Video di The Time Machine

a cura di Giorgio Rizzarelli

 

Per il brano strumentale "The Time Machine", tratto dall'album omonimo, Alan Parsons ha commissionato all'azienda olandese Liebrand Images un video in computer grafica di altissimo livello. Il video è stato progettato, realizzato e animato in circa un mese da Ben Liebrand, che ha incorporato due design di Storm Thorgerson, l'artista che ha curato l'artwork grafico dell'album.

Il video è stato trasmesso in Italia in un periodo situato circa nel Novembre '99, quasi giornalmente, sul circuito TMC2 ed è comparso anche su MTV.

La colonna sonora è essenzialmente il remix "Dr. Evil" (traccia extra della versione europea e UK dell'album), che consiste in un montaggio delle tracce "The Time Machine part1" e "The Time Machine part2", sul quale Alan Parsons ha sovrapposto alcuni dialoghi tratti dal film "Austin Powers - La spia che ci provava". Si tratta dei dialoghi in cui il Dr. Male (Dr. Evil) (interpretato da Mike Myers, che ha ideato tutti i personaggi e ha intepretato anche Austin Powers) proferisce svariate citazioni connesse a Parsons. In realtà la colonna sonora del video è leggermente più lunga del remix "Dr. Evil", poichè alla fine essa include l'introduzione di "Temporalia". La durata del video è infatti di 3:34, contro i 3:23 del remix "Dr. Evil".

In questo remix il ruolo di introduzione è svolto da un crescendo d'archi classicheggiante ma vivace, che è facile associare ad H. G. Wells (l'autore del romanzo di fantascienza "The Time Machine", che ha in parte ispirato l'omonimo album di Alan Parsons). E' dunque tematicamente perfetta la scelta di Liebrand di accompagnare il crescendo con una ripresa in salita, lungo una struttura in roccia (al centro di una grotta) che sorregge la piattaforma di partenza della Macchina del Tempo, e una passerella per arrivarci, mediante pilastri e contrafforti decorati in ferro battuto nello stile di inizio secolo (come la Macchina stessa, si veda la figura qui sotto a destra), un immaginario degno di Wells e del suo amico e collega Jules Verne. Il punto di vista della telecamera (digitale) passa a quello del viaggiatore che, uscendo da un'apertura nella roccia, si trova davanti alla passerella. Lo spettatore è dunque invitato ad immaginare di essere il viaggiatore, e a lasciarsi coinvolgere. La regia commuta poi su un paio di riprese della Macchina del Tempo.

Quando il crescendo d'archi lascia spazio alla base ritmica, viene inquadrata un'altra piattaforma, identica alla prima, ma che dà sul cielo aperto notturno, e sulla quale, invece della Macchina del Tempo, si trova un telescopio. Il punto di vista passa a quello di un osservatore davanti al telescopio, che inquadra la Luna. La regia commuta su un'inquadratura nello spazio del Sole, che occupa lo schermo dove, fino a un momento prima, c'era la Luna vista attraverso il telescopio. Forse questa si può intendere come una citazione dei titoli di apertura del film "Ladyhawke" (nei quali inizialmente sembra di vedere la Luna, ma poi si vede che si trattava del Sole).

Attacca per la prima volta il tema principale di "The Time Machine", e giustamente viene nuovamente inquadrata la Macchina del Tempo, nella grotta, con il punto di vista del viaggiatore. Il suono-accordo tecnologico di Richard Cottle che segue immediatamente è accompagnato dall'apertura della porta della Macchina del Tempo con del fumo. Poi, con effetti sonori ad hoc per il video, la porta si chiude, le "zampe" si ritraggono, gli anelli si mettono in moto (si veda la figura in sottofondo), e la Macchina scompare dalla piattaforma e ricompare nello spazio, con un alone blu (in accordo con il testo della canzone "Out Of The Blue", tratta dallo stesso album). La Macchina si avvicina alla Luna, che viene zoomata lentamente. In quel momento, in un dialogo sovrapposto il Dr. Male descrive la trasformazione della Luna in una gigantesca base per un "laserone", come lo chiama lui, base che lui battezza "La Morte Nera" (citando "Guerre Stellari" ("Star Wars"), tra l'altro il film preferito da Parsons). Effettivamente in quel momento sulla Luna compare il "laserone" (prima non si vedeva perchè non c'era o perchè la Luna era troppo lontana? L'animazione è fatta in modo da rendere validi entrambi i piani di lettura, cosa che succede spesso nelle produzioni di Parsons). Il "laserone" è legato alla Luna con una struttura che la circonda, una struttura sensata dal punto di vista delle leggi della meccanica, qualora fosse sensato il "laserone", s'intende; anche l'ironia del Dr. Male, così, viene riprodotta nel video. Sul tremolo d'archi il "laserone" si attiva, non verso la Terra ma verso il Sole, per deformare lo spazio-tempo.

