimasto sbalordito dal materiale smisurato di Giorgio, al confronto mi sento molto piccolo. Non so se mi riprendero' dal materiale video inedito, mitico! Poi che dire del video di "Brother up in heaven"? Trattasi di canzone struggente, paragonabile solo ad "Old And Wise".

Le tartine con i riferimenti parsoniani sono state un'idea veramente azzeccata ed erano veramente squisite.

La visita alla grotta è stata qualcosa di grande, e sapere che è la più grande del mondo mi rende orgoglioso, anche se fare 1000 gradini è un poco sfiancante.....
Peccato solo che è mancato il tempo per visitare la città [Nota dell'organizzatore: purtroppo il meglio del centro storico era in restauro giubilare sicchè l'abbiamo visto in fretta dalle macchine], ma le iniziative sono state molte e fitte, ed è giusto che sia così.

Le emozioni non sono mancate. Ai primi due giochi sono arrivato ultimo e mai avrei pensato di vincere il giallo parsoniano, confesso di non avere capito l'assassino, ma mi è andata bene, visto che ho vinto la "Definitive Collection", una compilation veramente notevole.

I giorni sono volati e day after day the show must go on. La mattina del Lunedì 7/8 Giorgio è stato grande: ho finalmente cantato "Old And Wise" ed è stato carino dedicare alla neofan parsoniana Sara il brano "Brother Up In Heaven": Sara per l'emozione ha profuso qualche lacrima, forse anche per la fine dell'evento parsoniano.

 

Commento di Gregorio Gobbi (Stienta - prov. di Rovigo):

Descrivere cosa sia un Pday a chi non c'è mai stato credo sia una prova molto ardua. Voglio evitare di narrare nuovamente le mille iniziative incredibili che Giorgio e Jin sono riusciti a prepararci. Mentre leggevo nel programma riferimenti a espressioni del tipo "iniziativa musicale a sorpresa" oppure "numero musicale a sorpresa" non immaginavo nemmeno lontanamente ciò che volessero dire! Il concerto d'organo, le foto "Ammonia Avenue", la rappresentazione di The Tell-Tale Heart e tutto il resto rende molto imbarazzante il lavoro di chi deve raccontarle, in quanto erano tutte talmente belle ed emozionanti che andrebbero descritte in modo rigorosamente cronologico.

Il fattore umano che ha caratterizzato il Pday ha sicuramente contributo a rendere l'evento memorabile. Questo è stato per me il primo incontro a cui abbia mai partecipato. Sono partito da casa in macchina con davanti a me 250 Km e 4 giorni da passare con ben 8 sconosciuti! Con me, oltre a un CD-Charger zeppo di Alan Parsons, anche la mia ragazza, Sara (che per non voler fare brutta figura si è studiata gran parte della discografia di Alan Parsons in 15 giorni, a parte i pochi che già conosceva) la quale, per giunta, conosceva ancora meno persone di me in quanto solo con alcuni (Giorgio e Dario) avevo avuto un piccolo scambio epistolare e telefonico! Quando ero stato al concerto di Trieste, coincidenza ha voluto che io fossi seduto esattamente dietro Giorgio. Il fato però ha voluto che ci scambiassimo solamente pochissime parole e niente più. Il nostro rincontro è stato merito di Internet e anche di un pizzico di fortuna.

Nonostante le giornate siano trascorse molto intensamente (circa 17 ore di filato nei giorni centrali con le restanti 7 suddivise tra dormire / lavarsi / colazione) il tempo è letteralmente volato! Al venerdì sera già mi sembrava di conoscere tutti da una vita… merito della magia parsoniana!

Proprio su questa magia io avevo scommesso il giorno in cui sono stato invitato! Ho rischiato grosso (spendere non poco per rompersi 4 giorni con gente antipatica) ma, senza ombra di dubbio, ho vinto il primo premio! Quando siamo tornati a casa io e Sara eravamo ancora increduli di tutto ciò che avevamo vissuto nel giro di un'ottantina di ore. Il premio che ho vinto al musichiere parsoniano (il 45 giri di Eye in the Sky) ora è esposto in casa mia a mo' di reliquia, assieme al favoloso bicchiere con il relativo tovagliolo! La maglietta che ha vinto Sara è custodita gelosamente in un cassetto per paura di rovinarla!

