A una settimana dalla USA Fan Fest - Anche un articolo su The Avenue
Il Parsons Day 4: "Watching The Time Machine"
Il Parsons Day che ha segnato la formalizzazione del Fan Club Italiano di AP


Il reportage degli organizzatori con il dietro le quinte
a cura di Giorgio Rizzarelli e Jin

 

Il Parsons Day 4, tenutosi a Trieste nei giorni 4-7 Agosto 2000, ha registrato vari record significativi rispetto ai PDAY precedenti: come durata (4 giorni inclusi quelli di partenza e arrivo), come numero di partecipanti (10, più 2 ospiti limitati ad una cena), e come iniziative: abbiamo aumentato la tematicità, soprattutto nella passione di Projettare, dedicando mesi all'organizzazione; e, inaspettatamente, si sono aggiunti molti contributi esterni. Ne è risultata una quantità di iniziative così grande che, se dovessimo definire questo Parsons Day in due parole, dovremmo dire che è stato un'OVERDOSE PARSONIANA.

Un'overdose che, comunque, è stata necessaria ai partecipanti per affrontare gli inediti aspetti sportivi e di "vacanza fitness": ben tre giochi tematici di cui uno in cui c'era da correre per la casa, i 1000 scalini della Grotta Gigante.... e una passeggiata in camice in mezzo a delle industrie chimiche!

Il Quarto Parsons Day Italiano è stato particolare anche per la comparsa di una manifestazione avvenuta negli Stati Uniti ad una sola settimana di distanza, organizzata indipendentemente dalla nostra, eppure alquanto simile (nonostante sia la prima del suo genere): la USA AP August Fan Fest 2000, coorganizzata da Scott e Sara Holder. Steve Martin del Fan Club Ufficiale Internazionale The Avenue è rimasto così colpito dalle due manifestazioni che ha deciso di dedicare ad entrambe un articolo sulla rivista ufficiale. Siamo stati lieti di fornire questo contributo a The Avenue, soprattutto per portare Alan e la band pienamente a conoscenza delle attività dei fans italiani, incoraggiare Alan a insistere nella sua battaglia contro i promoters per venire a trovarci in tour (prospettiva che, per un pelo, non si è realizzata nel 1999), e convincerli che, in tal caso, saremmo in grado di organizzare un after-show coi fiocchi. Il numero di The Avenue in questione, il 18, è uscito il primo Novembre 2000, e per molti fans italiani potrebbe essere l'occasione per iscriversi alla rivista o almeno riceverne questo mitico numero. Cogliamo l'occasione per annunciare la nostra nuova pagina che dà informazioni sulla rivista e consigli su come risparmiare tempo e denaro per iscriversi districandosi nella burocrazia degli uffici postali italiani.

Come se non bastasse, questo PDAY è stato speciale anche sotto un altro aspetto: ha coinciso con la nostra formalizzazione come Fan Club Italiano di Alan Parsons. Dato che l'articolo su The Avenue contiene una foto del PDAY4, abbiamo deciso di anticipare per l'occasione la realizzazione delle magliette del Fan Club Italiano, in modo che, indossandole tutti, dessimo un'immagine che rispecchiasse i nostri sforzi organizzativi. Il "Parsons Day" ha dunque evoluto, e l'evoluzione continuerà, dato che per il PDAY5 prevediamo 15-20 partecipanti. Al nostro quarto incontro, pensiamo di essere cresciuti al punto da accompagnare al reportage degli organizzatori varie notizie sul "dietro le quinte", che speriamo vi comunichino l'entusiasmo che abbiamo provato non solo durante il PDAY stesso, ma anche durante la sua preparazione. Abbiamo scritto il reportage a quattro mani, sebbene io abbia spesso scritto in prima persona per ragioni espositive. Dunque: Press Rewind!.

La preparazione.

Dato che un Parsons Day è fatto soprattutto di persone, il primo passo è quello di selezionare i possibili partecipanti: dopo aver fissato la data, abbiamo appurato quante persone, fra quelle che erano in contatto con noi, sarebbero state interessate al PDAY4. Rispetto ai meetings precedenti, la risposta è stata sorprendentemente positiva: 7 fans "classici", cioè che avevano partecipato a incontri precedenti, e 3 "inediti". Dopo aver perlustrato vari alberghi di Trieste e scelto quello più vantaggioso, abbiamo incominciato a raccogliere in un file tutte le idee che ci venivano in mente sulle iniziative, e poco alla volta questo file si è trasformato nel programma del PDAY4.

Dal programma abbiamo estratto un invito per i partecipanti, divertendoci a "censurare" attentamente i dettagli sulle iniziative a sorpresa. All'invito abbiamo allegato un questionario su vari dettagli pratici, fra cui la domanda se il partecipante fosse disposto a fare non solo 2, ma 3 pernottamenti, e, con nostra positiva sorpresa, uno dopo l'altro, tutti i partecipanti hanno aggiunto il terzo pernottamento, il che ha consentito ai partecipanti di evitare costose stanze singole, ma soprattutto di avere per la prima volta due giorni parsoniani interi a disposizione. Un ultimo email di aggiornamento a tutti i partecipanti ha comunicato l'avvenuta prenotazione delle stanze, e ha consentito ai partecipanti di accordarsi per il viaggio. Per la prima volta, infatti, alcuni sono venuti in macchina, e dobbiamo ringraziare il simpatico toscano Enrico, che, nonostante fosse una new entry, si è gentilmente offerto di dare un passaggio ad altri parsoniani sia all'andata che al ritorno, diventando così il nostro autista ufficiale, e potendo suonare il suo strumento preferito: il clacson (quando faremo la cover di Urbania lo chiameremo).