Attacca la seconda strofa, che ha la ritmica differente, e l'inquadratura passa dalla Luna al Sole. Da notare il cambio di inquadratura che ci porta per un attimo davanti al telescopio. Quando la Macchina si è avvicinata sufficientemente al Sole, lo spettatore si trova improvvisamente in un paesaggio surreale, un po' come nel celebre "2001 Odissea Nello Spazio" di Stanley Kubrick. In questo caso si tratta di una pianura al tramonto sulla quale volano parecchi sestanti (un sestante è uno strumento astronomico usato per determinare l'inclinazione sull'orizzonte di una stella). La regia commuta sulla ripresa aerea dall'alto, e si scopre che i sestanti compongono la scritta 12:45 nella foggia di un orologio digitale. Una cosa che incuriosirebbe molto Wells che non ha mai visto orologi digitali. Ma incuriosisce anche noi, perchè è da scoprire se la particolare ora 12:45 ha o meno un significato particolare. Da notare anche l'assottigliarsi del paesaggio coi sestanti a spese dello spazio vuoto, una scena che ancora presenta analogie col "2001" di Kubrick.

Sul passaggio al ritornello, Liebrand sceglie appropriatamente di passare a qualcosa di molto diverso: la Macchina del Tempo attraversa un "cunicolo" spazio-temporale. Secondo gran parte della comunità dei fisici, i viaggi nel tempo sono possibili, qualora esistano o si riescano un giorno a realizzare (e a raggiungere) delle strutture chiamate "cunicoli di tarlo" ("wormholes"), che costituiscono una sorta di scorciatoie fra due punti dello spazio-tempo. Liebrand descrive in modo fantasioso e suggestivo uno di questi "cunicoli" come un tubo colorato in azzurro un po' come se fosse d'acqua, d'altra parte nessuno ha visto uno di questi "cunicoli", e il fatto di rappresentarne uno dà a Liebrand il merito di essere coerente con la scienza e interessato a quest'ultima, come del resto è sempre stato Parsons fin dai tempi di "I Robot". Durante il viaggio nel "cunicolo" la ripresa passa ogni tanto al punto di vista del viaggiatore, che guarda fuori attraverso la finestra della Macchina del Tempo, finestra che Liebrand ha realizzato, più o meno inconsciamente, con un artwork che ricorda quello di "Guerre Stellari" (o quello della base del Dr. Male ispirato a sua volta a quello di "Guerre Stellari"). All'uscita dal "cunicolo" lo spazio-tempo si deforma e diventa un paesaggio della "città di tubi", che l'appassionato di Parsons conoscerà già dall'artwork dell'album. Infatti questo è un design di Storm Thorgerson che è stato incorporato nel video. Se si presta molta attenzione, si osserverà che durante il viaggio nel "cunicolo" ogni tanto vi sono delle brevissime deformazioni temporanee dello spazio-tempo nel paesaggio della città coi tubi che anticipano l'arrivo a quest'ultima, ma evidentemente si tratta di porzioni di spazio-tempo instabile. Queste immagini appaiono in istanti sincronizzati con la musica, e durano meno di un decimo di secondo sicchè sono subliminali.

La città di tubi può ricordare la strumentale parsoniana "Pipeline". I tubi sono disegnati arrugginiti, per dare l'idea che la città fosse lì da parecchio tempo; una tecnica ideata da George Lucas, il regista di "Guerre Stellari". Delle riprese verticali dall'alto e dal basso (anche se in questo caso è relativo cosa chiamare alto e cosa chiamare basso, come si può notare dalle figure qui sotto) conferiscono molta profondità all'artwork di Thorgerson. In cima alle torri della città vi sono degli orologi, tutti uguali, ma con diversi comportamenti delle lancette. Da notare alcuni orologi in cui la lancetta dei minuti va avanti mentre quella delle ore va indietro. E' notevole anche un orologio sul quale tutte le ore segnate corrispondono alle 12, e che si rivela essere l'entrata di un nuovo "cunicolo" spazio-temporale.

