Il Parsons Day 4, tenutosi a Trieste nei giorni 4-7 Agosto 2000, ha registrato vari record significativi rispetto ai PDAY precedenti: come durata (4 giorni inclusi quelli di partenza e arrivo), come numero di partecipanti (10, più 2 ospiti limitati ad una cena), e come iniziative: abbiamo aumentato la tematicità, soprattutto nella passione di Projettare, dedicando mesi all'organizzazione; e, inaspettatamente, si sono aggiunti molti contributi esterni. Ne è risultata una quantità di iniziative così grande che, se dovessimo definire questo Parsons Day in due parole, dovremmo dire che è stato un'OVERDOSE PARSONIANA. Un'overdose che, comunque, è stata necessaria ai partecipanti per affrontare gli inediti aspetti sportivi e di "vacanza fitness": ben tre giochi tematici di cui uno in cui c'era da correre per la casa, i 1000 scalini della Grotta Gigante.... e una passeggiata in camice in mezzo a delle industrie chimiche! Il Quarto Parsons Day Italiano è stato particolare anche per la comparsa di una manifestazione avvenuta negli Stati Uniti ad una sola settimana di distanza, organizzata indipendentemente dalla nostra, eppure alquanto simile (nonostante sia la prima del suo genere): la USA AP August Fan Fest 2000, coorganizzata da Scott e Sara Holder. Steve Martin del Fan Club Ufficiale Internazionale The Avenue è rimasto così colpito dalle due manifestazioni che ha deciso di dedicare ad entrambe un articolo sulla rivista ufficiale. Siamo stati lieti di fornire questo contributo a The Avenue, soprattutto per portare Alan e la band pienamente a conoscenza delle attività dei fans italiani, incoraggiare Alan a insistere nella sua battaglia contro i promoters per venire a trovarci in tour (prospettiva che, per un pelo, non si è realizzata nel 1999), e convincerli che, in tal caso, saremmo in grado di organizzare un after-show coi fiocchi. Il numero di The Avenue in questione, il 18, è uscito il primo Novembre 2000, e per molti fans italiani potrebbe essere l'occasione per iscriversi alla rivista o almeno riceverne questo mitico numero. Cogliamo l'occasione per annunciare la nostra nuova pagina che dà informazioni sulla rivista e consigli su come risparmiare tempo e denaro per iscriversi districandosi nella burocrazia degli uffici postali italiani. Come se non bastasse, questo PDAY è stato speciale anche sotto un altro aspetto: ha coinciso con la nostra formalizzazione come Fan Club Italiano di Alan Parsons. Dato che l'articolo su The Avenue contiene una foto del PDAY4, abbiamo deciso di anticipare per l'occasione la realizzazione delle magliette del Fan Club Italiano, in modo che, indossandole tutti, dessimo un'immagine che rispecchiasse i nostri sforzi organizzativi. Il "Parsons Day" ha dunque evoluto, e l'evoluzione continuerà, dato che per il PDAY5 prevediamo 15-20 partecipanti. Al nostro quarto incontro, pensiamo di essere cresciuti al punto da accompagnare al reportage degli organizzatori varie notizie sul "dietro le quinte", che speriamo vi comunichino l'entusiasmo che abbiamo provato non solo durante il PDAY stesso, ma anche durante la sua preparazione. Abbiamo scritto il reportage a quattro mani, sebbene io abbia spesso scritto in prima persona per ragioni espositive. Dunque: Press Rewind!. Dato
che un Parsons Day è fatto soprattutto di persone, il
primo passo è quello di selezionare i possibili partecipanti:
dopo aver fissato la data, abbiamo appurato quante persone, fra
quelle che erano in contatto con noi, sarebbero state interessate