La maggior parte della preparazione è stata però dedicata alle iniziative. Abbiamo avuto molto da fare sia outdoor (prove del concerto d'organo, scelta e prenotazioni di locali, e acquisti di luci, strumenti, alimentari e bibite industriali per le ugole del karaoke) che indoor, soprattutto la preparazione dei giochi e del numero di The Tell-Tale Heart. Abbiamo parsonicizzato il salotto, sostituendo i consueti soprammobili con libri come I Robot e The Time Machine, tazze parsoniane e numeri di The Avenue, e appendendo il manifesto del PDAY4.

Il Venerdì.

Una mattina in particolare è stata piuttosto movimentata, quella del Venerdì 4 Agosto 2000. Al suono della sveglia Jin ha risposto con una faccia verde Tales, più o meno come l'anguria che avremmo acquistato quella mattina. Era la terza spesa che facevamo per il pranzone, quella degli ingredienti freschi, e il commesso della verdura ha spalancato gli occhi alla nostra richiesta di un'anguria gigante da 9 Kg. Jin ha voluto a tutti i costi portarla da sola, e sotto una pioggia alla Arrival se l'è strascinata fino in macchina. Improvvisamente suona il cellulare: "Sono Gregorio, sto arrivando, sono lì fra mezz'ora". Superando un traffico piovano peggiore di Urbania, siamo corsi a casa ritirando al volo la torta gelato Parsons Day che per poco non si è spiaccicata sul parabrezza. Mentre Jin cercava di incastrare l'anguria nel frigo, nel quale non stava nè in altezza nè in larghezza, io mi sono infilato rapidamente la maglietta del Time Machine Tour e il cappellino di AP (segni di riconoscimento) e sono corso al punto di ritrovo per le macchine, cioè l'albergo, a 5 minuti di distanza da casa (o meglio 2 minuti, visto che ci sono andato correndo), a prendere Gregorio e Sara. Ed è stato solo in questo momento che ho realizzato che il Parsons Day 4 era una realtà.

Gregorio ha rappresentato il perfetto esempio di nuovo partecipante: dopo mezz'ora che ci conoscevamo era come se ci conoscessimo da sempre. La sua ragazza Sara si è rivelata sin da subito una fan in rapidissima evoluzione, avendo fatto un corso accelerato sul Project prima di partire, anche se ovviamente non era per nulla obbligatorio. Ma altri due partecipanti erano in arrivo: Enrico, di cui abbiamo già parlato, e Guido, gradito ritorno dato che non l'avevamo visto dal PDAY1. Nella difficoltà di trovare la strada, nonchè di contattarmi sul mio cellulare, Enrico chiamò Gregorio, che si improvvisò organizzatore proponendogli come punto di ritrovo quello che avevo scelto per i partecipanti "classici", che arrivavano in treno: il binario 10 della stazione (facile da ricordare: 10 come gli album del Project); ma il tentativo di Gregorio fallì quando, subito dopo, gli dissi che il binario 10 non esiste...

Difatti era uno scherzo per i partecipanti che arrivavano in treno, e il fatto che li conoscevo già tutti rendeva giusto a puntino lecito lo scherzo. L'ultimo binario della stazione era il 9: il binario 10 era come Genesis Capitolo 1 versetto 32, un fantomatico versetto sulla creazione del Robot facente seguito all'ultimo versetto della Genesi nella Bibbia. Dopo l'arrivo e la sistemazione in albergo di Enrico e Guido, e dopo essere corso a casa a prendere Jin e le magliette del Fan Club, abbiamo raggiunto in tempismo perfetto la stazione, in cui abbiamo mandato in avanscoperta il nostro agente Gregorio, che le vittime dello scherzo non conoscevano di persona. Per Gregorio è stato facile individuarli: ha cercato quattro tizi sperduti in cerca di un binario inesistente che parlavano di Alan Parsons, e si è fatto riconoscere con la parola d'ordine, che questa volta era: "Scusi, dov'è la macchina del tempo?" cui loro, come d'accordo, risposero "Molto tempo fa e molto lontano".

Poco dopo ho accolto i nuovi arrivati. Ho rivisto con gioia Dario e Francesco, che con me sono i soci fondatori del Fan Club, come anche Lorenzo e Viviana, che io e Jin eravamo andati a trovare una settimana prima in una vacanza in cui, grazie a loro, eravamo anche riusciti ad assistere a un concerto dei Flying Pickets e a fare un'intervista a Gary Howard a proposito delle sue collaborazioni con AP. Nell'accompagnare anche i nuovi arrivati all'albergo ci siamo soffermati tutti 10 nella spaziosa stanza di Dario e Francesco, nella quale si è subito creato l'allegro feeling tipico dei Parsons Days, e abbiamo distribuito le magliette del Fan Club. Per Francesco avevamo preparato anche, per scherzo, una maglietta del dr. Male, il personaggio dei film di Austin Powers che cita più volte Alan Parsons e il suo Project.

