Poe Premiere agli Abbey Road Studios - Londra 8.11.2003

A cura di Francesco Ferrua e Nicola Masinelli

 

Aver potuto prendere parte alla premiere di Poe presso gli Abbey Road Studios, sabato 8 novembre 2003, è stata per noi una gioia immensa ed è con piacere che desideriamo ora condividerla con voi. Certi che, in ogni caso, nessun reportage per quanto ben scritto potrà mai rendere degnamente la grandezza e la profondità di quanto vissuto in prima persona, vi invitiamo a leggere i nostri rispettivi resoconti. Per quanto riguarda le domande, e relative risposte, che siamo stati in grado di porre ad Eric, queste sono collezionate a fondo pagina in un capitolo dedicato. BUONA LETTURA!

Reportage di Francesco Ferrua

Reportage di Nicola Masinelli

Domande poste ad Eric e relative risposte 

 


Reportage di Francesco

Prima di entrare nel cuore dell'evento musicale, permettetemi di spendere alcune parole per descrivere quant'altro ha attorniato il concerto e contribuito, dal mio punto di vista, a rendere il weekend londinese uno dei più belli e intensi della mia vita. Si è trattato, innanzitutto, del mio primo viaggio a Londra, il mio primo volo (stare sopra le nuvole è troppo eccitante!), ma anche del primo incontro face to face col carissimo Nicola e con tutti gli altri grandissimi fan internazionali da tempo conosciuti sulla mailing list Roadkill. Se si pensa che tutto questo, unito poi all'incontro con Eric, alla visita ai mitici Abbey Road Studios e all'ascolto di un concerto straordinario nonché alla visione di una altrettanto bellissima rappresentazione teatrale, è stato concentrato nell'arco di poco più di 48 ore è facile comprendere lo stato d'animo indescrivibile nel quale mi sono trovato.

Ma veniamo subito alla parte che voi tutti starete aspettando… la premiere agli Abbey Road Studios. Prima, una sola cosa ancora vorrei raccontare, ovvero il fatto che già nella prima mattinata di quel sabato fatidico Nicola ed io siamo stati davanti ai mitici studi di registrazione per scattare le fotografie di rito davanti all'entrata …e prima di andare via, nel leggere le varie scritte dedicate ai Beatles lasciate in ricordo sul muro della cancellata, non ho resistito a lasciare anch'io un ricordo scritto della nostra presenza ed ho scritto sul muro "8th Nov. 2003 Woolfson's Poe Premiere. Nicola and Francesco were here!!!". Ma ora andiamo al dunque… quel che segue si basa fondamentalmente sugli appunti buttati giù a caldo al mio rientro dal weekend londinese… la forma linguistica non sarà delle migliori, ma credo che renda efficacemente un affresco di quanto vissuto.

La serata, inutile sottolinearlo, è stata fantastica, non solo per l'esecuzione live, ma anche per lo spettacolo teatrale, il fatto di trovarsi negli Abbey Road Studios e, soprattutto, la magica atmosfera familiare. Eric, moglie, figlie, parenti tutti e collaboratori (Haydn Bendall, ad esempio) sono stati di una gentilezza, disponibilità ed amicizia unica, veramente commovente. Sembrava di essere amici di famiglia ritrovatisi dopo tanti anni per festeggiare un avvenimento importante. Il clima era, nonostante si trattasse di un evento importante, dei più informali …zero tensione messa da parte degli organizzatori e di Eric, semplice e veramente felice di dedicarsi ai fan, lieto di renderci felici e soddisfare le nostre curiosità. Quindi, domande e foto più che ben accette ed Eric addirittura interessato a vedere i cimeli da collezione che alcuni di noi avevano portato per farsi autografare.