al PDAY4. Rispetto ai meetings precedenti, la risposta è
stata sorprendentemente positiva: 7 fans "classici",
cioè che avevano partecipato a incontri precedenti, e
3 "inediti". Dopo aver perlustrato vari alberghi di
Trieste e scelto quello più vantaggioso, abbiamo incominciato
a raccogliere in un file tutte le idee che ci venivano in mente
sulle iniziative, e poco alla volta questo file si è trasformato
nel programma del PDAY4. Dal
programma abbiamo estratto un invito per i partecipanti, divertendoci
a "censurare" attentamente i dettagli sulle iniziative
a sorpresa. All'invito abbiamo allegato un questionario su vari
dettagli pratici, fra cui la domanda se il partecipante fosse
disposto a fare non solo 2, ma 3 pernottamenti, e, con nostra
positiva sorpresa, uno dopo l'altro, tutti i partecipanti hanno
aggiunto il terzo pernottamento, il che ha consentito ai partecipanti
di evitare costose stanze singole, ma soprattutto di avere per
la prima volta due giorni parsoniani interi a disposizione. Un
ultimo email di aggiornamento a tutti i partecipanti ha comunicato
l'avvenuta prenotazione delle stanze, e ha consentito ai partecipanti
di accordarsi per il viaggio. Per la prima volta, infatti, alcuni
sono venuti in macchina, e dobbiamo ringraziare il simpatico
toscano Enrico, che, nonostante fosse una new entry, si è
gentilmente offerto di dare un passaggio ad altri parsoniani
sia all'andata che al ritorno, diventando così il nostro
autista ufficiale, e potendo suonare il suo strumento preferito:
il clacson (quando faremo la cover di Urbania lo chiameremo). La maggior parte della preparazione è stata però dedicata alle iniziative. Abbiamo avuto molto da fare sia outdoor (prove del concerto d'organo, scelta e prenotazioni di locali, e acquisti di luci, strumenti, alimentari e bibite industriali per le ugole del karaoke) che indoor, soprattutto la preparazione dei giochi e del numero di The Tell-Tale Heart. Abbiamo parsonicizzato il salotto, sostituendo i consueti soprammobili con libri come I Robot e The Time Machine, tazze parsoniane e numeri di The Avenue, e appendendo il manifesto del PDAY4. Una
mattina in particolare è stata piuttosto movimentata,
quella del Venerdì 4 Agosto 2000. Al suono della sveglia
Jin ha risposto con una faccia verde Tales, più o meno
come l'anguria che avremmo acquistato quella mattina. Era la
terza spesa che facevamo per il pranzone, quella degli ingredienti
freschi, e il commesso della verdura ha spalancato gli occhi
alla nostra richiesta di un'anguria gigante da 9 Kg. Jin ha voluto
a tutti i costi portarla da sola, e sotto una pioggia alla Arrival
se l'è strascinata fino in macchina. Improvvisamente suona
il cellulare: "Sono Gregorio, sto arrivando, sono lì
fra mezz'ora". Superando un traffico piovano peggiore di
Urbania, siamo corsi a casa ritirando al volo la torta gelato
Parsons Day che per poco non si è spiaccicata sul parabrezza.
Mentre Jin cercava di incastrare l'anguria nel frigo, nel quale
non stava nè in altezza nè in larghezza, io mi
sono infilato rapidamente la maglietta del Time Machine Tour
e il cappellino di AP (segni di riconoscimento) e sono corso
al punto di ritrovo per le macchine, cioè l'albergo, a
5 minuti di distanza da casa (o meglio 2 minuti, visto che ci
sono andato correndo), a prendere Gregorio e Sara. Ed è
stato solo in questo momento che ho realizzato che il Parsons
Day 4 era una realtà. Gregorio
ha rappresentato il perfetto esempio di nuovo partecipante: dopo
mezz'ora che ci conoscevamo era come se ci conoscessimo da sempre.
