Reportage delle date italiane

commenti raccolti da Francesco Ferrua

 

E' sempre molto difficile esprimere con le parole un evento che ci ha coinvolti in maniera totale, con suoni, visioni, sensazioni e vibrazioni così forti e positive da restare per sempre impressi nei nostri ricordi. Particolarmente in questi casi non sono i discorsi preconfezionati o le frasi di rito a restituire degnamente le emozioni provate, bensì le parole scritte di fretta una volta tornati a casa, magari a meno di ventiquattro ore dell'evento stesso.

Convinti di questo, vi proponiamo un reportage dei cinque recenti concerti italiani tenuti da Alan Parsons in Italia attraverso quelle che sono le parole dei molti che hanno preso parte agli spettacoli. I brevi resoconti che seguono sono stati estrapolati dai vari commenti personali apparsi sulla maling list Parsons Day nei giorni immediatamente seguenti i concerti. Se questa pagina vi entusiasma e volete leggere di più potrete sempre trovare i singoli resoconti nella versione integrale all'indirizzo http://www.onelist.com/group/parsonsday . BUONA LETTURA!

 

 

Così scrive FABRIZIO AZZARONI presente alla data di Piangipane: Il concerto è stato semplicemente FAVOLOSO e la cosa che ho potuto percepire chiaramente è una maggiore partecipazione della band rispetto al concerto di Trieste. Una grinta da brividi da parte di tutti e non ho assolutamente sentito la mancanza di Ian e Stuart: la nuova band è veramente ottima (il batterista addirittura superlativo, con doti da vocalist eccezionali). Alan era molto a suo agio ed il pubblico gli ha tributato la giusta ovazione. Preparatevi: questo concerto è mooooolto superiore a quello portato nel 1998.

Così scrive MASSIMO GRASSI presente alla data di Firenze: ..non posso fare altro che ribadire "UNA SERATA INDIMENTICABILE!". Fantastico veramente. Ho ascoltato finalmente dal vivo (per me era la prima volta) il mitico Alan e la sua straordinaria band, veramente eccezionale, con una nota particolare per il batterista Steve Murphy.

Così scrive DARIO POMPILI, presente alla data di Firenze: Concerto favoloso! Acustica fantastica, band meravigliosa, largamente sopra le aspettative, scaletta eccellente, teatro bellissimo e gremito, aftershow con Alan, Lisa e la band: che altro aggiungere? Non so come faccio ad essere ancora vivo, davvero! Una cosa in particolare mi ha stupito; Alan è stato coinvolgente e coinvolto, si è davvero trovato a suo agio, secondo me; eravamo tutti caldissimi, a cantare con la band, battere le mani, impazzare con lui e la sua incredibile band; complimenti davvero ai suoi musicisti.

Così scrive CLAUDIO di Roma, presente alla data di Firenze: ...concerto stupendo e sono stato contentissimo di conoscervi!

Così scrive ANTONIO VANNUCCI presente alla data di Firenze: E' stata una performance fantastica! Ho trovato un Alan in forma smagliante! Addirittura in versione vocalist... La (piacevolissima) sorpresa è stata sicuramente la grinta sciorinata dalla intera band... Ottima la prova del bassista John Montagna e del tastierista Focarazzo, da sottolineare il guitar man Godfrey Townsend (elettrizzanti gli effetti su Psychobabble), oltre la sufficienza il vocalist Olsson... Ma una particolare menzione per Steve Murphy: non fa rimpiangere assolutamente Stuart Elliott ed ha una voce spettacolare... una serata fantastica.

