Salve a tutti da Francesco! Il PDAY5 ha avuto luogo a Roma da Giovedì 29 Marzo a Domenica 1° Aprile 2001, straordinariamente organizzato da Dario Pompili, Sabrina Manna e Carlo Pompili coi preziosi contributi logistici di Sergio Mattia e Stefano Viezzoli. E' stato un PDAY veramente notevole, non solo per la quantità di iniziative e di graditissime sorprese, ma anche per la qualità, e la grande intensità in tutte le ore trascorse assieme. E notevole è stato, soprattutto, il numero dei partecipanti: 15 fan, il numero più alto raggiunto fin'ora. E qui passo la parola a Giorgio. Professionalità, arte, cultura, organizzazione e armonia: elementi che sono stati sempre presenti nei nostri meeting, e del resto nella musica parsoniana, ma che nel PDAY5 hanno avuto tutti un salto qualitativo. Professionalità, per la nostra prima performance come una vera e propria band completa di tutti gli strumenti. Arte, per i ben sette quadri premio realizzati dal padre di Dario su tematiche parsoniane, ovvero componendo elementi di Storm Thorgerson, in uno stile simile a quello di René Magritte, il grande maestro di Thorgerson. Cultura, perchè proprio di Magritte abbiamo visitato una stupenda mostra temporanea. Organizzazione, perchè Dario ha legato varie iniziative a Pyramid, facendone un tema ricorrente del meeting, rendendo quest'ultimo una sinfonia tematica. Ma l'armonia è stata il vero successo del PDAY5: riuscire a unire quel gruppo di fans del centro-nord, radunati da me e Jin al PDAY4 a Trieste, con quel gruppo, prevalentemente del centro-sud, radunato da Dario e Carlo al PDAY3 a Roma. Jin aggiunge: La cosa che mi ha colpito di più è stata l'incredibile sintonia e confidenza che abbiamo avuto tra di noi in tutti i momenti, anche quelli non prettamente legati alle iniziative. Momenti che mi aiuteranno e mi daranno la carica per i prossimi mesi, aspettando il momento di ritrovarsi di nuovo. Anche questa volta per alcuni di noi si è trattato del primo incontro avvenuto di persona, ma è ormai scontato dire come subito si sia instaurata una profonda e leale amicizia, quasi fraterna. E' la stessa sensazione di quella provata al PDAY1, ma essendo in numero quasi triplo, e sono convinto che la proveremo anche quando saremo di più, con la differenza che saranno molti di più a provarla. Ma cominciamo dall'inizio, e vorrei ora lasciare la parola a Jin, per la quale questo è stato il primo Parsons Day in trasferta, nonchè la prima visita a Roma. Giovedì Incomincerò dall'inizio, da quando cioè io e Giorgio, i primi parsoniani nordici a invadere Roma al PDAY5, siamo sbarcati davanti al Colosseo con tanto di borsoni e tamburello per Dario, e abbiamo iniziato la nostra avventura "Alla ricerca dell'albergo perduto". L'albergo non era immediato da raggiungere perchè, per la prima volta, era vicino a casa di Dario, in zona residenziale, ma proprio per questo era comodo, ottimo e conveniente; immancabile inoltre la classica casuale connessione tematica, questa volta "Hotel Sisto Quinto", come "Quinto PDAY". E' stato prestigioso entrare e dire "Ho una prenotazione, sono del convegno Parsons Day". Molto elegante, come pochi minuti dopo, quando la reception ci telefona nella stanza comunicandoci: "Il signor Dario è giù nella hall ad attendervi". L'incontro con Dario - che dici Jin, con il signor Dario! - è stato commovente: un lungo abbraccio parsoniano è bastato a rafforzare nuovamente il nostro legame di amicizia, come se fossero passati solo due giorni e non 7 mesi dall'ultima volta che ci eravamo visti. E lo stesso è successo subito dopo con Greg&Sara, come noi provenienti dal Nord. Poi in macchina di Dario, chiacchierando del Pipeline (la nostra fanzine), siamo giunti a casa di Stefano, che è stato gentilissimo ad ospitarci e si è dimostrato un vero esperto di collezionismo parsoniano con cose incredibili tipo Press Kit vari. Giorgio gli ha fregato metà collezione, ma Stefano non se n'è ancora accorto. Per