All'ingresso, dopo il controllo delle prenotazioni ci danno i biglietti con indicato numero fila e posto (prima fila, wow! …e chissà perché tutti noi di Roadkill eravamo in prima fila… grazie Eric!). Il ricevimento prima del concerto nello Studio 2 è iniziato in orario, alle 18:00 come previsto, anzi, forse con qualche minuto di anticipo …e durato più del previsto, oltre le 19:30. Nello Studio c'era la champagne reception, la vendita del merchandise, molte enormi locandine di film ispirati a Poe appese sulle pareti, una porta vera con un corvo al di sopra di essa posta in mezzo alla stanza (surreale, alla Magritte), opere varie ispirate a Poe provenienti da varie località, disegni e testi …anche, all'entrata dello Studio 2, una foto dei Beatles e una locandina riportante la frase relativa a Poe tratta dal testo di I'm The Walrus. Tra il merchandise c'erano programma, portachiavi, poster, CD, maglia, giubbotto e borsa. All'interno dello Studio 2, così come poi nell'uno, tutte le attrezzature musicali varie erano state spostato per fare posto all'evento di Woolfson. Quando entra Eric, subito lo "assaliamo" con foto, domande e autografi. Quando mi presento, lui già mi conosceva bene di nome, vuoi per il sito, per il mio supporto, o perché Sandra Holder, la fan americana, gli aveva già accennato di noi fan italiani. Foto e autografi di rito …il primo sul poster, dove mi scrive una dedica di ringraziamento per tutto il mio supporto!!! Poi mi faccio autografare il libretto dell'edizione italiana originale di Tales …lui nota le differenze di colori e si interessa, io gli faccio notare che ci sono pure tutti i testi tradotti, ma con molti errori (risate generali!) e poi lui ne legge uno, in italiano, e pronuncia, non troppo stentatamente, "la caduta della casa di Usher". Durante tutto questo tempo un collaboratore di Eric filmava il tutto …gli ho domandato se verrà pubblicato come bonus del DVD, ma mi ha detto di no, che è soltanto per Eric che ha piacere di avere quei filmati come ricordo. Dopo, Sandra mi introduce a Hazel, la moglie di Eric. A lei le ricordo la canzone What Have They Done To Hazel e le chiedo se era lei quella Hazel …lei stupita dal mio ricordo è felicissima e dice che era tantissimo tempo fa, prima che lei ed Eric si sposassero, e mi chiede se possiedo il disco (io le dico che ne ho soltanto un duplicato). Poi riconosco Haydn Bendall e mi presento …foto di rito. Quando stava per finire il ricevimento, Nicola ed io incontriamo nuovamente Eric ed io gli dico "As you sing in La Sagrada Familia song, I say to you until the next time" ed Eric, rallegrato, ci dice "oh, yes… until the next time", poi voltandosi ci **canta** proprio "until the next time"!!!

Ci spostiamo nello Studio 1, allestito per l'occasione con un palco rialzato e due grosse cornici di quadro uno davanti all'altra come scenografia (riferimento a A Dream Within A Dream, una dentro all'altra?), i musicisti e il direttore già ai loro posti, e gli attori già sul palco… appoggiati alla scenografia, in abiti scuri, stile horror ma con un qualcosa di grottesco e noir, anche ironico, stanno al loro posto ma fanno brevi movimenti con le braccia e la testa. Davanti ci sono le sedie del pubblico …alla nostra destra gli orchestrali (violino, violoncello, fiati, corno e percussioni) alla sinistra la band (piano, basso, batteria, chitarra, tastiere) con il conduttore davanti alla band, non agli orchestrali …curioso. Qui capisco che non assisterò solo ad un concerto, come avevo sempre pensato visto il nome "Live Performance", ma anche al musical, in una forma adattata per dare risalto alla musica live e ridotta nelle scenografie per adattarsi agli Abbey Road Studios. Entra Steve Balsamo, guarda il direttore, si danno un gesto di ok e inizia il concerto/musical.