Nella hall dell'albergo abbiamo firmato due cartoline che avremmo spedito rispettivamente a Steve Martin e a Scott Holder, l'organizzatore della Fan Fest in USA, precedentemente realizzate dal nostro grafico ufficiale Alessandro (l'immagine è la stessa di quella della scheda telefonica a fianco), e che avevamo fatto firmare anche a tutti gli altri soci del Fan Club mediante un giro postale.

Armati di tre automezzi ci siamo avviati per il tradizionale giro turistico, a iniziare dal Parco Revoltella che abbiamo visitato con la pioggia; ma, come ha detto Guido, PDAY bagnato PDAY fortunato, perchè i PDAY iniziano sempre con la pioggia. Nel parco abbiamo parlato del recente divorzio di Alan e del problema fondamentale che questo implica: chi terrà Pippa, cioè il gatto di Alan. Siamo passati davanti a un negozio di videogames, dove abbiamo trovato un gioco chiamato "The Time Machine", nel quale l'artwork della macchina del tempo ci ha ricordato un po' troppo il video di AP per non essere un plagio.

L'iniziativa seguente è stata la visita alla Grotta Gigante, la cavità naturale sotterranea più grande del mondo, che si trova nel Carso Triestino (l'altopiano roccioso che affianca Trieste). Dopo i 500 scalini di discesa della Grotta e i 500 di salita, i parsoniani si sono seduti su un muretto carsico con facce tanto meravigliate dalla bellezza della grotta, quanto stravolte e affamate. Sarebbe stato l'ultimo momento di relax, perchè nei giorni consecutivi non ci saremmo più fermati un attimo. Sempre in Carso, siamo andati in un'osteria tipica per la cena, alla quale si sono unite altre due fans triestine di AP. Prima di cenare ci siamo messi tutti la maglietta del Fan Club; è qui, infatti, che abbiamo scattato la mitica foto con le magliette.

Dopo aver accompagnato in albergo i partecipanti a prendere il materiale parsoniano , eccoci finalmente a casa, per entrare nel vivo delle attività parsoniane. Alla presentazione dei premi dei giochi è subito seguita l'esposizione di materiale, a partire dagli unici due DVD attualmente disponibili che contengono materiale di AP: l'album "I Robot" rimasterizzato, e la traccia "The Time Machine" inclusa in una compilation. I parsoniani sono rimasti a bocca aperta davanti al vinile giallo di Tales, e quando ho esposto il raro 33 giri di Ladyhawke Gregorio ha replicato: "Sei un animale!", ma poco dopo è stato lui a stupirmi tirando fuori l'On Air DTS. Indimenticabile anche la collezione completa di cassette originali del Project, che ha portato Lorenzo. C'è stato anche lo scambio di materiale, e Francesco ha distribuito i primi biglietti da visita del Fan Club Italiano.

Ed eccoci alla prima delle grandi sorprese: la proiezione di materiale video inedito per il Fan Club italiano. Per festeggiare i dieci anni dall'uscita di Freudiana, abbiamo proiettato una trasmissione spagnola dell'epoca, includente, oltre al video di Freudiana, qualcosa di più unico che raro: un filmato di Eric Woolfson che canta e suona in playback, che ha lasciato gli ospiti letteralmente a bocca aperta.

Il Sabato.

Abbiamo ripreso la proiezione di materiale video nella mattina seguente, quella del Sabato 5 Agosto 2000. Questa volta, Jin ha risposto alla sveglia con una faccia più bianca della mummia di Tales. Difatti, mentre gli ospiti si godevano i filmati del Time Machine Tour, io e lei abbiamo iniziato la grande avventura del pranzo tematico, che avevamo precedentemente sperimentato in vacanza facendoci da cavie a vicenda. Nella nostra indecisione su quale antipasto scegliere per il menu, Jin aveva scelto il nome "Stuzzichini Misti Project", il che mi aveva subito suggerito l'idea di un set di antipasti in cui ogni album del Project venisse rappresentato; un'idea ambiziosa, anche perchè doveva essere realizzata sia sul piano estetico che su quello gastronomico. La soluzione si presentò immediata per I Robot, Pyramid, Gaudì e Ammonia Avenue (v. la foto). Le tartine Eye In The Sky e Stereotomy , invece, mi diedero del filo da torcere, ma caviale e salmone offrirono la soluzione, aggiungendo un tocco di classe. Al PDAY la preparazione degli antipasti è andata liscia, senonchè, non appena ho finito, Jin ha messo nella mia mano destra un piatto di Paella Paseo de Gracia a 100 gradi, con conseguente urlo alla Tell-Tale Heart che, nonostante la porta chiusa della cucina, è riuscito a terrorizzare gli ospiti. E la preparazione dei secondi non è stata da meno, visto che per poco la mia mano sinistra non è diventata una mano al forno alla Poe. Comunque ecco il menu:

Stuzzichini misti Project
Paella Paseo De Gracia
Tagliatelle alla Stereotomy
Spiedini alla Try Anything Once
Patate Pyramid
Insalata Cezàr
Some Fruits Within A Fruit
Spumante Limelight
Stock 84 e Scarabei d'Oro


La fondazione ufficiale del Fan Club è scattata alle 12:45, dando finalmente un significato all'ora misteriosa che compare nel video di The Time Machine.