cena abbiamo mangiato una gustosa pizza al taglio a domicilio, eccetto Dario, che con una faccia delusa attingeva con la forchettina da una vaschetta d'alluminio piena di "verdurina" verde scuro, che all'inizio sembrava provenire da Sirio, ma che poi si è rivelata essere innocua cicoria per la sua dieta dimagrante. Gli oscuri motivi di questa dieta hanno incominciato ad affascinarci quasi come i misteri del Project... Venerdì Il Venerdì mattina noi primi invasori nordici siamo andati a San Pietro. Nella Basilica il tempo è volato, tanto che all'uscita era già ora di avviarsi verso l'albergo per il ritrovo con la seconda orda di "barbari" nordici. Ma una bella sorpresa ci attendeva a una stazione del trenino urbano: abbiamo telefonato a Francesco per dirgli come raggiungere l'albergo, e proprio in quel momento lui è arrivato di persona alla stazione stessa, con i classici capelli lunghi da vinilomane e un inedito pizzetto parsoniano. Una volta giunti tutti in albergo, ci siamo appostati al balcone per accogliere il nostro amico toscanaccio Enrico con il nefasto suono del mitico tamburello (avrebbe fatto retromarcia?), ma Enrico ha avuto un contrattempo con la sua carriola. Per ammazzare l'attesa ho assemblato il tabellone del Musichiere, mentre gli altri si sono messi a provare i coretti per l'indomani, e improvvisamente Enrico ci bussa alla porta, facendoci lui la sorpresa. Poi di corsa all'incontro con i romani: Stefano, Sabrina e Dario, che era verde cicoria per il ritardo sul programma, ma è riuscito ugualmente a regalarci una serata magica. Stupenda Piazza di Spagna, la Fontana di Trevi, nella quale ho buttato il soldino alla classica, tutte le stradine piene di gente e con l'immancabile selciato romano per terra. Siamo poi andati a gustarci una pizza tra mille discorsi parsoniani. E' sempre una sensazione indescrivibile trovarsi in tanti seduti allo stesso tavolo e sentirsi così profondamente legati nonostante poche giornate trascorse effettivamente faccia a faccia o addirittura poche ore! Inutile dire che durante queste ore si è parlato di tutte le più recenti attività legate al nostro Fan Club e ci si è confrontati sui temi più scottanti (concept degli album, eventuale concept unitario, e via di seguito). Dario ci ha poi condotto in un fornetto segreto per gnomi ma con paste per titani, in cui ci siamo abbuffati di maritozzi (specie di bignè) e cornetti giganti a L. 500 cadauno. Per finire in bellezza abbiamo visto San Pietro by night e con una luna piena e un cielo pieno di stelle ci siamo dati appuntamento per il giorno dopo. Sabato mattina e a pranzo Il Sabato è stato il vero e proprio Parsons Day, quello al singolare, in cui si sono concentrate quasi tutte le iniziative tematiche ed è arrivata la terza e ultima orda di fans, provenienti da tutta Italia. Che è cominciata quando ricevo una telefonata interna all'albergo e una voce amica mi fa "Qui parla Ian Bairnson"; sto per svenire ma mi riprendo: era arrivato il nostro FabIan. Poi è stato bellissimo fare colazione in una lunga tavolata tutta per noi e parlando come se fosse abituale ritrovarsi ogni mattina. Siamo poi giunti a casa di Dario, dove abbiamo iniziato le attività tematiche con il collezionismo, ma su questo è meglio lasciare la parola al nostro esperto Francesco. Questa volta il collezionismo è stato un'esposizione di pregiatissimo materiale discografico, messa assieme unendo i più rari pezzi delle nostre collezioni: molti CD-Single, 45 giri, cofanetti, la parure completa di Freudiana Black (vinile, CD e programma teatrale!), il picture disc di Vulture Culture, e per finire in bellezza, Dario ci ha mostrato il vinile arancio di Pyramid, come prima connessione piramidesca... insomma, ce n'era da sbavare o da diventare cleptomani! E' stato bellissimo anche vedere insieme le tre foto autografate da Alan inviate da The Avenue ai soci fondatori del PDAY. Per me è stato esaltante ricevere come