Insomma, per poter riassumere il Pday in una frase forse la più appropriata sarebbe: "Se non l'hai vissuto non sai cosa sia!". Davvero incredibile!

 

Commento di Sara Perinelli (Stienta - prov. di Rovigo):

...Quando ci siamo conosciuti, per me è stato come se ci conoscessimo da sempre e, dopo una mezz'oretta in cui sono stata un po' sulle mie, ho cominciato a ridere e scherzare come se fossimo amici che non si sono visti da tempo. Se devo essere sincera non mi ero creata nessun tipo di aspettativa nei confronti dei partecipanti e del PDay in generale; pensavo di "prendere le cose così come vengono", così avrei evitato qualsiasi tipo di delusione. E invece è andata bene, anzi benissimo. Per me siete stati tutti più che amici: con voi ho riso, scherzato, parlato… ed è stato tutto molto costruttivo per me, sia dal punto di vista umano-sociale, che da quello delle conoscenze parsoniane.

Per quanto riguarda le attività vere e proprie del PDay posso esprimere il mio giudizio più che positivo: tra quelle che ricordo con maggiore entusiasmo sono il concerto di Giorgio con l'organo a canne, il pranzo tematico, le foto Ammonia Avenue, il karaoke parsoniano, il Parsonòpoli (non certo perché ho vinto), il pic-nic "On Air", il numero musicale a sorpresa (l'appellativo "a sorpresa" è proprio azzeccato visto che per tutta la durata del numero sono rimasta di stucco a guardare tutto quello che mi stava accadendo intorno), e la canzone "Brother Up in Heaven" che, anche se so che non era assolutamente in programma e non era un'iniziativa del PDay, io ho apprezzato moltissimo. Mi scuso ancora una volta per il fatto di essermi emozionata ascoltando il brano appena citato, ma non ce l'ho proprio fatta a trattenermi: ci tenevo tantissimo a condividere con voi almeno una canzone del mio disco preferito. Ora ogni volta che ascolto On Air (ovvero ogni giorno), vi ricordo tutti con affetto.

Tra le attività che non erano tematicamente connesse al PDay, mi è piaciuto particolarmente il parco di Villa Revoltella, la visita alla Grotta Gigante, la piccola passeggiata in Val Rosandra, la cena all'osteria del Carso.

In definitiva posso dire che l'esperienza del PDay è stata assolutamente positiva sotto molti punti di vista: mi ha arricchita notevolmente sia dal punto di vista tecnico delle conoscenze parsoniane che dal punto di vista socio-umanistico. Ho conosciuto tanti ragazzi interessanti e simpatici, ho capito che la musica ha la forza potentissima di unire e questa non è una cosa da sottovalutare, ho imparato ad ascoltare meglio la musica e in maniera critica, ho scoperto il confronto e lo scambio di opinioni come mezzi di arricchimento nel campo della cultura personale. Inoltre, sono arrivata a Trieste con la denominazione: "Rag. di socio ord." (ragazza di socio ordinario) e sono tornata a Stienta con la promessa da parte vostra di farmi socia; per me è stata una grande soddisfazione e un segno di riconoscimento per tutta la fatica che ho fatto ad ascoltarmi 14 dischi (molti dei quali per me completamente sconosciuti) in 10 giorni!

Pertanto vi ringrazio moltissimo per tutto quello che avete saputo darmi. Questa esperienza rimarrà senza dubbio tra i miei ricordi più cari.