La sua ragazza Sara si è rivelata sin da subito una fan
in rapidissima evoluzione, avendo fatto un corso accelerato sul
Project prima di partire, anche se ovviamente non era per nulla
obbligatorio. Ma altri due partecipanti erano in arrivo: Enrico,
di cui abbiamo già parlato, e Guido, gradito ritorno dato
che non l'avevamo visto dal PDAY1. Nella difficoltà di
trovare la strada, nonchè di contattarmi sul mio cellulare,
Enrico chiamò Gregorio, che si improvvisò organizzatore
proponendogli come punto di ritrovo quello che avevo scelto per
i partecipanti "classici", che arrivavano in treno:
il binario 10 della stazione (facile da ricordare: 10 come gli
album del Project); ma il tentativo di Gregorio fallì
quando, subito dopo, gli dissi che il binario 10 non esiste... Difatti era uno scherzo per i
partecipanti che arrivavano in treno, e il fatto che li conoscevo
già tutti rendeva giusto a puntino lecito lo scherzo.
L'ultimo binario della stazione era il 9: il binario 10 era come
Genesis Capitolo 1 versetto 32, un fantomatico versetto sulla
creazione del Robot facente seguito all'ultimo versetto della
Genesi nella Bibbia. Dopo l'arrivo e la sistemazione in albergo
di Enrico e Guido, e dopo essere corso a casa a prendere Jin
e le magliette del Fan Club, abbiamo raggiunto in tempismo perfetto
la stazione, in cui abbiamo mandato in avanscoperta il nostro
agente Gregorio, che le vittime dello scherzo non conoscevano
di persona. Per Gregorio è stato facile individuarli:
ha cercato quattro tizi sperduti in cerca di un binario inesistente
che parlavano di Alan Parsons, e si è fatto riconoscere
con la parola d'ordine, che questa volta era: "Scusi, dov'è
la macchina del tempo?" cui loro, come d'accordo, risposero
"Molto tempo fa e molto lontano". Poco
dopo ho accolto i nuovi arrivati. Ho rivisto con gioia Dario
e Francesco, che con me sono i soci fondatori del Fan Club, come
anche Lorenzo e Viviana, che io e Jin eravamo andati a trovare
una settimana prima in una vacanza in cui, grazie a loro, eravamo
anche riusciti ad assistere a un concerto dei Flying Pickets
e a fare un'intervista a Gary Howard a proposito delle sue collaborazioni
con AP. Nell'accompagnare anche i nuovi arrivati all'albergo
ci siamo soffermati tutti 10 nella spaziosa stanza di Dario e
Francesco, nella quale si è subito creato l'allegro feeling
tipico dei Parsons Days, e abbiamo distribuito le magliette del
Fan Club. Per Francesco avevamo preparato anche, per scherzo,
una maglietta del dr. Male, il personaggio dei film di Austin
Powers che cita più volte Alan Parsons e il suo Project. Nella
hall dell'albergo abbiamo firmato due cartoline che avremmo spedito
rispettivamente a Steve Martin e a Scott Holder, l'organizzatore
della Fan Fest in USA, precedentemente realizzate dal nostro
grafico ufficiale Alessandro (l'immagine è la stessa di
quella della scheda telefonica a fianco), e che avevamo fatto
firmare anche a tutti gli altri soci del Fan Club mediante un
giro postale. Armati
di tre automezzi ci siamo avviati per il tradizionale giro turistico,
a iniziare dal Parco Revoltella che abbiamo visitato con la pioggia;
ma, come ha detto Guido, PDAY bagnato PDAY fortunato, perchè
i PDAY iniziano sempre con la pioggia. Nel parco abbiamo parlato
del recente divorzio di Alan e del problema fondamentale che
questo implica: chi terrà Pippa, cioè il gatto
di Alan. Siamo passati davanti a un negozio di videogames, dove
abbiamo trovato un gioco chiamato "The Time Machine",
nel quale l'artwork della macchina del tempo ci ha ricordato
un po' troppo il video di AP per non essere un plagio. L'iniziativa seguente
è stata la visita alla Grotta Gigante, la cavità
naturale sotterranea più grande del mondo, che si trova
nel Carso Triestino (l'altopiano roccioso che affianca Trieste).