Terza strofa: ancora un orologio con le lancette che si muovono all'indietro, ma una zommata indietro rivela che è un orologio da taschino gigante (con tanto di ammaccature perfettamente simulate) appoggiato su una spiaggia, e trascinato a fatica da un uomo di cui si vede a stento il volto. Questo è l'altro design di Storm Thorgerson che è stato incorporato. Per un eloquente commento a questa scena si veda la didascalia di Dario Pompili nella pagina dedicata all'album The Time Machine (questa pagina è raggiungibile facilmente mediante il menu a sinistra).

All'inizio della quarta strofa, una deformazione spazio-temporale porta la Macchina Del Tempo a un paesaggio ulteriore, formato da montagne rocciose e un cielo nuvoloso (forse non è la Terra, o non è la Terra di oggi). La Macchina del Tempo incrocia una macchina volante, costruita nello stile di Leonardo Da Vinci, volando nel verso opposto. Il significato simbolico è evidente: l'album precedente, dedicato alla storia del volo, passa la staffetta al nuovo album "The Time Machine" (una connessione analoga all'apparizione di un uomo alato nel video di "Turn It Up", tratto dall'album "Try Anything Once", l'album precedente a "On Air". Forse Parsons vuole legare insieme tutti i suoi albums "solisti"). Quando il dottor Male descrive la "Macchina del Tempo" la ripresa passa giustamente alla Macchina in questione. Da notare nel video l'estremo realismo della simulazione grafica persino nella diffrazione della luce solare da parte dell'obiettivo della telecamera.

La Macchina del Tempo riparte per tornare alla piattaforma di partenza. Ma, come ritorna sulla piattaforma, riparte all'istante, non si sa per dove o per quando. Varie riprese sulla piattaforma vuota sottolineano questa domanda. Nel frattempo subentra l'inizio di "Temporalia", e la ripresa passa alla piattaforma col telescopio. Il maggior peso della parte posteriore del telescopio rispetto alla parte anteriore lo orienta verso l'alto, pronto per guardare le stelle: il telescopio ci indica che la Macchina del Tempo è partita di nuovo per lo spazio, ma si potrebbe intendere questa scena anche come una metafora del fatto che lo studio della gravità da parte di Newton e Einstein ha portato a una migliore comprensione dell'Universo. Rimane misterioso perchè l'autore del video abbia scelto due piattaforme identiche per la Macchina del Tempo e il telescopio. Forse vuole confermare l'idea di "Temporalia" che anche il telescopio è una Macchina del Tempo. In ogni caso siamo pronti per guardare le stelle attraverso il telescopio, ma questa parte continua sul CD, non nel video. Ecco dove, anche, potrebbe essere andata la Macchina Del Tempo.

Concludendo, il video di "The Time Machine" è caratterizzato da una grande aderenza della colonna visiva al concept e alla musica, parte per parte, talvolta persino in corrispondenza di particolari suoni, e anche al testo parlato. Lo spettatore, invitato a interpretare il viaggiatore, non vede mai se stesso, come non vede nemmeno altri uomini in tutto il video, con l'eccezione di un uomo quasi senza volto (quello della spiaggia); ciò ben si addice a un brano strumentale. L'artwork di Thorgerson è perfettamente incorporato nel video, così come la filosofia thorgersoniana dei misteri da svelare, e quella parsoniana di individuare dettagli ad ascolti successivi e doppi piani di lettura. Parallelamente alla musica, lo stile spazia dal Liberty di inizio secolo, alle scene surreali thorgersoniane, e ad aspetti futuristici talvolta ispirati a quel pilastro della storia del cinema che è "Guerre Stellari". E tutti questi aspetti surreali e fantasy sono conciliati con il punto di vista scientifico con un buon livello di rigore. Nel complesso, dunque, questo è, con l'eccezione forse di "Turn It Up", il migliore dei video associati a produzioni di Alan Parsons.

 

Tutte le immagini e alcune informazioni contenute in questa pagina sono tratte dal sito della Liebrand Images, su cui trovate le stesse immagini con maggior risoluzione, ulteriori notizie e potete scaricare il video. L'indirizzo del sito è

http://www.liebrand.nl

 

L'indirizzo della pagina della Liebrand sul video di "The Time Machine" è

http://www.liebrand.nl/prj/aptm/index.html