Davvero fantastico… innanzitutto il sound, perfetto, nemmeno un minimo difetto, nessuna stecca, nulla di errato… pur essendo vicinissimi alle casse il volume è alto al punto giusto, veramente ottimale! La voce di Balsamo è impressionante …deve averci messo poco a registrare il disco perché dal vivo riesce a fare esattamente le stesse cose del disco, con dei picchi di voce altissimi. Ottimo anche come attore …davvero commovente (a fatica ho trattenuto le lacrime… anzi devo ammettere di non averle affatto trattenute) durante Somewhere In The Audience. Bravi tutti i musicisti, messi in risalto soprattutto il percussionista, gli archi e il basso di Cottle, ma anche il pianista. Con così pochi orchestrali si ricrea un sound potente e convincente quasi come sul disco. Vengono eseguite tutte le canzoni del CD, più sei nuove e molte riprese brevi, soprattutto di Tiny Star. Certe sono identiche al disco, altre riarrangiate, come Train To Freedom (con una ritmica in primo piano dettata da una batteria più presente) e Tiny Star (ancora più delicata). I pezzi migliori sono stati Wings Of Eagles, The Bells (che anche nel musical riconferma il passaggio dalla felicità all'annuncio di morte, sconvolgente il crescendo di drammaticità!), The Pit And The Pendulum e Immortal; bella anche The Murders In The Rue Morgue, Tiny Star e Somewhere In The AudienceGoodbye To All That, come previsto, nel musical risulta essere ottima, con una grande parte corale. Anche nel musical convive l'anima rock (Wings Of Eagles, The Pit And The Pendulum) con quella pop e quella corale/musical (questa soprattutto nei brani nuovi e nella seconda parte dello spettacolo). Train To Freedom, collocata all'interno del musical, acquista molto più significato e motivo d'esistere rispetto a quanto si coglie dal CD. Il coro, costituito dagli attori, tutti microfonati, è stato ottimo e all'altezza di ricreare egregiamente il suound del disco.

Tra i brani nuovi, tutti sono in stile musical, qualcuno pop come Blinded By The Light, altri più potenti seppure in stile musical (come What Fools People Are, ottimamente interpretata nel secondo atto da David Burt!) …c'è anche una musica di sottofondo durante la lettura integrale della poesia The Raven che ricorda nel basso la canzone The Raven del Project, ma è solo un sottofondo, non una vera canzone. Grande spazio dato alla musica …poche le parti parlate senza musica. Tra i personaggi, grande l'interpretazione di Balsamo (Poe) e quella di Burt (Griswold), simpatico il personaggio di Reynolds (ottimo questo giovane attore, James Gillan).

La trama del musical è bella, forse non troppo variegata di avvenimenti e un po' statica, ma in ogni caso bella; la scenografia (essenziale e ridotta per adattarsi agli Abbey Road Studios) è ugualmente efficace, i costumi tendono quasi sempre al nero e tutta la storia è punteggiata da avvenimenti di morte, cosa che forse al principio può sembrare un po' scontata e monotona, ma d'altronde è un musical su Poe …e non si può negare che la vita di Poe sia sempre stata punteggiata dalla morte. Notare, infatti, come non sia un musical sui personaggi di Poe e i suoi racconti, ma un musical sull'uomo/scrittore Poe col quale Woolfson vuole rivendicare lo scrittore dai torti subiti. I racconti di Poe sono presi a pretesto per sottolineare gli avvenimenti della vita dello scrittore, quasi come se in fondo fossero stati dettati da un bieco destino. E' fondamentalmente un musical sull'uomo Poe, non sui suoi racconti, e come Eric dice effettivamente la vita di Poe è stata più bizzarra dei suoi stessi racconti. Una vita segnata dalle difficoltà, dalla presenza nefasta della morte, della precarietà delle cose, una vita sfuggita, volata via troppo in fretta, segnata dal nefasto rapporto amore/morte. Un musical che ha sia momenti eccitanti, potenti, che altri drammatici e tristissimi e altri ancora simpatici ed ironici.

Alla fine del primo atto (durato circa un'ora), pausa di 20 minuti. Abbiamo fatto foto (vietate, invece, durante lo spettacolo) sul palco e alla strumentazione. Ricomincia lo spettacolo, secondo atto che dura circa 45 minuti. Curioso quando alla fine, per Immortal, Balsamo entra con un enorme corvo vero in mano …impressionante quanto era grosso! Finito il musical, ritornano gli attori per gli applausi finali, poi ripartono a cantare una breve parte di Wings Of Eagles come gran finale. Balsamo chiama sul palco Eric, grandissimi applausi, Eric dice di applaudire anche tutto lo staff di tecnici e collaboratori e chiama sul palco alcuni di questi …ancora applausi. Eric lascia il palco e lo spettacolo è realmente concluso. Tutto è stato filmato professionalmente da molti punti di ripresa, e prossimamente verrà realizzato in DVD.