Così scrive STEFANO VIEZZOLI presente alla data di Firenze: ...il miracolo. L'entusiasmo lentamente sale: il Saschall è davvero un bel posto e promette bene... quando le luci si sono spente e le prime note di I Robot sono decollate, ho capito che la serata sarebbe stata di quelle da ricordare. Alan ha fatto una entrata trionfale con un look che ricordava vagamente Orson Welles, deus ex machina di una band schiacciasassi, pronta a stendere la platea con una performance da urlo (e quanto si è urlato!!!). Dio solo sa se ho sentito la mancanza di Ian, Stuart, David o Andrew, ma i musicisti sul palco erano stra-to-sfe-ri-ci!!! Manny Focarazzo (chissà perché mi ha fatto pensare a David Paich dei Toto) sembrava in secondo piano, ma in realtà sopperiva di fatto con le sue tastiere a tutte le partiture orchestrali (ovviamente sintetizzate) come un'artiglieria di supporto. John Montagna, che si è divertito come un pazzo (ci ha fotografato - lui a noi - dal palco, per dare un'idea), dava una base ritmica solida ed affidabile come pochi. Forse non aveva una voce forte come gli altri (su Days Are Numbers non mi ha fatto impazzire), ma ha giocato per tutti i novanta minuti, per usare un gergo calcistico, facendo degli assist precisi in ogni occasione. Godfrey Townsend è un mostro cresciuto a pane, blues e Clapton: un guitarman "da paura", capace persino di sostituire tranquillamente Gilmour in Return to Tunguska o di non farti accorgere che non c'era il sax in pezzi come Don't Answer Me o Old And Wise (e scusate se è poco) e di surclassare il celebre finale di Ian di Prime Time del '98 (già strasuperbo). E che dire di Steve Murphy? Già se avesse solo suonato la batteria tu lo guardi, ti accorgi che ha almeno tre braccia, ti inchini e tanti saluti. No, lui canta, pure, e mica pezzi qualunque. No, lui si spacca la voce su Psychobabble. E io che ho tre (!) versioni della stessa cantate da Chris Thompson resto a bocca aperta!!! E con me tutto il teatro! PJ? Da solo merita una medaglia. Devo ammettere che non mi a fatto impazzire su AVP... ma sul palco non si è risparmiato, passando da una sufficienza "sulla fiducia" a un bel nove pieno. Ha dato veramente tanto, cantando con impegno sia brani lenti come Time che più ritmati, come (The System Of) Doctor Tarr and Professor Fether, annullando la consueta tradizione di Alan dell'alternanza tra il cantante "alla Lenny" e il cantante "alla Eric" senza problemi. Bello è stato anche vedere Alan cimentarsi al canto, oltre che a tutti gli strumenti (anche se - ad essere sincero - Eye In The Sky la abbiamo cantata più noi!!!). Ha ragione chi ha detto recensendo questo concerto che ha dato molto spazio ai suoi "compari" che a se stesso. Ha fatto bene, anzi benissimo. Alan è più il regista dei suoi film, più che l'attore. Proprio come il miglior Welles, forse. Insomma un concerto magnifico, imperdibile, complice anche un pubblico divertito, pronto anche a lasciarsi coinvolgere, fattore non da poco. Risultato: 11 e lode.