Il fatto che i partecipanti fossero 10 mi consentì di associare agli album del Project i bicchieri e i tovaglioli personalizzati realizzati da Viviana, mentre io e Jin avevamo realizzato i segnaposti sulla base dei tondi della copertina di The Time Machine (quello in figura è tratto dalla versione giapponese).

Dopo il pranzo tematico abbiamo condotto i partecipanti a un'iniziativa a sopresa completa: il concerto d'organo. L'idea mi era venuta assistendo a un concerto d'organo con un mio amico. Ricordai le svariate volte in cui, in giovanissima età, avevo vinto dei concorsi d'organo liturgico suonando Bach, ma con pesantissimi sacrifici di studio. E dissi al mio amico che avrei potuto fare un concerto di mia iniziativa, per il quale avrei invece scelto la musica che piace a me; e quando pensai che avrei potuto farlo per le persone alle quali tengo di più, l'idea mi arrivò come un lampo, inusuale quanto interessante: un concerto di musica parsoniana con un vero organo a canne, da eseguire nella chiesa vicino a casa in occasione del PDAY4. Curiosamente, tutte le volte che andai in chiesa per accordarmi col Parroco pioveva a dirotto... sotto l'aspetto PDAY questo portava bene...

Naturalmente pioveva anche quando portai i parsoniani al concerto. E non è stato l'unico imprevisto: nonostante i plurimi accordi col Parroco, la porta del campanile, necessaria per raggiungere l'organo, era chiusa a chiave. Dopo due perpetue, finalmente è arrivato il Parroco, che dopo aver provato un mazzo di 20 chiavi diverse ha scoperto che nemmeno una era quella giusta, e ha fatto uno strano giro per aprire la porta dall'interno del campanile: infatti abbiamo sentito sul tetto della chiesa dei passi alla gobbo di Notre Dame. Dopodichè finalmente siamo potuti salire nel campanile, dotato di un'architettura un po' simile alla Sagrada Familia, con una scala a chiocciola da 12 scalini per giro, sulla quale si apriva anche una porta per un antro buio che sembrava la cantina di Fortunato. Un'altra porta, invece, dava sull'organo.


Per non scandalizzare il Parroco avevo deciso di eseguire come ouverture la Toccata in Re Minore di Bach, che in realtà avevo scelto (senza la fuga) perchè consentiva un interessante medley, avendo la stessa tonalità del brano che avevo in mente per il seguito. Ecco infatti il programma:


Toccata in Re minore (Bach) / Ladyhawke Suite (Powell)
Arrival (Woolfson/Parsons/Powell)
Don't Let It Show (Woolfson/Parsons)
La Sagrada Familia (Woolfson/Parsons)
Jigue (Parsons/Powell)
Dreamscape (Parsons)
Knight Against Dragon (Suite) (Rizzarelli)
Time (Woolfson/Parsons)
I Robot Suite (Woolfson/Parsons/Powell)


La mia intenzione era che il concerto comunicasse il fatto che la musica di Parsons, anche quella composta su strumenti elettronici, potesse essere suonata anche su strumenti d'altri tempi. E dopo il concerto, vedendo che i pezzi di maggior successo erano stati le suite di Ladyhawke e di I Robot, compresi che questo era ancora più vero per la musica di Andrew Powell. Molto divertente il fatto che il Parroco era convinto che fossi un professore d'organo, e che gli altri parsoniani fossero miei alunni...


Ritornati a casa, abbiamo presentato il dessert: Jin aveva colto l'ispirazione dalla frase "Sei fuori come un'anguria" che Dario le aveva detto durante il quiz del PDAY2 e aveva pensato a un'anguria ripiena di macedonia. Io osservai che il nome Some fruit within a fruit, come anche il colore dell'anguria, avrebbe fornito una perfetta connessione con Tales, sicchè sul frutto ho disegnato in bianco una mummia. Una candela ha completato l'opera, e mentre Jin presentava l'anguria io ho eseguito col flauto l'introduzione di "A dream", mentre Francesco mi accompagnava al pianoforte (dopo che l'avevo istruito in pochi secondi: una riprova dell'incredibile semplicità delle singole parti di una strumentale parsoniana). L'anguria, però, era dedicata a Dario, l'ideatore del primo Parsons Day, al quale io e Jin, insieme a Francesco, abbiamo regalato una rarissima copia del vinile verde di Eye In The Sky. Con l'apertura dell'anguria ripiena abbiamo aperto anche la prima riunione formale del Fan Club Italiano di AP, nella quale abbiamo fatto il punto sulle nostre attività.