Dopo breve noi fan riparliamo ancora con Eric, lì nello Studio 1, e gli facciamo i nostri complimenti. Personalmente gli dico che è stato fantastico soprattutto perchè ha saputo essere da un lato veramente commovente, dall'altro molto potente ed eccitante. Eric ci dice di unirci al rinfresco e che ci saremmo ancora incontrati là …infatti, a mia insaputa, dopo il concerto ci sarebbe stato ancora un lunghissimo e bellissimo ricevimento nello Studio 2, con molte persone, fan, amici e familiari di Eric, con moltissimo da bere (vino, birra e altro a volontà) e da mangiare a buffet. Non so con esattezza, ma saremo stati lì sicuramente molto più di due ore prima di andare via. Durante l'after show, ancora abbiamo parlato tantissimo con Eric, e fatte molte domande. Poi ho parlato con fan dall'Olanda, dalla Spagna, moltissimo con due ragazze di cui una imparentata con Eric, con la moglie Hazel, la figlia Sally, e molte altre persone. Appare poi anche Steve Balsamo, autografo e foto di rito dopo esserci presentati dicendo che siamo italiani e che Nicola è di Venezia (come il padre di Steve!). Poi ancora parlato, parlato e parlato con Eric e gli altri fan. Ad un certo punto, verso la fine, quando c'erano più poche persone, Sally e Hazel portano noi di Roadkill a visitare il Control Room dello Studio 2, al piano superiore, e lì Sally ci omaggia con un promo del CD Poe (nulla di nuovo nei contenuti, ma un gran pezzo da collezione!). Stare lì per così tanto tempo dentro allo Studio 2 degli Abbey Road e sentirsi come a casa, in completo relax, è stato qualcosa di veramente unico.

Quel che sopra ogni cosa tengo a sottolineare è come durante tutto l'evento Eric e familiari hanno trattato tutti noi di Roadkill con la massima cortesia e veramente con un occhio di riguardo, realmente molto riconoscenti per tutto il nostro supporto. Giunge poi il momento del saluto finale… usciamo davvero per ultimi dagli studi, ci salutiamo con i fan (grandi abbracci e baci con tutti) e torniamo in albergo che sono già passate le due di notte.

Cosa aggiungere ancora? Sicuramente dei dovuti e sentiti ringraziamenti. Ad Eric, innanzitutto, e a tutto il suo staff e i famigliari, per essersi comportati come amici ed averci dedicato una infinità di tempo (non lo dimenticherò mai!); al carissimo Nicola per avermi "spronato" in principio ed aver così contribuito nel far sì che io prendessi la decisione di andare a Londra, nonché ovviamente per l'amicizia ed aver condiviso con me quella che resterà per sempre la più forte e profonda emozione da me provata in ambito musicale; e un grande ringraziamento a tutti gli amici di Roadkill, Aart, Alistair, Andy, Greg, Klaus, Marco, Sandra, Scott e Tony per la loro estrema cortesia e sincera amicizia. Grazie di cuore a tutti! Nulla potrà mai cancellare le immagini dai miei occhi e i suoni dalle mie orecchie, ed il ricordo di questo magico weekend sarà, è il caso di dirlo, immortal…

Francesco


Reportage di Nicola

Sabato 8 novembre: finalmente il grande giorno è arrivato!!!

Dopo circa un mese e mezzo di preparativi, segnati purtroppo da qualche "piccolo" incidente di percorso (drastica diminuzione del prezzo del biglietto del concerto e cancellazione del mio volo per Londra a poco più di 72 ore dalla partenza) eccomi pronto ad assistere all'evento che rimarrà sicuramente scolpito nella mia mente per sempre!!!

L'emozione è tanta: potrò conoscere uno dei miei miti, così come incontrerò dopo un anno di conversazioni telefoniche il grande zio Franz, come qualcuno simpaticamente lo chiama nella nostra mitica mailing list (ciao Enrico!!!).

Non mi dilungherò ulteriormente sulla fase pre-concert, anche perchè penso sarete tutti interessati a leggere le mie opinioni del concerto vero e proprio e sul contorno (ancora migliore) che lo ha preceduto e quindi seguito...

Arrivo ad Abbey Road alle 17:30 di sabato 8 novembre: l'atmosfera è carica, già qualche altro fan ha raggiunto gli studi ed è pronto a varcare quella leggendaria soglia che ha conosciuto nomi illustri della musica mondiale: su tutti logicamente i Beatles; molta gente, infatti, non solo ha inciso il proprio nome sul muretto che costeggia gli studios, ma anche si diverte ad attraversare quelle famose strisce che rappresentarono anche, ahimè, l'ultima fatica del gruppo più famoso al mondo: con grande divertimento generale degli stessi automobilisti!!!

