Il Parsons Day 5 - Roma, Primavera 2001

Commenti di autori vari raccolti da Dario Pompili

 

Davvero arduo descrivere quello che si è provato in occasione del Pday5. Il numero di partecipanti, maggiore del solito, ha collezionato con la simpatia e la voglia di stare insieme un insieme di episodi davvero da incorniciare. Ringrazio con il cuore tutti coloro che a diverso titolo, ma tutti davvero importanti, hanno contribuito a costruire un altro angolo di paradiso parsoniano. Grazie allora a Carlo, Sabrina, Sergio, Stefano. Un particolare ringraziamento a Sergio per il fatto di averci dato la disponibilità di tutto in occasione della performance della Project Band e, forse grazie a questo, si è appassionato al punto da diventare un fan. Non saprei cosa ricordare, perché citare un episodio di questi meravigliosi tre giorni passati insieme con intensità significherebbe oscurarne altri; dal turismo romano al pranzo tematico con tanto di torta monumentale a forma di piramide, dalla performance elettronica alla commovente dedica radiofonica fatta per l'occasione a tutti e che si è conclusa con un coinvolgente coro a mani unite inneggiante ad Eye In The Sky, dalla meravigliosa mostra di Magritte, pittore contemporaneo che ha ispirato Storm Thorgerson nella realizzazione delle copertine parsoniane, ai saluti calorosi pieni di voglia di rivederci presto, perché la tradizione parsoniana prosegua e la nostra voglia di vederci non abbia fine, come la musica di Parsons, grandiosa ed eterna. Bene, è ora di lasciare la parola ad alcuni dei partecipanti, che sapranno descrivere ancor meglio di me l'evento del Parsons Day 5. Concludo con il nostro classico saluto…

Until The Next Time!

 

Commento di Fabio Truppi (Francavilla Fontana - BR):

"Ciao Fabio. Prego, di grazia, di perdonare la mia intrusione, ma ho un favore da chiederti: mi introdurresti tra i partecipanti di un mitico Parsons Day? Vorrei davvero parteciparvi! Mia mogl... ehm... la mia ragazza è d'accordo. Attendo, di grazia, conferma. Firmato: Alan Parsons"! E' il messaggio che francamente mi aspetterei di ricevere dal motivante principale di queste splendide giornate tematiche da cui prendono nome. Perchè se è vero che The Alan Parsons Project ha ispirato dei fan da organizzare degli eventi così piacevoli, mi chiedo, chi di loro potrebbe mai immaginare cosa significhino per noi queste giornate passate assieme? Sorprende davvero pensare che ragazzi da tutta Italia si incontrino, anche per la prima volta, e formino già un gruppo affiatato per vivere, discutere, divertirsi, apprendere e suonare all'ombra di una grande passione comune. E se è vero che Dario è stato l'organizzatore perfetto di quest'ultimo Parsons Day romano, non posso non lodare la grandiosa mossa di Sabrina nell'averci dato la possibilità di visitare la più bella mostra pittorica che abbia mai visto, quella di Magritte. Così come non potrei mai dimenticare gli enormi sforzi del nostro Carlo nell'allestire un locale, con tanto di amplificazione, prese elettriche e tastiere, in cui suonare fino a sera la nostra musica preferita. Dunque, arte, musica, letteratura, pittura (grazie sig. Pompili), culinaria (grazie sig.ra Pompili), divertimento... di tutto e di più ruota attorno a questa nostra passione. Ma soprattutto è l'Amicizia, con la "A" maiuscola, la vera protagonista di questi giorni, quella che mi ha permesso di entrare in una magica sintonia con tutti e mi ha fatto sentire così apprezzato, anche per il semplice fatto di essere scherzosamente considerato il piccolo IAN BAIRNSON ! Grazie di cuore, amici, sigh...sigh...(lacrimucce in arrivo!). Eccomi, allora, a riformulare la domanda iniziale: potrebbero mai ALAN, ERIC, ANDREW, IAN o chiunque altro di TAPP, immaginare anche lontanamente come si vive un Parsons Day con noi?

Vengano a vedere!

Commento di Guido Montini (Bologna):

Il 5° Pday è stato il mio 3°, ma sicuramente uno dei migliori. L'armonia tra noi parsoniani è stata perfetta ed è stato bello vedere come tante persone possano riunirsi attorno ad un mito musicale. Grazie all'ottimo Enrico, sono riuscito a vincere al Parsonòpoli; il quadro è qualcosa di unico, un ricordo che rimarrà nei secoli appeso vicino alla Sagrada Familia; mai regalo fu piu' indovinato e gradito, un premio davvero suparsonico! Una gradita sorpresa è stata la visita alla casa di Stefano, un fan davvero fornito discograficamente. Grande il concerto vero e proprio, con un fantastico FabIan Bairnson alla chitarra, Roberto alla batteria, Carlo al basso e Giorgio alle tastiere. Il pomeriggio è volato via, ed i brani sono stati tutti veramente pazzeschi. E poi come non ricordare il pigiama party con Giorgio, Enrico, Gregorio, Sara e Francesco, a scambiarci battute sui dialetti ed i nostri modi di dire locali, veramente indimenticabile. Infine alla Domenica la strepitosa mostra di Magritte, del quale ignoravo le straordinarie opere. Un grandissimo genio coi colori ed uno straordinario senso delle forme. Il contrasto luci ed ombre, le forme fantasiose ed un'opera immensa, attraverso una galleria lunghissima, che mi ha lasciato basito. Così presto è arrivato il momento di salutarci ed ognuno è tornato alla dura vita quotidiana, dove purtroppo pochi conoscono l'opera di Alan ed Eric, ma che vo' fa'?