Ma i nostri ospiti erano molto ansiosi di iniziare il Musichiere Parsoniano (il gioco di indovinare il nome della canzone dopo averne sentite le prime note), per il quale noi organizzatori, con una lunga preparazione che mirava a un gioco il più possibile equilibrato, avevamo optato per canzoni di difficoltà crescente, a partire da Sirius, che valeva 1 punto, per finire con Far Ago And Long Away, da 5 punti, sicchè il finale avrebbe potuto ribaltare la classifica (i premi e i vincitori dei giochi sono esposti in una tabella più avanti in questa pagina).
Dopo aver confrontato attentamente il DVD di I Robot con la versione in CD, ed essere giunti tutti alla conclusione che suonano uguali, abbiamo condiviso una chinese dinner, durante la quale ha avuto luogo la proiezione di spezzoni del film The Time Machine per illustrare le influenze che tale film può aver avuto su alcune opere di Parsons.


Dopo cena abbiamo presentato il numero musicale a sorpresa. Era la prima idea che avevamo avuto per questo PDAY: dato il successo che il numero di Arrival aveva avuto nel precedente PDAY triestino, decidemmo di organizzare anche questa volta una rappresentazione alla "musical" di una canzone, usando come colonna sonora una cover da noi appositamente realizzata. Dopo aver preso in considerazione tutte le canzoni del Project, scoprimmo che l'album che meglio si adattava a questo genere di iniziativa era di nuovo Tales (il che fa prevedere grandi cose dal musical Poe di Woolfson, sempre che sia un musical rock), semplicemente perchè Tales, come dice lo stesso titolo, è l'unico album in cui ogni canzone racconta una storia. E la storia più movimentata in Tales è senz'altro The Tell-Tale Heart.


Ma, a differenza di Arrival, The Tell-Tale Heart sarebbe stato molto più complicato, sicchè noi due saremmo stati coinvolti in ugual misura. Io, che avrei interpretato il protagonista, mi studiai il testo della canzone, mentre per Jin, che avrebbe interpretato il vecchio, era prevista un'interpretazione gestuale. Quasi subito il racconto ci diede l'idea di realizzare per il personaggio del vecchio un occhio blu pallido luminoso che Jin avrebbe potuto accendere e spegnere a piacimento, e, dopo un periodo di perplessità su come realizzarlo, improvvisamente si presentò una soluzione molto semplice: incollammo su una torcia da testa la figura di un occhio con la cataratta che avevamo scaricato da Internet e colorato in blu. Jin si costruì un costume completamente nero dimodochè, nella sua comparsa al buio, si sarebbe visto solo l'occhio blu pallido. Tocco da maestro, all'inizio del numero avremmo fatto credere agli ospiti che Jin era fuori dalla stanza, mentre in realtà era nascosta in un passaggio segreto. E' chiaro che, per riuscire nell'impresa, dovemmo progettare ogni dettaglio e fare più prove, in particolar modo riguardo al passaggio segreto, e ai movimenti, dato che ci saremmo mossi al buio. Ripercorrendo i passi di Eric e Alan, avevamo mantenuto top secret fino all'ultimo istante, perfino il nome della canzone.


Per quanto riguarda la colonna sonora preregistrata, ne avevo realizzato una base con le tastiere, e l'avevo mandata in top secret al nostro chitarrista ufficiale Fabio di Brindisi, che aggiunse delle tracce di chitarra e me la rispedì; entrambi avevamo scelto un'interpretazione abbastanza fedele ma dotata anche di elementi originali, il che ha formato un ottimo feeling. Il tutto fu fatto a tempo di record, tant'è che la base completa mi arrivò il giorno stesso che iniziò il Parsons Day!


Tornando al Sabato Sera, abbiamo posto la nostra "bara" di cartone in posizione verticale per deviare i sospetti facendo pensare al Barile d'Amontillado e, dopo che Jin si era messa il costume e nascosta nel passaggio segreto, ho fatto accomodare gli ospiti nella mia stanza, illuminata da una candela. Come previsto, non appena ho fatto partire la base (cui avevo aggiunto la sirena di Psychobabble per disorientare di più gli ospiti), nel giro di pochi secondi ho spento la candela facendo il buio completo, liberato Jin dal passaggio segreto, tirato giù la "bara" di cartone ed estratto una torcia con cui mi sono illuminato il volto sul primo urlo. Curiosamente, ciò che, in tutto il numero, ha più inquietato gli ospiti, sono stati i rumori nel buio mentre preparavo queste cose: la semplice paura dell'ignoto. Ma la paura è ciò che vuole il pubblico, come ben sapevano Spielberg con "Lo Squalo" e altri registi, e come di conseguenza avevano osservato Eric e Alan quando scelsero Poe quale argomento del loro primo album.

Musica e testo ispirarono la sceneggiatura in modo quasi obbligato. Durante la prima strofa, quando gli stacchi strumentali si alternavano ai versi, la mia torcia si alternava con l'occhio blu di Jin. Sugli stacchi prima della parte lenta ho accoltellato Jin con un coltello finto, mentre Jin mi spruzzava addosso del sangue (leggi ketchup) con una pompetta nascosta. E sulla parte lenta ho seppellito Jin nella "bara".