regalo un raro disco in cui Ian canta come lead vocal su alcune tracce. In trance, tenendo stretto in mano il CD, ho salutato l'arrivo di Carlo, Guido e Roberto, e sempre in trance ho ricevuto il gadget consegnato a ognuno di noi: una candela profumata a forma piramidale (ed ecco una seconda connessione piramidesca) con occhio di Eye In The Sky. Ho ripreso un po' i sensi appena durante il Parsonòpoli, quando stava per finire a botte perché Giorgio aveva iniziato ad applicare le cosiddette regole "amichevoli" del gioco. Per i vincitori, questa volta, i premi sono stati qualcosa di realmente inatteso e sorprendente: quadri con soggetti parsoniani dipinti dal padre di Dario e Carlo, abile pittore, con il loro aiuto per il concept. I quadri rappresentavano unioni ragionate di vari elementi di artwork parsoniano, sapientemente abbinati su paesaggi di prevalente sapore egizio, ed ecco una terza connessione con Pyramid. Davvero i più sinceri complimenti al Signor Pompili! Queste opere d'arte ci hanno lasciato tutti a bocca aperta come tanti pesci di Turn it Up e ancora più strabiliati quando se ne sono aggiunti altri tre come riconoscimenti speciali, per i fondatori Francesco e Giorgio, e per Enrico, come riconoscimento per l'organizzazione del meeting fiorentino. Quindi credo che il caro Enrico, che si è beccato pure il quadro per aver vinto il Parsonòpoli, ci farà pagare un biglietto di ingresso per farci ammirare i dipinti della Galleria Contini quando andremo a trovarlo a Firenze! Altro che Uffizi! E' poi arrivata l'ora del pranzo tematico, con le mille leccornie tematiche pensate e cucinate dall'abile chef Dario: Pasta Vulture Pie The fried limelight meat Luciferama miste Vino Beaujolais Wine e Water Upper me cafè The Pyramid Cake Notate l'inizio e la fine, quarta connessione piramidesca, e con struttura ciclica alla Stereotomy. Il culmine è stato appunto il dolce finale: una maestosa piramide di cioccolato fondente con tanto di occhio di EITS, che si innalzava su un basamento di crema, panna e pan di Spagna una torta tanto bella quanto buona! La base rettangolare e la punta della piramide hanno dato modo a Dario di inserire 5 candeline, che lui, Giorgio e Jin hanno soffiato insieme per festeggiare i 5 incontri tematici finora organizzati. Con una tale bomba calorica nel corpo (a questo punto abbiamo chiarito il mistero della dieta di Dario, tenendo conto della perlustrazione della pasticceria dei maritozzi e delle prove di realizzazione della Pyramid Cake), e, dopo una piccola proiezione video, ci siamo trasferiti a casa del gentilissimo Sergio per le attività musicali. Sabato pomeriggio e sera Come preludio, ci siamo scervellati con l'ingegnoso gioco musicale di Giorgio e Jin. Questa volta, per non avvantaggiare i partecipanti con più orecchio musicale, alle canzoni da indovinare suonate da Giorgio al piano, Jin ha aggiunto una parte enigmistica. La prima manche consisteva in mimi e una frase misteriosa, la seconda in indovinelli, e i primi tre classificati sono andati alla terza e ultima manche, il Musichiere vero e proprio, in versione 7x30 (7 canzoni da indovinare in 30 secondi effettivi), una sfida all'ultimo sangue :-) Alla fine del gioco Dario ha tirato fuori a sorpresa ALTRI quadri come premio! Ed è seguita l'iniziativa fondamentale della giornata, l'avvenimento che sognavamo da anni: la prima performance della Parsons Day Project Band, ovvero una reale band di cover parsoniane. Diretti dal maestro Giorgio "Powell", abbiamo ottenuto una band nella quale figurano batteria, basso, chitarra elettrica, chitarra acustica, tastiere, voci soliste e backing vocals. Se già le attività musicali degli scorsi PDAY, basate sostanzialmente su tastiera e voci (i cosiddetti "karaoke"), erano sempre state l'iniziativa di maggior successo, come definire questa band completa al PDAY5 se non come un sogno dentro un sogno? Questa iniziativa non sarebbe stata possibile senza l'unione degli