 

Commento di Enrico Contini (Sesto Fiorentino - prov. di Firenze):

"Ma chi me l'ha fatto fare?" è stato il mio primo pensiero subito dopo aver riattaccato il telefono, al termine della prima telefonata con Giorgio. Ho pensato subito a cosa potevo inventare per uscire da questa situazione. Non ero convinto di aver fatto la cosa giusta, pensavo di essermi cacciato in un mezzo guaio. Non sapevo che cosa mi sarei trovato nel Parsons Day. Non avevo idea di chi potessero essere i partecipanti, di come fossero. Sì, avevo fatto la conoscenza di Giorgio. Ma si era limitata solo ad un contatto telefonico, nient'altro. E mi spaventava (termine esagerato sicuramente, ma efficace) il fatto di trovarmi con degli sconosciuti, che avevano in comune con me la "fede" nel Project. Fra l'altro l'attività prevista nel corso del Pday che mi dava le maggiori preoccupazioni era il Karaoke parsoniano. Ma dopo una certa riflessione mi ero comunque deciso ad andare avanti, ed a partecipare all'incontro. Tra l'altro la cosa era diventata obbligatoria, avendo dato la disponibilità della mia auto per il trasferimento in altre "locations" dei partecipanti.

Nonostante le varie preoccupazioni (infondate) che mi assillavano, i giorni passavano, ed io cercavo di immaginare quello che sarebbe successo nella convention triestina. Fino a quando il giorno è arrivato.

Giornata che è cominciata in maniera imprevista (a causa del tempo, pessimo fino dalla mia partenza), che è prevista come consuetudine per chi effettua spostamenti sulla rete autostradale (vari ingorghi incontrati lungo il tragitto). Il tutto contornato da una certa stanchezza, derivante dalle ultime corse fatte al lavoro fino al giorno prima. Ma dal Sabato seguente ho cominciato ad essere un po' più a mio agio, prendendo di mira Francesco e le sue espressioni locali ("fino a…"), che sono diventate da quel momento un vero e proprio tormentone, e ad apprezzare meglio tutta l'ambientazione del Pday, oltre che la superba compagnia.

Purtroppo, però, come tutte le cose belle, anche il Parsons Day numero 4 ha avuto una fine. Purtroppo, dicevo: perché è stato un periodo di tempo fantastico, trascorso insieme a persone fantastiche, ad ascoltare e vedere cose fantastiche, come tutto ciò che è nel mondo parsoniano. E così, con una certa nostalgia, riguardo ai giorni passati insieme, a Trieste.

Dove ho conosciuto nuovi amici, nuovi fratelli.

Giorgio: un vero grande, ottimo padrone di casa, meticoloso pianificatore, dotato di una lucida follia razionale, estremamente efficace e coinvolgente.

Jin, la piccola grande Jin: grande cervello e grande simpatia, ma soprattutto grande pazienza: come fai a sopportare Giorgio tutti i giorni? (ovviamente sto scherzando…).

Dario: il genio dell'informatica, il cui unico sogno (e nostro più grande incubo….) era poter "suonare" il tamburello (noi, invece, avremmo preferito tagliargli le mani….).

Francesco: a prima vista sembra un metallaro, di quelli convinti; poi scopri in lui un parsoniano DOC; è grazie a lui (e per lui sarà una condanna….) che è nato il tormentone che ci porteremo sempre avanti, ovvero la frase "fino a…." (propongo di metterla come password ufficiale per il fan club, per distinguere un parsoniano vero da un mistificatore: che ne dite?).

Guido: il taciturno e riservatissimo bolognese, fan di Old & Wise, con il quale ho fatto il percorso in auto ed ho diviso la camera d'albergo (non è successo nulla di strano, non vi preoccupate: noi parsoniani siamo persone normali…).

Gregorio: ipertecnologico (due chilogrammi di cavi sempre con sé, ogni tipo possibile di spinotto e di collegamento), ipersimpatico, ma soprattutto iperfortunato: ha trovato una ragazza, la Sara, che è l'unica, oltre a Jin, ad apprezzare fino in fondo il mondo parsoniano, al punto di emozionarsi fino alle lacrime all'esecuzione di Brother Up In Heaven (non mi era mai capitato di vedere una cosa simile, e per un attimo mi stavo mettendo a piangere anch'io…).

Lorenzo: semplice, disponibile, estremamente competente (continuo con i complimenti?) e la Viviana, la sua ragazza, che, pur non essendo parsonicamente esperta come noi, ha contribuito con simpaticissimi gadgets.