Until the 6° Pday!

Commento di Enrico Contini (Sesto Fiorentino - FI):

Dovrei scrivere un piccolo resoconto sul Pday 5 che si è svolto a Roma fra la fine di marzo e l'inizio di aprile. Devo essere molto breve, perché lo spazio a mia disposizione non è molto. Come posso fare? Potrei scrivere così: siamo arrivati al venerdì (qualcuno anche al giovedì), siamo stati insieme il sabato, e la domenica siamo ripartiti. Sono stato troppo breve? Credo di sì. Potrei aggiungere qualcos'altro. Che, per esempio, stavolta ci siamo ritrovati in una quindicina. Oppure che io sono riuscito ad arrivare nonostante le bizzarrie atmosferiche (pioggia alla partenza da casa mia, sole, vento, poi pioggia, poi vento, poi sole, e poi di nuovo dall'inizio). Oppure che sono arrivato comunque alla meta nonostante il traffico incontrato. E che sono arrivato intero nonostante i capricci della mia auto. Potrei aggiungere che i partecipanti non romani mi stavano aspettando… con un randello, perché a causa del mio ritardo erano saltati un paio di appuntamenti previsti dal programma. Potrei dire che sono stato nella stessa camera d'albergo con Francesco, e che siamo riusciti a dormire, nonostante i tentativi di discutere sul senso dei vari lavori parsoniani (ma forse era l'effetto della cena…). Potrei dire che il pranzo tematico messo insieme da Dario e famiglia era incredibilmente esagerato (tre chili in tre giorni: un record!). Potrei dire che sono riuscito a battere Francesco al Parsonopoli, giocato in coppia con Guido, e che questo risultato mi ha permesso di aggiudicarmi una prestigiosa opera d'arte realizzata dal padre di Dario. Potrei anche dire che i partecipanti al PFM dell'ottobre 2000 hanno pensato di premiarmi con un'altra opera del padre di Dario (troppo buoni). Potrei dire che dopo il pranzo tematico, nonostante i chili accumulati (Gregorio ha fatto la solita esibizione con coltello e forchetta… nel piatto), abbiamo partecipato a un vero e proprio concerto allestito dalla Parsons Project Band (complimenti a tutti). Potrei dire che, mentre il resto della banda suonava e cantava, io e Gregorio ci ripiegavamo in due, anche in tre, talvolta pure in quattro, con commenti e battute senza senso. Potrei dire che ci siamo commossi, ma soprattutto, disperati tanto, tantissimo, al momento in cui abbiamo ascoltato la toccante interpretazione di Limelight fatta da Dario in veste di lead vocal (si sono rotti i bicchieri e sono esplose le lampadine dalle stecche che ha preso…). Oppure potrei dire che l'orario dei brani messo a punto da Giorgio (minuzioso, dettagliato, con esatta scaletta di tempi da dedicare ad ogni singolo brano) non è stato assolutamente rispettato. Potrei pure dire che, nonostante la stanchezza e a dispetto dell'ora tarda in cui siamo rientrati in albergo, siamo stati a chiacchierare del più e del meno (ma anche del per e del diviso, con puntatine nelle equazioni di secondo e terzo grado, con una spennellata di logaritmi…) nella camera che ospitava il sottoscritto e il pregiatissimo arch. Ferrua fino alle tre del mattino. Potrei anche aggiungere che la mattina seguente ci siamo svegliati alle sette, con un servizio sveglia speciale, realizzato dalla solerte (solerte? credo che abbia usato una parola che non c'entri molto…) e puntuale Jin. Potrei dire che come ultimo atto della permanenza a Roma c'è stata la visita alla mostra di Magritte. E che al termine di questa visita siamo andati a saccheggiare la dispensa di Stefano. Dopodiché Greg&Sara con la loro auto ed io con la mia ci siamo incamminati, anzi, instradati in autostrada in direzione nord. E che abbiamo fatto insieme il percorso da Roma a Firenze (eravamo il piccolo trenino parsoniano). Potrei anche dire che Dario ci ha stressato con la fissazione della dieta, costringendoci a chiamarlo da quel momento "Er Cicoria". Potrei dire tutto questo. Ma forse l'ho già detto. E allora, se l'ho già detto, dovrei ricominciare tutto da capo? Dall'inizio? Non mi pare il caso… credo. E allora concludiamo così: al prossimo Pday 6. Until the next cicoria...