sforzi di diverse persone, che hanno fornito i loro talenti come pure la strumentazione. A cominciare da Carlo e Sergio, che avevano preparato da mesi una tavernetta ad hoc, rifacendo la muratura, l'impianto elettrico ed apprestando la maggior parte della strumentazione, contenente sette sintetizzatori e tre microfoni. Ma altrettanto lunga è stata la preparazione dei brani stessi. A cominciare dalla scelta della scaletta, molto difficile, data la grandezza della produzione discografica parsoniana, e il limitato tempo a disposizione: abbiamo realizzato quanto difficile dev'essere, per la band, scegliere le scalette dei concerti! Giorgio ha poi ricavato degli arrangiamenti, sufficientemente fedeli da riprodurre il sound, ma anche semplificati per una formazione dal vivo, compito non facile data l'incredibile ricchezza degli arrangiamenti del Project. E ha distribuito le parti musicali fra i vari membri della band in misura proporzionale ai talenti e alla difficoltà. A seconda delle possibilità dei vari musicisti, ha poi spedito spartiti (realizzati al computer), accordi o semplici spiegazioni, incluso il caso dei backing vocals. Nonostante le difficoltà, facilmente immaginabili, di suonare assieme senza aver mai fatto prova alcuna, ma avendo semplicemente projectato le cose a tavolino, il risultato è stato realmente superiore alle aspettative, merito sicuramente del fatto che ognuno di noi conosce a memoria ogni dettaglio della produzione parsoniana. E' difficile dire cosa si prova a stare tutti assieme suonando e cantando questa musica che per noi significa il nostro mondo, un mondo vastissimo e fitto di contaminazioni, un'emozione che ti passa sotto la pelle facendoti palpitare forte il cuore momenti unici che resteranno indelebili nei ricordi di tutti noi. Da un mio piccolo sondaggio risulta che tutti sono sostanzialmente concordi sui brani che hanno avuto altissima resa. Il doveroso inizio A Dream Within A Dream, dal complesso arrangiamento con tanto di narrazione, ha visto necessariamente tutti i musicisti all'opera, eppure la band ha funzionato sin da subito, tant'è che mai mi sarei immaginato che, al primo tentativo, saremmo arrivati lisci come l'olio alla fine del brano. Ma non scorderò mai il momento in cui ha attaccato il ritornello di The Raven, in cui batteria, basso, chitarra elettrica e tastiere hanno interagito tirando fuori un'energia che avrebbe abbattuto il muro di Fortunato. Confrontando con la performance dell'altr'anno in cui avevamo una batteria elettronica, ho compreso quanto è importante avere strumenti veri, intendo dire non campionati, per tirare fuori il vero sound rock. Roby alla batteria è stato fantastico, e meno male che erano dieci anni che non la suonava! Altrettanto elettrizzante è stata The System Of, nella quale è uscito fuori il sound della Parsons Band dal vivo. Ho realizzato che Tales ha qualcosa di speciale, e che la band dovrebbe farlo tutto dal vivo come i Pink Floyd hanno fatto Dark Side. Come avrebbe detto Dario l'indomani, questo la dice lunga sulla dichiarazione ufficiale che il Project non faceva concerti per ragioni tecniche. I Wouldn't Want To Be Like You è stato un altro pezzo dall'ottima resa, in particolare nella jam session centrale, e nella professionale interpretazione vocale di Stefano, personale ma fedele, proprio come per un vocalist della vera Parsons Band. The Gold Bug ha visto tutti gli strumenti suonare insieme, come anche Sirius/Eye In The Sky, che Carlo e Sergio avevano preparato, con Andrea, il quattordicenne figlio di Sergio, fedelissimo guest star alla batteria, ed evviva quando la passione per il Project viene trasmessa alle nuove generazioni. In Children Of The Moon, ero sicuro che avrebbe funzionato l'interazione della chitarra elettrica di Fabio con quella acustica di Francesco, che, su questo e altri brani, ha sfoderato una professionalità incredibile per un principiante, tanto che la sua performance