Per il crescendo strumentale, avevamo pensato a una variante della parte in cui la coscienza dell'assassino gli fa credere che il vecchio sia vivo: una resurrezione del vecchio, a partire da sinistri sospiri fino all'apertura della bara, coadiuvata da un esplosivo assolo di chitarra e illuminata esclusivamente da una luce stroboscopica; e questa è stata ovviamente la parte che gli ospiti hanno trovato più divertente. Sull'ultima strofa Jin si è avvicinata di più agli ospiti, per mostrare meglio l'occhio, e alla fine mi ha strozzato. Non so se queste righe ti convinceranno a NON partecipare mai a un Parsons Day (sì, dico proprio a te che stai leggendo, che non sei mai stato a un Parsons Day), o se ci chiamerai immediatamente per chiedere di partecipare.


Distrutti dal terrore (sto scherzando), abbiamo chiuso la serata con una partita di Parsonòpoli, il Monòpoli tematico realizzato dal Fan Club Italiano e inaugurato al PDAY3.

 
La Domenica.

La Domenica mattina Jin si è svegliata stanca come la mummia di Pyramid, ma pronta per la scampagnata. La prima iniziativa, infatti, era molto divertente. Dario ha detto: "Che bello qui, con queste industrie chimiche, sembra Ammonia Avenue, ci vorrebbero i camici", e Jin ha risposto "Ah, i camici? Tu vuoi i camici! Eccoli qua i camici!". I parsoniani si sono infilati i camici in men che non si dica sguazzando nel loro immaginario, e abbiamo fatto un sacco di foto. Ci siamo persino divertiti a fermare le macchine dicendo che c'erano delle fughe radioattive, ma quando abbiamo fermato una macchina della sorveglianza ci siamo divertiti un po' meno; per fortuna ci stavamo già togliendo i camici...

Siamo poi giunti alla vedetta di San Lorenzo sopra il Parco Naturale della Val Rosandra. Abbiamo proposto a Francesco di fare Fall Free giù per la valle ma ha detto di no. Per il pranzo avevamo organizzato il picnic On Air, nel quale siamo stati affiatati come i figli dei fiori, e durante il quale abbiamo ascoltato appunto On Air. In particolare, è stato molto emozionante ascoltare Blue Blue Sky distesi sull'erba a guardare il cielo, come consiglia Ian.

Tornati a casa abbiamo dato voce alla performance acustica, con me al piano, Dario al tamburello e tutti quanti alle voci, eseguendo per la prima volta nella loro interezza, e con un gran brio, Ammonia Avenue e Stereotomy, i due album del Project dai concept sfuggevoli. Abbiamo cantato anche canzoni di The Time Machine, e l'immancabile album TTOAFC. E approfittando delle campane della chiesa, abbiamo fatto anche la Sagrada Familia. In alcuni pezzi ci siamo divertiti a dividerci le parti a gruppi, in altri abbiamo cantato tutti in coro; in entrambi i casi si è creato un grande affiatamento; questo accade sempre al karaoke, è il potere della musica che unisce.

Dopo una Rubber Pizza e la torta gelato Parsons Day, su ottima idea di Dario ognuno di noi ha raccontato un aneddoto legato alla sua vita di parsoniano. Il più interessante è stato forse quello di Guido, che ci ha raccontato di quando, solo pochi giorni prima del PDAY, parlò del Project con una collega di lavoro, e subito dopo si sentì partire Lucifer alla radio. Poi abbiamo cantato al piano un paio di pezzi di Freudiana, e siamo passati a una breve performance elettronica con pezzi da Eye In The Sky.

Per concludere la serata, Jin ha condotto il suo gioco tematico a sorpresa: la Caccia Ai Tesori Parsoniani, da lei simpaticamente soprannominato "il colpo di grazia per cervelli stanchi e annebbiati". Un capolavoro nell'insieme come nei dettagli, che ha acceso i nostri immaginari parsoniani... ma, dato che è stato esclusivamente opera di Jin (per dare anche a me la possibilità di partecipare a un gioco), voglio lasciare a lei la parola...