Dopo i 500 scalini di discesa della Grotta e i 500 di salita,
i parsoniani si sono seduti su un muretto carsico con facce tanto
meravigliate dalla bellezza della grotta, quanto stravolte e
affamate. Sarebbe stato l'ultimo momento di relax, perchè
nei giorni consecutivi non ci saremmo più fermati un attimo.
Sempre in Carso, siamo andati in un'osteria tipica per la cena,
alla quale si sono unite altre due fans triestine di AP. Prima
di cenare ci siamo messi tutti la maglietta del Fan Club; è
qui, infatti, che abbiamo scattato la mitica foto con le magliette. Dopo aver accompagnato in albergo
i partecipanti a prendere il materiale parsoniano , eccoci finalmente
a casa, per entrare nel vivo delle attività parsoniane.
Alla presentazione dei premi dei giochi è subito seguita
l'esposizione di materiale, a partire dagli unici due DVD attualmente
disponibili che contengono materiale di AP: l'album "I Robot"
rimasterizzato, e la traccia "The Time Machine" inclusa
in una compilation. I parsoniani sono rimasti a bocca aperta
davanti al vinile giallo di Tales, e quando ho esposto il raro
33 giri di Ladyhawke Gregorio ha replicato: "Sei un animale!",
ma poco dopo è stato lui a stupirmi tirando fuori l'On
Air DTS. Indimenticabile anche la collezione completa di cassette
originali del Project, che ha portato Lorenzo. C'è stato
anche lo scambio di materiale, e Francesco ha distribuito i primi
biglietti da visita del Fan Club Italiano. Ed eccoci alla prima delle grandi sorprese: la proiezione di materiale video inedito per il Fan Club italiano. Per festeggiare i dieci anni dall'uscita di Freudiana, abbiamo proiettato una trasmissione spagnola dell'epoca, includente, oltre al video di Freudiana, qualcosa di più unico che raro: un filmato di Eric Woolfson che canta e suona in playback, che ha lasciato gli ospiti letteralmente a bocca aperta. Abbiamo ripreso la proiezione di materiale video nella mattina seguente, quella del Sabato 5 Agosto 2000. Questa volta, Jin ha risposto alla sveglia con una faccia più bianca della mummia di Tales. Difatti, mentre gli ospiti si godevano i filmati del Time Machine Tour, io e lei abbiamo iniziato la grande avventura del pranzo tematico, che avevamo precedentemente sperimentato in vacanza facendoci da cavie a vicenda. Nella nostra indecisione su quale antipasto scegliere per il menu, Jin aveva scelto il nome "Stuzzichini Misti Project", il che mi aveva subito suggerito l'idea di un set di antipasti in cui ogni album del Project venisse rappresentato; un'idea ambiziosa, anche perchè doveva essere realizzata sia sul piano estetico che su quello gastronomico. La soluzione si presentò immediata per I Robot, Pyramid, Gaudì e Ammonia Avenue (v. la foto). Le tartine Eye In The Sky e Stereotomy , invece, mi diedero del filo da torcere, ma caviale e salmone offrirono la soluzione, aggiungendo un tocco di classe. Al PDAY la preparazione degli antipasti è andata liscia, senonchè, non appena ho finito, Jin ha messo nella mia mano destra un piatto di Paella Paseo de Gracia a 100 gradi, con conseguente urlo alla Tell-Tale Heart che, nonostante la porta chiusa della cucina, è riuscito a terrorizzare gli ospiti. E la preparazione dei secondi non è stata da meno, visto che per poco la mia mano sinistra non è diventata una mano al forno alla Poe. Comunque ecco il menu: Paella Paseo De Gracia Tagliatelle alla Stereotomy Spiedini alla Try Anything Once Patate Pyramid Insalata Cezàr Some Fruits Within A Fruit Spumante Limelight Stock 84 e Scarabei d'Oro