è stata priva di errori. Francesco, che io avevo inizialmente spronato a imparare a suonare la chitarra per la nostra band, ora si diverte a suonare anche Pink Floyd e Beatles. Questo caso, quello del giovane Andrea, sono esempi di come la nostra associazione promuova la cultura, anche in senso non strettamente limitato al Project, e riprenderemo il discorso a proposito di Magritte. Ma non ci sono parole per l'esecuzione di Fabio alla chitarra elettrica, con la quale egli ha sfoderato una tecnica alla Ian che in qualche momento mi faceva venire i brividi e mi faceva dubitare se quello davanti a me non fosse proprio Ian in persona. Mi riferisco in modo particolare all'assolo di Prime Time e a quello di Can't Take It With You che il nostro Fabio ha ricreato in modo eccezionale, parola di una Bairnsoniana accanita :-) E lo stesso vale per Too Late, mentre Money Talks è un brano che, avendo avuto buona resa già al PDAY3, è ormai collaudato tale da divenire un sicuro classico del nostro repertorio. Molti altri hanno contribuito, come per esempio Carlo alle voci, ma la lista è lunga quindi vi rimando ai riconoscimenti. E' stato, finora, il giorno più bello della mia vita. Un'esperienza, questa, nella quale abbiamo creduto fermamente tutti quanti e che, certamente, sarà ripetuta con una certa costanza e risultati sempre migliori. Ma ancora una sorpresa ci attendeva, un'iniziativa radiofonica projectata da Sabrina da lungo tempo: alle 20:30 in punto, nel cuore dell'esecuzione della Project Band, lei e Dario ci hanno richiamato al silenzio per ascoltare la radio. "Oh nooo ", hanno subito pensato molti di noi, "la Sabrina è uscita di testa se accende la radio sentiremo Alex Britti o le Spice Girls!". Ma invece, ecco lo speaker di una radio locale parlare del Parsons Day giunto ormai alla quinta edizione! Sentiamo addirittura i nomi di alcuni di noi (eravamo così tanti che per tutti non c'era spazio), e poi parte Eye In The Sky che sorpresa! Nemmeno il caso lo sapesse, in quel momento la nostra performance si era interrotta proprio su Eye In The Sky. E che dire di quel something in the air che si è venuto a creare quando, con Eye In The Sky trasmessa per radio, ci siamo messi a cantare tutti assieme, mano nella mano in una emozionante catena di amicizia? Emozioni che si commentano da sole! Finita la performance, con tanta voglia di ritrovarsi a suonare di nuovo insieme a partire da tutti quei brani che non eravamo riusciti a fare, siamo ritornati stanchi ma felici in albergo, dove su idea di Giorgio abbiamo fatto un Pyramid-Pigiama Party tanto live quanto il nostro piccolo concertino: abbiamo radunato tutte le nostre merendine e (per dirla come Enrico) le Hoha Hole, e abbiamo chiacchierato e scherzato fino alle 3 del mattino. Domenica Benchè
il Parsons Day al singolare fosse finito, ci attendeva ancora
una favolosa giornata di cultura e parsoniane discussioni. Ho
scritto "cultura" non a caso, perché la prevista
visita all'aeroporto militare - l'attività che ha ispirato
il sottotitolo "Walking On Air" e il manifesto del
PDAY5 - saltata a causa di uno sciopero, ha lasciato spazio per
approfittare di una sorprendente coincidenza: la mostra Magritte,
La Storia centrale, che era stata allestita a Roma proprio
in questi giorni. E per noi il nome Magritte è subito
richiamo al nome di un altro strordinario artista, Storm Thorgerson,
disegnatore delle più belle copertine per Alan Parsons
e Pink Floyd, il cui stile deve molto al mondo surrealista di
René Magritte. Così, è stato con grande
piacere che ci siamo riscoperti tutti grandi amanti dell'arte
in genere, ad analizzare assieme i quadri di Magritte cercando
di individuare quelli che possono essere stati gli spunti presi
a prestito da Thorgerson, ma abbiamo anche conosciuto meglio
l'opera stessa di Magritte. E' stata una cosa molto divertente
e coinvolgente. Mai visto un caso di serendipity come questo:
andare in un luogo con una certa meta e scoprirne fortuitamente
un'altra che si rivela fantastica e, probabilmente, migliore
di quella programmata. E' poi giunta l'ora di pranzo di quella interessantissima Domenica romana, e il disponibilissimo Stefano ci ha nuovamente ospitato. Una pastasciutta accompagnata da materiale video e, tristemente, è giunta l'ora dei saluti finali. Nel tardo pomeriggio, ognuno era già ripartito alla volta di casa ma con dentro al cuore un forte ricordo di tutti gli amici riabbracciati dopo lunghi mesi, e la volontà di far trascorrere il più rapidamente possibile i mesi a venire, in attesa del prossimo mitico Parsons Day. Sul treno avevo già nostalgia degli altri, e mi ritornavano in mente le note di Wish You Were Here, che era stata improvvisata da Fabio nella pausa della Project Band. Gli mandai un messaggino col cellulare, commentando brevemente gli splendidi giorni passati insieme, con particolare riferimento alla Project Band e alla mostra di Magritte. L'iniziativa "Walking On Air", infatti, era saltata, ma a me sembrava ugualmente di camminare sul cielo. Ringraziamenti Last but not the least, è doveroso ringraziare tutti i partecipanti per le emozioni condivise e regalate, ed in particolar modo Carlo, Dario, Sergio, Sabrina, Stefano, Giorgio e Jin per l'incommensurabile dispendio di tempo ed energie speso per regalarci questo weekend da sogno. Ma soprattutto vorrei ringraziare Alan, Eric, Ian, Stuart, Andrew, David, Chris, Neil e tutti gli altri per la splendida musica che hanno creato, la quale ha fatto sì che si formassero delle amicizie veramente uniche e speciali, sentimenti così profondi che annullano qualsiasi distanza sia di tempo che di spazio. E come di
consueto, come non salutarvi dicendovi
DALLA PARSONS DAY PROJECT BAND:
I brani in corsivo sono quelli di cui sono state preparate le basi, per cui dal vivo ne sono stati eseguiti solo i vocals. DIREZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE CONTRIBUTI LOGISTICI SEGUONO LE INIZIATIVE, IN ORDINE DI APPARIZIONE MANIFESTO TURISMO Biglietti mostra di Magritte: Sabrina ESPOSIZIONE COLLEZIONISMO GIOCHI TEMATICI Precedentemente realizzato dal Fan Club Italiano Regole e parti enigmistiche: Jin Scelta dei brani: Giorgio, Jin Piano: Giorgio PREMI E GADGETS Realizzazione: Alessandro Pompili Concept: Dario e Carlo Acquisto dei premi dei giochi (quadri esclusi): Dario Acquisto dei riconoscimenti speciali (quadri esclusi): Giorgio, Jin Fornitura CD Panarama: Stefano Ideazione: Sabrina Acquisti: Dario Realizzazione CD: Dario, Guido Incisione occhio sulle piramidi di cera: Alessandro Pompili PRANZO TEMATICO Realizzazione: Alessandro Pompili e Anna Pompili PROIEZIONE VIDEO Contributi secondari: Stefano THE PARSONS DAY PROJECT BAND Arrangiamenti e coordinamento: Giorgio Arrangiamenti e coordinamento addizionali: Carlo Batteria: Roberto Batteria addizionale (Sirius/Eye In The Sky): Andrea Mattia Basso: Carlo, Giorgio (Press Rewind) Chitarra elettrica: Fabio Chitarra acustica: Francesco Tastiere: Giorgio Tastiere addizionali, basi e tracce preregistrate: Sergio, Carlo Tastiera addizionale (Eye In The Sky): Gregorio Percussioni: Dario Lead vocals: Stefano, Carlo, Giorgio, Francesco, Dario, Fabio, Guido Backing vocals: Sara, Francesco, Giorgio, Alessandro (Palmigiani) Jin Assistenza tecnica al mixaggio, ai microfoni e ai suoni: Sergio Fornitura tastiere, microfoni, aste, mixer, amplificazione: Sergio, Carlo Fornitura batteria: Sergio e Andrea Mattia Fornitura chitarre basso: Roberto, Stefano Fornitura chitarra elettrica: Fabio Fornitura chitarra acustica: Stefano (chitarra), Francesco (corde) Fornitura percussioni e luci: Giorgio Realizzazione testi: Gregorio INIZIATIVA RADIOFONICA Realizzazione: Dario, Sabrina DOCUMENTAZIONE Fotocomposizione foto di gruppo, foto gadgets: Gregorio Foto dal vivo (scatti e scansioni): Stefano, Gregorio Montaggio e fornitura videocamera: Francesco Riprese: partecipanti vari Giorgio, Dario |