"La mia mente diabolica aveva avuto l'idea di realizzare una serie di indovinelli e rebus che portassero a ritrovare 10 tesori parsoniani, uno per ogni album del Project, più un giallo finale riferito a Freudiana.
L'indovinello più facile da realizzare, che è anche il mio preferito, è stato il primo, quello di Tales. Avevo riletto tutti i racconti di Poe citati in Tales, e nel Barile d'Amontillado avevo trovato l'ispirazione: nell'indovinello inserii il verso chiave "Uno di 11 impilerò", che si riferiva agli 11 piani di mattoni che l'assassino costruisce per murare vivo il signor Fortunato, e non al CD del cosiddetto undicesimo album del Project (Freudiana) come credevano inizialmente tutti i partecipanti, con una conseguente comicissima ammucchiata per cercare l'oggetto buttando all'aria i cassetti di Giorgio...
Per il secondo indovinello avevo pensato a un linguaggio "robotico": S+8 ciò che palpita, che significava Sotto il (cuscino a) cuore, guidava a trovare l'oggetto, mentre CH.1 V.32 sarebbe stato un facile indizio per indovinare il nome completo di un brano musicale.
Per l'indovinello su Pyramid avevo pensato immediatamente di creare una serie di semplici geroglifici che rappresentassero i titoli di alcune canzoni dell'album, e ho abbassato la difficoltà offrendo due sole risposte possibili. Per Eve ho pensato di mettere in relazione la canzone "You lie down with dogs" con Gemma, il cane di Ian (vuoi vedere che quella canzone l'ha scritta Ian?), mentre per TTOAFC ho pensato subito a un facile messaggio criptato usando, fra i simboli, i semi delle carte da gioco.
Il vero problema è stato Eye In The Sky. Non sapevo più cosa inventarmi: un'altra serie di geroglifici non volevo farla, così, cercando l'ispirazione nella settimana enigmistica, trovai una vignetta in cui c'era una donna con un bambino in braccio, e mi è venuta come un lampo l'idea di un rebus: ho tagliato la vignetta, l'ho scannerizzata e ho disegnato una bella gamma vicino alla donna.
Per Ammonia Avenue inizialmente volevo fare un problema di chimica, ma mi sembrava veramente troppo bastardo. Però volevo comunque fare qualcosa sul tema dell'album, che è chimico-ecologico, così un giorno in laboratorio mi è venuta l'idea di utilizzare il microscopio come oggetto da trovare durante la Caccia.
Per Vulture Culture, un album legato al dialogo e quindi alla parola, avevo pensato a un gioco enigmistico di parole (del resto la stessa espressione Vulture Culture nacque invertendo l'usuale espressione Culture Vulture). Nel caso di Stereotomy, la soluzione dell'enigma era la parola stessa, esattamente come nel racconto "I Delitti della Rue Morgue" di Poe, da cui la parola è tratta.
Per Gaudì, inizialmente volevo fare qualche riferimento all'architetto, ma ho pensato che Francesco (il "nostro" architetto) sarebbe stato avvantaggiato, dunque ho preso un'immagine della Sagrada Familia e, per ogni concorrente, l'ho stampata e l'ho divisa in pezzi da ricomporre, così ogni parsoniano si sarebbe costruito la sua piccola Sagrada Familia."


Ma il pezzo forte era il giallo finale, ambientato a Londra con meticolosa cura delle ambientazioni geografiche, e con protagonista uno scrittore di musical chiamato Eric Wulp, e in primo piano l'assassinio della prima attrice di un musical chiamato Freudiana. La rappresentazione teatrale del cosiddetto "undicesimo album del Project" ha dunque fornito il perfetto scenario per un giallo, che ha rappresentato un epilogo drammatico come quello del Project, nonchè l'enigma per eccellenza quale perfetta conclusione di questo stupendo capolavoro tematico.

Il Lunedì.

Non abbiamo mai fatto una piramide così grande di cose, eppure il Lunedì, il giorno delle partenze, eravamo un po' malinconici. Guido si è commosso nella performance acustica della sua canzone preferita Old And Wise, e così Sara con Brother Up In Heaven. Enrico è partito portandosi con sè Guido e Dario, e dopo un simpatico pranzo improvvisato sono purtroppo partiti anche gli altri. Jin mi ha aiutato a fare un po' d'ordine, poi è tornata a casa, dopodichè sono rimasto solo e ho provato un vuoto enorme.

Stereotomizzato dalla stanchezza e attonito dall'enorme quantità di tempo che il PDAY mi aveva preso durante la preparazione, ma soprattutto colpito dalla mancanza dei miei amici, sono caduto in depressione. Ero solo nella mia stanza provando dispiacere per me stesso. Chiamatemi un profeta del male, non potevo pensare a nient'altro... Ma noo! Questi versi li avete già sentiti! :-)


Until the next pday!

 

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PREMI E VINCITORI DEI GIOCHI

IL MUSICHIERE PARSONIANO

1° Premio-Tazza Eye In The Sky (ordinata da The Avenue): Francesco

2° Premio-45 giri di Eye In The Sky (offerto da Dario): Gregorio


THE ALAN PARSONOPOLI PROJECT

1° Premio-Maglietta Time Machine Tour (ordinata da The Avenue): Sara

2° Premio-Rubrica Blown By The Wind (creaz. Fan Club Italiano): Dario


CACCIA AI TESORI PARSONIANI

1° Premio-The Definitive Collection (ordinata da Paper Moon): Guido

2° Premio-CD The Instrumental Works (offerto da Giorgio): Enrico

PREMI DI CONSOLAZIONE

Fascicolo di The Rubber Universe* (ordinato da Channel 4): Enrico

Fascicolo di The Rubber Universe* (ordinato da Channel 4): Gregorio

Fascicolo di The Rubber Universe* (ordinato da Channel 4): Lorenzo

Vinile di Stereotomy (offerto da Giorgio): Lorenzo

(*relativo al documentario televisivo con la regia di Storm Thorgerson e le musiche di AP).