Il fatto che i partecipanti fossero 10 mi consentì di associare agli album del Project i bicchieri e i tovaglioli personalizzati realizzati da Viviana, mentre io e Jin avevamo realizzato i segnaposti sulla base dei tondi della copertina di The Time Machine (quello in figura è tratto dalla versione giapponese). Dopo
il pranzo tematico abbiamo condotto i partecipanti a un'iniziativa
a sopresa completa: il concerto d'organo. L'idea mi era venuta
assistendo a un concerto d'organo con un mio amico. Ricordai
le svariate volte in cui, in giovanissima età, avevo vinto
dei concorsi d'organo liturgico suonando Bach, ma con pesantissimi
sacrifici di studio. E dissi al mio amico che avrei potuto fare
un concerto di mia iniziativa, per il quale avrei invece scelto
la musica che piace a me; e quando pensai che avrei potuto farlo
per le persone alle quali tengo di più, l'idea mi arrivò
come un lampo, inusuale quanto interessante: un concerto di musica
parsoniana con un vero organo a canne, da eseguire nella chiesa
vicino a casa in occasione del PDAY4. Curiosamente, tutte le
volte che andai in chiesa per accordarmi col Parroco pioveva
a dirotto... sotto l'aspetto PDAY questo portava bene... Naturalmente pioveva anche quando portai i parsoniani al concerto. E non è stato l'unico imprevisto: nonostante i plurimi accordi col Parroco, la porta del campanile, necessaria per raggiungere l'organo, era chiusa a chiave. Dopo due perpetue, finalmente è arrivato il Parroco, che dopo aver provato un mazzo di 20 chiavi diverse ha scoperto che nemmeno una era quella giusta, e ha fatto uno strano giro per aprire la porta dall'interno del campanile: infatti abbiamo sentito sul tetto della chiesa dei passi alla gobbo di Notre Dame. Dopodichè finalmente siamo potuti salire nel campanile, dotato di un'architettura un po' simile alla Sagrada Familia, con una scala a chiocciola da 12 scalini per giro, sulla quale si apriva anche una porta per un antro buio che sembrava la cantina di Fortunato. Un'altra porta, invece, dava sull'organo.
Toccata in Re minore (Bach) / Ladyhawke Suite (Powell) Arrival (Woolfson/Parsons/Powell) Don't Let It Show (Woolfson/Parsons) La Sagrada Familia (Woolfson/Parsons) Jigue (Parsons/Powell) Dreamscape (Parsons) Knight Against Dragon (Suite) (Rizzarelli) Time (Woolfson/Parsons) I Robot Suite (Woolfson/Parsons/Powell)
Musica
e testo ispirarono la sceneggiatura in modo quasi obbligato.
Durante la prima strofa, quando gli stacchi strumentali si alternavano
ai versi, la mia torcia si alternava con l'occhio blu di Jin.
Sugli stacchi prima della parte lenta ho accoltellato Jin con
un coltello finto, mentre Jin mi spruzzava addosso del sangue
(leggi ketchup) con una pompetta nascosta. E sulla parte lenta
ho seppellito Jin nella "bara". Per il crescendo strumentale, avevamo pensato a una variante della parte in cui la coscienza dell'assassino gli fa credere che il vecchio sia vivo: una resurrezione del vecchio, a partire da sinistri sospiri fino all'apertura della bara, coadiuvata da un esplosivo assolo di chitarra e illuminata esclusivamente da una luce stroboscopica; e questa è stata ovviamente la parte che gli ospiti hanno trovato più divertente. Sull'ultima strofa Jin si è avvicinata di più agli ospiti, per mostrare meglio l'occhio, e alla fine mi ha strozzato. Non so se queste righe ti convinceranno a NON partecipare mai a un Parsons Day (sì, dico proprio a te che stai leggendo, che non sei mai stato a un Parsons Day), o se ci chiamerai immediatamente per chiedere di partecipare.