Così scrive ENRICO CONTINI presente alle date di Firenze e Mantova: Uff… come si fa a descrivere l’indescrivibile? Vediamo se mi riesce. Mia prima partecipazione ad un concerto di Alan. E dove avviene? A Firenze. Praticamente a casa mia... Si è radunato un bel gruppetto, qui da me, di quelli che di solito trascorrono parecchio tempo insieme... risultato: 12 parsoniani guidati dal sottoscritto che si sono piazzati subito sotto al palco, armati di striscione “The Parsons Day Is Here”. Che hanno avuto modo di apprezzare l’impeccabile esibizione di Alan e della sua band dal vivo. Che hanno poi partecipato all’after show sul tetto del Saschall, insieme ad altri parsoniani aggiuntisi poi. Che hanno visto, toccato, parlato con Alan, Godfrey, Steve, PJ, Manny, John e Lisa. Che si sono fatti fotografare con il Maestro… Tirando le somme, un concerto favoloso, una band strepitosa, un pubblico perfetto, in una struttura all’altezza della situazione. Ed anche la possibilità di conoscere di persona dei frequentatori della mailing list, e poter abbinare delle facce ad un nome. Ma non è finita qui, anche se poteva già essere abbastanza. Due giorni dopo ero a Mantova. E qui il racconto si fa difficile, perché difficile è spiegare l’emozione che ho vissuto in diretta insieme a Gregorio, Sara, Lorenzo, Viviana, Francesco, Nicola ed Isabella. Alle 19 circa una macchina ha scaricato Alan e Lisa Parsons. Applauso da parte nostra, immediatamente ricambiato dai coniugi Parsons, che ci hanno salutato uno ad uno (Alan stringendoci la mano, Lisa baciandoci tutti…). Scambio di battute, in massimo relax, con grande cortesia da parte del nostro amico. Poi Lisa dice ad Alan: “e se li facessimo entrare per il sound check?” La risposta di Alan è positiva, con noi che ci scambiamo occhiate incredule. Entriamo in teatro (un cinema), ci accomodiamo nelle file centrali. Arriva la band, che salutiamo da lontano, contraccambiati. Inizia il sound check, dove si vede la massima cura di Alan nell’aggiustamento della resa sonora (si piazza in tutti i punti del teatro, e fa muovere il figlio Jeremy, che curava il mixer, verso un punto dove la resa non era perfetta). Finisce il sound check, con la band che ci saluta dal palco. Ce ne andiamo fuori, ancora storditi. Giunge l’ora fatidica, e si aprono le porte del teatro... comincia lo spettacolo. Noi facciamo il solito casino, il resto del pubblico è un po’ più assente... Avviene l’inverosimile. Il concerto si trasforma. La band si “sbraca”, e si diverte. Alla fine il bis, preceduto dai ringraziamenti di Alan e della band rivolti alla nostra fila. Bis che vede noi (la nostra fila) sotto il palco, a saltare, cantare ed applaudire come dei perfetti deficienti. E poi riceviamo il saluto di tutta la band, con omaggio di plettri e di bacchette... Poteva già essere abbastanza, direi. Ma ci manca l’after show... Usciamo fuori dal teatro. Un’esperienza incredibile. Che vogliamo di più? Incredibile… non so come abbia fatto a raccontare tutto ciò. E non so se avrò adeguatamente reso l’idea delle sensazioni di tutti noi. So solamente che ho assistito ad un’esibizione di grandi artisti. Ma alla fine mi è sembrata l’esibizione di sei miei amici.

Così scrive FRANCESCO FERRUA, presente alle date di Firenze e Mantova: ...e adesso come faccio io a raccontarvi tutto quel che è stato impresso nel mio cuore in queste magiche date live?!? Avevo davvero intenzione di non scrivere nulla, consapevole di come certe emozioni non si possano esprimere a parole, ma alla fine mi sono convinto di tentare. Alan ha finalmente trovato LA sua band ideale per portare on the road la musica del Project! Non che la band con Ian e Stuart non fosse all'altezza, ma a mio avviso si sentiva (parlo del concerto di Milano nel '98) che era una band "assemblata per l'occasione", dove a parte l'affiatamento tra Alan, Ian e Stuart non si sentiva una intesa veramente forte tra tutta la band. Ora, invece, sembra di ascoltare sei amici che suonano insieme da una vita e che lo fanno innanzitutto per divertirsi e per far felici se stessi... questo da alla nuova band una forza micidiale. E' molto più ROCK che la band del '98, e non mi ha fatto rimpiangere nessuno. Certo, Ian ha uno stile suo particolarissimo e inconfondibile mentre Godfrey è decisamente più di matrice blues e ha un sound meno personale, ma è ugualmente un mostro della chitarra! Quanta passione e professionalità! Straordinario come il resto della band: Steve Murphy alla batteria è degno di nota particolare, visto che riesce a cantare Psychobabble (e pure molto bene) mentre suona la batteria! Veramente grandi anche Focarazzo alle tastiere, il mitico Montagna al basso e PJ è un vero animale da palco, con una dote comune a pochi: sa quando può permettersi di essere dinamico e quando, al contrario, essere commosso e composto. Mitico PJ, sei un grande! E che dire di Alan? Finalmente ha saputo (nel possibile) rendersi più attivo e partecipe: canta, suona molto di più che nel '98, scherza e non teme il pubblico (mitico in Luciferama quando ha suonato la chitarra in fronte al pubblico, con tutta la sua maestosità). Inutile sottolinearlo, il concerto è stato meraviglioso sia dal punto di vista musicale che emotivo. Ottima la scaletta, due ore piene di musica, suonate con maestria e entusiasmo. Complimenti a tutti!