L'edificio all'esterno è estremamente piccolo: tipica casa inglese bianca con 5/6 gradini che salgono all'interno di una bussola dove si accede poi alla zona reception; tutto alla vista, inoltre, deve essere stato da poco tempo rinnovato... Vengo accolto nello Studio 2: qui si può già pregustare qualche snacks, oltre ad acquistare i gadgets relativi naturalmente al CD Poe. L'atmosfera è di penombra e subito balzano alla vista i quadri alle pareti che narrano la storia e le storie di Poe. Il tutto è accompagnato anche da qualche poster di vecchi film anni 60 di Vincent Price diretti da Roger Corman che manco a dirlo riportano sul grande schermo le storie terrificanti di Edgar.
Ma ecco che "in punta di piedi" fa la sua comparsa Eric Woolfson: un uomo di due metri d'altezza, di corporatura robusta e calvo, che come se stesse accogliendo dei vecchi amici si dimostra da subito disponibilissimo a firmare autografi/fotografie e a parlare del più e del meno come, appunto, conoscesse i suoi interlocutori da anni. Il mio inglese purtroppo fantozziano non mi ha permesso di dialogare con l'omone e quindi ho lasciato al mio compagno d'avventura l'onore non troppo gravoso di porgli domande di vario tipo... Gli invitati a poco a poco cominciano a riempire lo Studio 2 che nel giro di qualche minuto diventa subito angusto: 300 persone sono effettivamente troppe per quello spazio e solo un miracolo ha evitato che le tartine finissero nei decoltè delle gentildame o nei testoni di questi inglesotti cordiali.
Parte a seguire in sottofondo la musica di Poe che mi accompagnerà per i successivi 45 minuti dove oltre a comprare l'impossibile ho modo di stare gomito a gomito con Eric ed ascoltare la sua voce e movenze pacate da vero gentleman inglese!!!
La stessa voce di Eric poi ci invita a trasferirci nello Studio 1 che per la cronaca sta dall'altra parte del corridoio: due porte praticamente comunicanti!!!
Qui oltre ad uno spazio decisamente più confortevole mi trovo dinnanzi ad un palchetto di pochi metri dove delle sinistre figure disposte sullo stesso si muovono al rallentatore comunicando uno stato d'ansia...
La posizione in prima fila mi ha permesso di assistere al concerto nel migliore dei modi e l'acustica nonostante le casse fossero ad un metro da me è ottima!!!

Steve Balsamo canta alla perfezione le canzoni allo stesso modo di come le interpreta nel disco: tanto che ti viene il sospetto, tanta è la somiglianza, che stia cantando in playback!!! Un solo aggettivo: immenso!!!
Così come l'orchestra (soli 8 elementi) più sezione ritmica (chitarre, batteria, piano, basso) che suonano da grandi professionisti senza orpelli nè sbavature!!! Very good!!!
Le canzoni già le conoscete, anche se l'interpretazione di Balsamo e degli altri attori le arricchiscono di quel pathos che purtroppo non si può vedere e forse nemmeno percepire ad un ascolto in cuffia: così songs come Wings Of Eagles, Immortal, The Pit And The Pendulum acquistano una nuova luce e profondità prima non percepibili; anche la stessa tanto da me criticata Tiny Star diventa convincente in questa chiamiamola nuova veste!!! Le nuove canzoni invece, ad un primo ascolto, non mi hanno troppo convinto... in puro stile musical, prive però di originalità!!! Mi riservo comunque di rivalutarle solamente dopo la visione del DVD...

Finita l'esibizione e con gli applausi giustamente meritati per tutti, eccomi di nuovo tornato nello Studio 2 ad assaporare tartine e vino, con la compagnia questa volta anche della moglie e figlie di Eric (la prima figlia, poi, è di una somiglianza paurosa con Eric!!!) che pure loro gentilissime si prestano a quattro chiacchiere come, ripeto, se tutti fossimo amici da sempre!!! Questo è infatti in conclusione l'aspetto che più mi ha colpito: sono stato accolto da una famiglia, quella di Eric, che ha aperto il suo cuore, i suoi ricordi, progetti, aspirazioni, a me che sono un perfetto sconosciuto e le parole e il sentimento di questa sensazione di familiarità non mi è possibile descriverla, proprio perchè si deve per comprenderla viverla in prima persona!!!