La Domenica. La
Domenica mattina Jin si è svegliata stanca come la mummia
di Pyramid, ma pronta per la scampagnata. La prima iniziativa,
infatti, era molto divertente. Dario ha detto: "Che bello
qui, con queste industrie chimiche, sembra Ammonia Avenue, ci
vorrebbero i camici", e Jin ha risposto "Ah, i camici?
Tu vuoi i camici! Eccoli qua i camici!". I parsoniani si
sono infilati i camici in men che non si dica sguazzando nel
loro immaginario, e abbiamo fatto un sacco di foto. Ci siamo
persino divertiti a fermare le macchine dicendo che c'erano delle
fughe radioattive, ma quando abbiamo fermato una macchina della
sorveglianza ci siamo divertiti un po' meno; per fortuna ci stavamo
già togliendo i camici... Siamo
poi giunti alla vedetta di San Lorenzo sopra il Parco Naturale
della Val Rosandra. Abbiamo proposto a Francesco di fare Fall
Free giù per la valle ma ha detto di no. Per il pranzo
avevamo organizzato il picnic On Air, nel quale siamo stati affiatati
come i figli dei fiori, e durante il quale abbiamo ascoltato
appunto On Air. In particolare, è stato molto emozionante
ascoltare Blue Blue Sky distesi sull'erba a guardare il cielo,
come consiglia Ian. Tornati
a casa abbiamo dato voce alla performance acustica, con me al
piano, Dario al tamburello e tutti quanti alle voci, eseguendo
per la prima volta nella loro interezza, e con un gran brio,
Ammonia Avenue e Stereotomy, i due album del Project dai concept
sfuggevoli. Abbiamo cantato anche canzoni di The Time Machine,
e l'immancabile album TTOAFC. E approfittando delle campane della
chiesa, abbiamo fatto anche la Sagrada Familia. In alcuni pezzi
ci siamo divertiti a dividerci le parti a gruppi, in altri abbiamo
cantato tutti in coro; in entrambi i casi si è creato
un grande affiatamento; questo accade sempre al karaoke, è
il potere della musica che unisce. Dopo
una Rubber Pizza e la torta gelato Parsons Day, su ottima idea
di Dario ognuno di noi ha raccontato un aneddoto legato alla
sua vita di parsoniano. Il più interessante è stato
forse quello di Guido, che ci ha raccontato di quando, solo pochi
giorni prima del PDAY, parlò del Project con una collega
di lavoro, e subito dopo si sentì partire Lucifer alla
radio. Poi abbiamo cantato al piano un paio di pezzi di Freudiana,
e siamo passati a una breve performance elettronica con pezzi
da Eye In The Sky. Per concludere la serata, Jin ha condotto il suo gioco tematico a sorpresa: la Caccia Ai Tesori Parsoniani, da lei simpaticamente soprannominato "il colpo di grazia per cervelli stanchi e annebbiati". Un capolavoro nell'insieme come nei dettagli, che ha acceso i nostri immaginari parsoniani... ma, dato che è stato esclusivamente opera di Jin (per dare anche a me la possibilità di partecipare a un gioco), voglio lasciare a lei la parola...