Così scrive LORENZO ZENCHER presente alle date di Firenze e Mantova: Personalmente non riesco ancora a parlare di quella che è stata un esperienza fantastica che ho vissuto assieme a voi, perchè ancora oggi mi viene un nodo alla gola e partono le lacrime... Volevo solamente spendere due parole su P.J. Olsson un personaggio che va a mio avviso totalmente rivalutato. Alla luce degli show che ho visto mi pare proprio giusto però spendere una parola proprio per lui: la sua voce nei live show era molto buona. I lenti quali Time, Old and Wise e Don't Let It Show sono stati eccezionali. PJ è un animale da palco e nelle canzone ritmate si muove molto, ma sicuramente non fa balletti stile Take That come ormai mi aspettavo. Durante i lenti PJ è più posato e le sue interpretazioni molto sentite emotivamente. Insomma a me pare un personaggio valido artisticamente e di cui per le sue capacità di trascinatore Alan ha bisogno.

Così scrive FABIO BERSANI presente alle date di Milano: Ragazzi, anche il concerto a Milano è stato Favoloso!!! Mi pareva di essere in estasi; ero davanti alla band, e anche perchè non c'era tantissima gente, mi pareva quasi che suonassero per me... Un'esperienza indimenticabile che porterò per sempre con me...

Così scrive FLAVIO presente alla data di Milano: A Milano è stato FAVOLOSO !!! La band (soprattutto bassista e batterista) mi hanno davvero fatto venire dei brividi...

Così scrive FRANCESCO GANDOLFI presente alla data di Mantova: Lascio qualche breve commento ad una serata che in realtà non avrebbe bisogno neanche di essere giudicata... il concerto di Mantova è stato VERAMENTE coinvolgente... grande prova da parte di tutti... tutti hanno fatto un figurone (grandissimi numeri di Manny Focarazzo alle tastiere sulla base di Prime Time!!!!). L'introduzione con I Robot è stata grandiosa e non sono mancati nemmeno gli sketch comici, con Alan che si è improvvisato "spazzino" mentre gli altri suonavano e con PJ Olsson che scorrazzava per il palco in mutande! Insomma un concerto con la "C" "maiuscola! Volevo ringraziare un pò tutti i presenti per aver reso vivacissimo l'after-show (al quale io stesso ero presente!)...


Così scrive NICOLA MASINELLI presente alla data di Mantova:
Alla fine del concerto di Mantova, il sottoscritto insieme agli amici di questa mailing list eravamo quasi increduli a quanto ci era capitato nelle ultime ore, quando dapprima eravamo entrati su invito di Alan e della moglie Lisa ad assistere al Soundcheck, dove un Alan scrupolosissimo controllava da ogni angolazione della sala la qualità del suono; poi l'inizio travolgente del concerto, con una band a dire poco carica di energia e naturalmente di qualità esecutiva, dove durante le due ore di concerto non si è mai risparmiata un secondo, offrendo anche al pubblico un pò freddo di Mantova qualche gag comica... da non credere ai propri occhi !!! E poi infine dietro il backstage, dove una band seppure stanca si dimostrava comunque gentilissima a posare per foto e rilasciare autografi. Tutto veramentente fantastico !!! Il concerto a cui assistetti ormai sei anni fa a Trieste,confrontato con quanto assistito ieri sera a Mantova è solamente un pallido ricordo, spazzato letteralmente via dalla potenza di una band quasi "heavy metal" che ha saputo ri-arragiare e per certi versi anche migliorare pezzi intramontabili del repertorio Project.

Così scrive SIMONE VOLTOLINI presente alle date di Mantova: Bellissimo davvero. Mi ha fatto molto piacere stare insieme a voi... Memorabile davvero... Grazie davvero, mi rendo conto solo ora a distanza di 24 ore dal tutto che è successo veramente!!! Al concerto del '98 fu bello, incredibile, ma ieri ragazzi era tutta un'altra cosa, che band, che sound... che tutto!!! Davvero simpaticissimi e disponibilissimi i componenti della band... Tutto molto bello e pazzesco...