Dieci persone (compreso il sottoscritto). Dieci nuovi amici. Dieci, come il numero degli album del Project. Dieci capolavori. Dieci (facciamo nove, escludendo il sottoscritto) persone straordinarie [Nota degli editori: introduciamo Enrico nella lista e gli conferiamo il premio simpatia]. Speriamo ci siano ancora altre possibilità di incontrarci. Di passare altre giornate come queste insieme, magari aumentando i partecipanti: più siamo, meglio è...

 

Commenti di Lorenzo Zencher e Viviana Modena - (Rovereto - prov. di Trento)

Il nostro Parsons Day è iniziato da subito nel migliore dei modi quando nell'ultimo tratto del nostro viaggio per Trieste abbiamo avuto la compagnia di due super fans doc di Mr. Parsons come Dario e Francesco.

Arrivati a Trieste, dopo mille discorsi parsoniani, abbiamo conosciuto i nuovi simpaticissimi fans dopo aver subìto il primo dei non pochi scherzi di Giorgio e Jin...

La giornata di Venerdì è stata giustamente dedicata al turismo, situazione che ha permesso di conoscerci e di creare un unico gruppo di parsoniani fra loro già uniti dopo una sola ora di convivenza. Merita sicuramente una citazione la visita alla "Grotta Gigante", una cosa unica al mondo come unico è il nostro mito.

Nella vera giornata parsoniana di Sabato c'è stato veramente di tutto e per tutti i gusti. A livello puramente parsoniano sono stati sicuramente i filmati video a far sgranare al gruppo di amici gli occhi. Per quanto ci riguarda, però, abbiamo ancor più nella mente le incredibili immagini live che di giorno in giorno ci fanno aumentare la voglia di rivedere on stage il mitico Alan con la sua band.

Il Parsons Day è fatto pure di tradizioni e quindi non poteva mancare il consueto "pranzo tematico" che di appuntamento in appuntamento diventa sempre più gustoso e pieno di sorprese. Quest'anno infatti i due incredibili organizzatori si sono inventati chef a cinque stelle offrendoci un pranzo in cui sono addirittura comparse delle buonissime tartine che replicavano le copertine di alcuni dischi del Project. Operazione questa veramente adatta visto che noi fans divoriamo come cibo i dischi di Alan!

Il Sabato ha visto anche l'inizio dei giochi tematici. Tutti erano veramente ben congegnati, pazzesco per inventiva e genialità quello proposto da Jin, ma il nostro preferito rimane il musichiere perché in fondo è sempre la musica del nostro "ingegnere" ad essere protagonista.

La Domenica mattina è stata dedicata a del turismo che ci ha permesso di stare assieme all'aria aperta in luoghi e paesaggi veramente incantevoli e che è culminata in un pic-nic "ON AIR" che ha, una volta ancora, riproposto l'amicizia fra i fans e i mille piacevoli discorsi che la musica di Alan fa nascere fra le persone.

Tutto questo però, è successo dopo l'aver scoperto la presenza a Trieste di una nuova "AMMONIA AVENUE" nella quale tutti noi fans ci siamo inventati modelli per una serie di divertentissime foto (il posto di lavoro di Thorgerson è in pericolo!!!).

A questo punto a qualche fans iniziava a prudere la gola... era quindi giunto il momento del Karaoke, e fra le mille note parsoniane orchestrate dal divino Giorgio "Powell" si sono innalzate le voci dei novelli Miles più uniti che mai.

Per ultimo, perché come tutti i capolavori per ultimo va citato, abbiamo assistito in anteprima all'incredibile nuovo video di Parsons. Girato direttamente e in presa diretta in camera di Giorgio ecco le immagini che accompagnano la versione rimasterizzata di "THE TELL-TALE HEART". Assolutamente pazzesco e delirante, proprio così come Poe l'avrebbe girato se fosse stato un regista.

Non ci resta che ringraziare per questi meravigliosi tre giorni triestini i magnifici organizzatori Giorgio "Powell" e Jin "Cravens", i super fans fondatori Dario "Paton" e Francesco "Rainbow", nonché per l'amicizia, e la parsonianità mostrata, le straordinarie new entry di Enrico "Elliott", Guido "Pack", Gregorio "Cottle" e Sara "Brennan".

 

A tutti mille di questi Parsons Day...