Non abbiamo mai fatto una piramide così grande di cose, eppure il Lunedì, il giorno delle partenze, eravamo un po' malinconici. Guido si è commosso nella performance acustica della sua canzone preferita Old And Wise, e così Sara con Brother Up In Heaven. Enrico è partito portandosi con sè Guido e Dario, e dopo un simpatico pranzo improvvisato sono purtroppo partiti anche gli altri. Jin mi ha aiutato a fare un po' d'ordine, poi è tornata a casa, dopodichè sono rimasto solo e ho provato un vuoto enorme. Stereotomizzato dalla stanchezza e attonito dall'enorme quantità di tempo che il PDAY mi aveva preso durante la preparazione, ma soprattutto colpito dalla mancanza dei miei amici, sono caduto in depressione. Ero solo nella mia stanza provando dispiacere per me stesso. Chiamatemi un profeta del male, non potevo pensare a nient'altro... Ma noo! Questi versi li avete già sentiti! :-) Until the next pday! PREMI E VINCITORI DEI GIOCHI THE ALAN PARSONOPOLI PROJECT CACCIA AI TESORI PARSONIANI Francesco Ferrua - Carcare (SV) Gregorio Gobbi - Stienta (RO) Viviana Modena - Rovereto (TN) Guido Montini - Bologna Jin (coorg.) - Trieste Sara Perinelli - Stienta (RO) Dario Pompili - Roma Giorgio Rizzarelli (coorg.) - Trieste Lorenzo Zencher - Rovereto (TN) Elena Schipizza - Trieste (solo cena in Carso) Ornella Valenti - Trieste (solo cena in Carso) Alessandro Palmigiani - Isola del Liri (FR) Fabio Truppi - Brindisi CD, DVD, vinili: Giorgio Vinili addizionali: Francesco On Air DTS CD: Gregorio Collezione di musicassette: Lorenzo Vetrata di The Turn Of A Friendly Card: no, questa non l'abbiamo esposta, ce l'ha Eric Cassette di On Air: Fabio Chris Rainbow, Lenny Zakatek: Francesco Camel: Dario, Francesco Contributi primari: Jorge Conversione NTSC-PAL: Giorgio Contributi secondari: Dario, Francesco, Guido Ideazione anguria ripiena: Jin Progetto antipasti: Giorgio Menu e realizzazione: Giorgio, Jin Aiuti cucina fuori dalla cucina: Dario, Francesco Ideazione e realizzazione bicchieri e tovaglioli tematici: Viviana Segnaposti: Giorgio, Jin Scansioni per i segnaposti, aggiornamento Piramide centrotavola: Francesco Cavie affamate: Tutti Ideazione, scelta dei pezzi, performance: Giorgio Parroco che non trovava le chiavi: Parroco Alani Ideazione, sceneggiatura, scenografia, luci, costumi, interpretazione e urla: Giorgio, Jin Base: Giorgio (tastiere), Fabio (chitarra) Piano e tastiere, luci e proiezioni nella performance elettronica: Giorgio Percussioni: Dario Clacson: Enrico Campanello di casa: Gregorio Realizzazione libretti dei testi: Gregorio Il Musichiere Parsoniano: Giorgio, Jin (The Alan) Parsonòpoli (Project): Precedentemente realizzato dal Fan Club Italiano. Caccia ai Tesori Parsoniani: Jin Ha gentilmente accompagnato altri parsoniani all'andata e al ritorno: Enrico Hanno scarrozzato tutti durante il Parsons Day: Jin, Gregorio, Enrico Progetto: Direzione Fan Club Realizzazione grafica: Dario Stampa: Giorgio, Jin Progetto: Direzione Fan Club, Lorenzo Realizzazione grafica: Alessandro Stampa: Francesco Manifesto, cartoline di Far Ago And Long Away e scheda telefonica PDAY4: Alessandro Fotografi: Viviana, Francesco, Gregorio, Giorgio, Jin Scansioni: Dario, Giorgio, Gregorio Cameramen: Sign. Treppiede, Jin, Francesco, Giorgio, Guido, Viviana, Sara Fornitore della telecamera: Giorgio Fornitore della telecamera di riserva: Guido Grazie
a tutti coloro che hanno contribuito, in particolare ai collaboratori
esterni: Alessandro, Fabio e Jorge, al quale inviamo un ringraziamento
speciale per averci inviato in prestito la sua VHS originale
in NTSC affinchè potessimo convertirla. A questi ringraziamenti
vorremmo aggiungere i seguenti: |