 

PARTECIPANTI

Enrico Contini - Firenze
Francesco Ferrua - Carcare (SV)
Gregorio Gobbi - Stienta (RO)
Viviana Modena - Rovereto (TN)
Guido Montini - Bologna
Jin (coorg.) - Trieste
Sara Perinelli - Stienta (RO)
Dario Pompili - Roma
Giorgio Rizzarelli (coorg.) - Trieste
Lorenzo Zencher - Rovereto (TN)

PARTECIPANTI AGGIUNTIVI

Enrico Lussetti - Trieste (solo concerto d'organo)
Elena Schipizza - Trieste (solo cena in Carso)
Ornella Valenti - Trieste (solo cena in Carso)

COLLABORATORI ESTERNI

Jorge de Almeida Monteiro - PORTOGALLO
Alessandro Palmigiani - Isola del Liri (FR)
Fabio Truppi - Brindisi

RICONOSCIMENTI

Esposizione di materiale audio
CD, DVD, vinili: Giorgio
Vinili addizionali: Francesco
On Air DTS CD: Gregorio
Collezione di musicassette: Lorenzo
Vetrata di The Turn Of A Friendly Card: no, questa non l'abbiamo esposta, ce l'ha Eric

Distribuzione di materiale audio
Cassette di On Air: Fabio
Chris Rainbow, Lenny Zakatek: Francesco
Camel: Dario, Francesco

Proiezione di materiale video esclusivo per il Fan Club
Contributi primari: Jorge
Conversione NTSC-PAL: Giorgio
Contributi secondari: Dario, Francesco, Guido

Pranzo tematico
Ideazione anguria ripiena: Jin
Progetto antipasti: Giorgio
Menu e realizzazione: Giorgio, Jin
Aiuti cucina fuori dalla cucina: Dario, Francesco
Ideazione e realizzazione bicchieri e tovaglioli tematici: Viviana
Segnaposti: Giorgio, Jin
Scansioni per i segnaposti, aggiornamento Piramide centrotavola: Francesco
Cavie affamate: Tutti

Concerto d'organo
Ideazione, scelta dei pezzi, performance: Giorgio
Parroco che non trovava le chiavi: Parroco Alani

The Tell-Tale Heart
Ideazione, sceneggiatura, scenografia, luci, costumi, interpretazione e urla: Giorgio, Jin
Base: Giorgio (tastiere), Fabio (chitarra)

Performance acustica ed elettronica
Piano e tastiere, luci e proiezioni nella performance elettronica: Giorgio
Percussioni: Dario
Clacson: Enrico
Campanello di casa: Gregorio
Realizzazione libretti dei testi: Gregorio

Giochi tematici
Il Musichiere Parsoniano: Giorgio, Jin
(The Alan) Parsonòpoli (Project): Precedentemente realizzato dal Fan Club Italiano.
Caccia ai Tesori Parsoniani: Jin

Autisti
Ha gentilmente accompagnato altri parsoniani all'andata e al ritorno: Enrico
Hanno scarrozzato tutti durante il Parsons Day: Jin, Gregorio, Enrico

Magliette del Fan Club Italiano
Progetto: Direzione Fan Club
Realizzazione grafica: Dario
Stampa: Giorgio, Jin

Biglietti da visita del Fan Club Italiano
Progetto: Direzione Fan Club, Lorenzo
Realizzazione grafica: Alessandro
Stampa: Francesco

Ulteriori realizzazioni grafiche
Manifesto, cartoline di Far Ago And Long Away e scheda telefonica PDAY4: Alessandro

Foto
Fotografi: Viviana, Francesco, Gregorio, Giorgio, Jin
Scansioni: Dario, Giorgio, Gregorio

Filmati
Cameramen: Sign. Treppiede, Jin, Francesco, Giorgio, Guido, Viviana, Sara
Fornitore della telecamera: Giorgio
Fornitore della telecamera di riserva: Guido

I nostri sponsor

 

RINGRAZIAMENTI

Grazie a tutti coloro che hanno contribuito, in particolare ai collaboratori esterni: Alessandro, Fabio e Jorge, al quale inviamo un ringraziamento speciale per averci inviato in prestito la sua VHS originale in NTSC affinchè potessimo convertirla. A questi ringraziamenti vorremmo aggiungere i seguenti:
- a Steve, per averci anticipato i soldi della maglietta premio affinchè arrivasse in tempo, ma soprattutto per l'articolo su The Avenue
- a Guido per averci donato il porta-CD "Compact Disc Project" (ma dove l'hai trovato?)
- a Dario per il mouse sostitutivo
- ad Alan e la band per l'ispirazione e la meravigliosa musica che creano
- a tutti i partecipanti per aver sopportato i 1000 scalini della Grotta Gigante, le ore piccole, le attese durante gli allestimenti di alcune iniziative, ma soprattutto grazie per la vostra calorosa partecipazione... e per i vostri splendidi commenti che sono uno più bello dell'altro!
- infine e soprattutto, vorrei ringraziare pubblicamente Jin per l'indicibile quantità di aiuto che mi ha dato in questa impresa, e per la gioia di aver condividiso con lei l'organizzazione.
 

 

A tutti mille di questi Parsons Day...