Questo mi rimarrà di Londra: la convinzione di essere stato tra persone intelligenti e genuine, lontane dal music nusiness e vicine ancora a quelli che sono i reali e puri sentimenti della vita; un grazie quindi alla famiglia Woolfson e naturalmente a Francesco, persona altrettanto straordinaria!!!

Nicola


Ovviamente non ci siamo lasciati sfuggiti l'occasione di porre ad Eric molte domande, alcune che ci stavano particolarmente a cuore e quindi preparate, altre più triviali e sorte spontaneamente durante le chiacchierate. Altrettanto ovviamente il nostro inglese non ci ha permesso di comprendere alla perfezione parola per parola le risposte di Eric e, anche fosse, la memoria non ci concede di poter ripetere ora ogni frase pronunciata. Quelle che seguono, quindi, sono domande e risposte ricostruite e ridotte all'osso, delle quali quindi non va presa ogni singola parola, bensì il senso generale. In font normale trovate le nostre domande, in grassetto le risposte di Eric.

Durante gli anni del Project hai più volte affermato che un concept unitario avrebbe legato i vari album assieme, da I Robot in poi, e nel 1978 hai pure predetto che il numero totali di album (escluso Tales) sarebbe stato 9, e così è stato! Beh, quello era stabilito dal contratto! (ride). Alcuni di noi durante tutti questi anni hanno fatto molte ipotesi, qualcuno pensa ad un riferimento alla Bibbia o ad una ricerca di fede, altri pensato al libro Il Paradiso Perduto di Milton …puoi svelarci ora qual'è questo concept unitario? Questa domanda mi è stata fatta già da un altro fan l'altra sera… all'interno dell'album Freudiana c'è una canzone che spiega questo concept, è I Am A Mirror… quello che ho voluto fare coi miei album è stato far sì che essi fossero come uno specchio davanti ai quali ognuno potesse vedere se stesso e scoprirsi grazie ad essi. Ciò che tu leggi nei miei testi è quel che *tu* vuoi leggere... le mie canzoni parlano di te, non di me! …ho voluto che ognuno potesse trovare parte di sé nei mie dischi e il legame che c'è tra tutti loro è proprio questo. Ed è esattamente quello che è accaduto a me… i tuoi album mi hanno aiutato a scoprire me stesso e a conoscermi meglio… Sì, esattamente quello era il mio intento…

Perché nei tuoi dischi "solisti" non ti sei più avvalso della collaborazione di musicisti del Project, un nome su tutti Andrew Powell …o Ian Bairnson? Sei ancora in contatto con loro? Beh, mi avvalgo ugualmente di ottimi musicisti, come questa sera, non pensate? Oh, certamente, ma forse alcuni fan sono restati particolarmente legati ai musicisti del Project… A volte si ha voglia di guardare al futuro, invece che stare sempre nel passato …non ho più avuto contatti con Andrew, mentre sono ancora in contatto con Ian…

Questa può essere una domanda un po' dura, se vuoi non rispondere… ci è stato detto che al Night Of The Proms del '90 in Beglio tu eri ugualmente presente, anche se come si sa non sei apparso durante il concerto… c'eri realmente? Sì, certamente… in quel periodo ero estremamente impegnato per Freudiana e non ho avuto tempo per prepararmi per fare il concerto… in ogni caso ero là perché mi sono occupato della parte manageriale/promozionale.

Esistono filmati di tu ed Alan in studio durante le lavorazioni ai vecchi album del Project? Penso di no, anche se durante le lavorazioni sul primo album c'era un tizio dello staff degli studi di registrazione che filmò qualcosa… ma non ne so niente.

Sappiamo che Chris Rainbow ha cantato per la versione di studio di Gambler, ma quell'album non è poi mai stato realizzato… cosa ne è stato? Verrà mai realizzato un giorni? Chris ha cantato per Gambler, ha registrato The Golden Key… sì, può darsi che un giorni l'album di studio di Gambler venga realizzato.


Hai progetti per portare il musical Poe in Italia? Il problema dell'Italia è molto simile a quello spagnolo… abbiamo un nutrita schiera di fan lì, ma il problema è con i promoter e le persone dell'ambiente musicale/teatrale…


Vieni spesso in Italia? Nel 1980 sei stato a Roma per promuovere The Turn Of A Friendly Card... Oh, sì… per The Turn Of A Friendly Card siamo stati a Milano e a Roma… vengo spesso in Italia per le vacanze, l'ultima volta l'anno scorso io ed Hazel siamo stati a Roma.


E' vero che conservi ancora la vetrata originale che servì per la copertina di The Turn Of A Friendly Card? Sì, certamente. E' piccola, vero? Non particolarmente piccola… (e indica con la mano quanto è alta, circa un metro).


Quando dici "There's sign in the desert that lies to the west" nel testo di The Turn Of A Friendly Card, vero che ti riferisci a Las Vegas? Sì, certamente!

Hai mai pensato di pubblicare un album dove compari solo tu, la tua voce e il pianoforte… penso possa essere una buona idea? Mmhh, pensì davvero che potrebbe essere una buona idea? A me piacerebbe… solo tu, che con voce e pianoforte esegui il meglio dell'Alan Parsons Project in versione magari riadattata… Ah, eseguendo il meglio dell'Alan Parsons Project… potrebbe non essere una cattiva idea!


Cosa c'è nel futuro di Eric Woolfson? So che stai collaborando al musical coreano San Bul? Sì, ora mi dedicherò a quello… A Forest Fire, e sarà una cooperazione tra la Corea del Nord e quella del Sud. Sarà in coreano? Sì.

 

Altre domande, poi, sono state poste da altri fan, quali ad esempio Aart e Greg, e noi eravamo lì ad ascoltare. Ecco, quindi, ulteriori informazioni emerse quella serata:

La versione 5.1 su SACD dell'album Poe è stata realizzata in concomitanza con la versione stereo ed è quindi pronta da tempo per essere pubblicata. Questa versione, però, sarà strettamente legata alla Sony per quanto riguarda la distribuzione e al momento non è possibile prevedere quando verrà messa in circolazione. Eric è fermamente intenzionato a mettere in vendita il SACD 5.1 allo stesso prezzo di un normale CD, cosa che probabilmente la Sony non gradirà ...questo potrà fare ritardare ulteriormente i tempi.

In merito alle buffe voci fatte da Eric in The Murders Of The Rue Morgue, è stato fatto notare come queste ricordano in qualche modo Funny You Should Say That. Eric ha così raccontato che The Murders Of The Rue Morgue fu da lui composta con l'intenzione di essere poi affidata alle voci dei Flying Pickets, ma durante le lavorazioni si rese conto di come fosse già ugualmente buona la versione da lui cantata e decise, così, che avrebbe cantato lui stesso anche la versione definitiva per il CD senza chiamare i Flying Pickets.

Ad Eric è stato domandato qual'è la prima canzone che gli passa per la mente che avrebbe voluto essere stato lui a comporre. La sua risposta è stata God Only Knows dei Beach Boys.

Come già accennato nel reportage di Francesco, nella canzone What Have They Done To Hazel Eric si riferiva proprio a quella ragazza che sarebbe poi divenuta sua moglie. Ma c'è una storiella molto carina a proposito di quella canzone. Hazel in persona ha raccontato di come quando lei, da ragazzina, disse ai suoi genitori che si vedeva con Eric, loro non furono molto contenti nel pensare alla vita che la figlia avrebbe potuto fare con un (all'epoca) sconosciuto compositore di canzoni ...e così, rispettando la volontà dei genitori, Hazel decise di non prequentare più Eric. Un giorno, a scuola, durante un intervallo, lei stava seduta sul prato assieme a delle amiche ad ascoltare la radio ...e fu trasmessa la canzone dei Swinging Blue Jeans What Have They Done To Hazel, composta da Eric. Lei ovviamente sapeva a chi si riferiva la canzone e decise di ritornare sui suoi passi pur andando contro la volontà dei genitori...  

 

Molte altre fotografie sono state scattate da Aart Nienhuis, Andy Burnett e Scott Holder, e disponibili sui loro rispettivi siti web agli indirizzi http://www.thealanparsonspages.com , http://www.roadkill.com/~burnett/Travels/Europe/England/Poe/ e http://www.dauphinehotel.com/abbeyroad.htm .

 

Per ogni sorta di informazione inerente Eric Woolfson visitate il sito ufficiale all'indirizzo http://www.poe-cd.com/ .